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Venerdì, 29 Marzo 2024
La trattativa

Dal vertice del centrodestra i nomi per il Quirinale

Negli uffici della Lega della Camera si sono riuniti Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e i leader dei partiti centristi Giovanni Toti, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Luigi Brugnaro. Dal Pd il "no" ad un nome di parte

Giovedì sera si è tenuto il vertice del centrodestra sul Quirinale, il secondo della giornata, dopo quello di stamattina che ha visto la scelta dell'astensione nel quarto voto per l'elezione del presidente della Repubblica. Negli uffici della Lega della Camera si sono riuniti Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e i leader dei partiti centristi Giovanni Toti, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Luigi Brugnaro. 

Secondo quanto si apprende - come confermato da Giovanni Toti - si sarebbe deciso di proporre il nome di uno dei candidati della rosa presentata due giorni fa. La scelta definitiva sarà presa domani mattina alle 9 ma il nome dovrebbe essere quella della seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Elisabetta Casellati. 

Una drammatizzazione dello scontro tra centrodestra e centrosinistra dopo che in serata dal Pd era stata fatta uscire una nota in cui si bollava senza mezzi termini come non votabile un nome uscito senza un percorso condiviso. Mai come questa sera si respira una crisi dei rapporti di maggioranza, con il rischio che nella quinta votazioni si vada allo scontro e l'alto timore che i franchi tiratori possano affondare un candidato di parte. Il tema è chiaro: se la forzatura del centrodestra portasse ad una frattura dei rapporti tra i gruppi di maggioranza lo spettro di elezioni anticipate diventerebbe quanto mai presente. 

I leader del centrosinistra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza sono in contatto tra loro, con l'impegno a riunirsi via zoom al termine del vertice del centrodestra. Il Pd ha convocato per domani alle 9 l'Assemblea dei grandi elettori, nella sala del Mappamondo di palazzo Montecitorio.

"L’autogol del centrodestra" e i nomi in penombra in pole per il Quirinale

Mentre all'orizzonte non si intravede un accordo tra le forze politiche per individuare il successore di Sergio Mattarella, dal Colle proviene un silenzio blindato, rotto in serata quando alcuni organi di stampa parlano di contatti tra lo staff di Mattarella e leader dei partiti della maggioranza che sostiene il Governo. Il Presidente in questi giorni non ha contatti di nessun tipo con nessuno, è la secca puntualizzazione che viene fatta filtrare dall'entourage del Capo dello Stato. 

Ma quali sono quindi i nomi su cui si punta (o su cui si è puntato) per il Colle?

Ognuno di questi nomi è stato lanciato e poi ritirato in un dialogo continuo tra i partiti fatto di veti e controveti anche all'interno degli stessi gruppi parlamentari.

In serata - all'inizio del vertice - erano due i nomi in campo. Il primo è quello dell'ex ministro degli esteri Franco Frattini che trova però Pd e larga parte del Movimento 5 stelle nettamente contrario. Ma intenzione di Salvini è 'pesare' Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso attuale presidente dell'Ispi (istituto per gli studi di politica internazionale) e già capo del Dis con Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. 

E Draghi? Porre l'attuale presidente del Consiglio Mario Draghi al Quirinale porta con se un problema, non da poco: chi siederà dopo Draghi a Palazzo Chigi? Più passano i giorni più si sfilacciano i rapporti tra i partiti di maggioranza e sarà difficile mantenere insieme il governo. Lega, FI e M5s non perdono occasione per chiedere che il presidente del Consiglio rimanga a Palazzo Chigi. Ma potrebbe riemergere se non si dovesse trovare una convergenza tra le due coalizioni e continuasse il muro contro muro.

Domani venerdì 28 gennaio è prevista alle 11:00 la nuova votazione, la quinta. Il presidente Roberto Fico ha convocato alle 10.15 la conferenza congiunta dei capigruppo. In discussione i due voti al giorno e le eventuali votazioni nel fine settimana.  

I numeri in campo e le possibili 'alleanze'

  • Centrodestra + alleati d'area: 454 voti (mancano 51 voti alla maggioranza assoluta di 505);
  • Centrosinistra con alleati d'area: 436 voti (mancano 69 voti alla maggioranza assoluta di 505)
  • Italia viva: 45 voti.
  • Centrodestra con Italia Viva: 499 voti (mancano 6 voti alla maggioranza assoluta di 505)
  • Centrosinistra con Italia Viva: 481 voti (mancano 24 voti alla maggioranza assoluta di 505)
  • Indispensabili i voti del Gruppo Misto dove non risultatno iscritti a nessuna componente 47 (24 Camera e 23 Senato). Ma il bacino di voti del gruppone dei cosiddetti 'cani sciolti' e' più ampio: al Senato il Misto conta 47 parlamentari, di cui 23 non iscritti ad alcuna componente (per lo più si tratta di ex M5s, ma ci sono anche alcuni senatori a vita); poi ci sono 1 senatore del Maie, i 3 di Italexit di Paragone, 1 di Italia dei valori, 1 di Potere al popolo e 1 del Partico comunista. Alla Camera il gruppo Misto è composto da 66 deputati, di cui 16 di Alternativa, componente che si colloca all'opposizione del governo Draghi e formata per la maggioranza da ex M5s; a loro si aggiungono le componenti di Maie-FacciamoEco che conta 8 deputati; Centro democratico 6;
    Minoranze linguistiche 4, ma sono voti che potrebbero convergere almeno in parte con il voto del centrosinistra; 24 i non iscritti ad alcuna componente.

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