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Martedì, 19 Marzo 2024
Al voto Lazio e Lombardia

Elezioni regionali: perché Meloni spera di vincere ma non di stravincere

Si teme che l'astensione sarà persino più alta del solito. Occhi puntati sul centrodestra: se nella "loro" Lombardia Salvini dovesse scendere al 10% e Berlusconi al 6% (sono le ipotesi più negative), le fibrillazioni dentro alla maggioranza di governo sarebbero inevitabili e dagli esiti imprevedibili

Prima dello stop ai sondaggi, il risultato delle prossime elezioni regionali in Lazio e Lombardia (si vota domenica e lunedì) non era in dubbio: per il centrodestra si profila un'ampia vittoria. Una campagna elettorale piatta e senza squilli non dovrebbe aver cambiato all'ultimo le carte in tavola, anche se certezze ovviamente non ce ne sono fino a lunedì pomeriggio. Il centrodestra è dato in testa in entrambe le regioni, ampiamente: in vantaggio con distacco sia sulla coalizione Pd più M5s in Lombardia, sia su quella Pd più Terzo Polo nel Lazio. Gli interrogativi, dunque, non sono  tanto sul risultato, al massimo sull'affluenza. Quanti italiani andranno a votare? Queste regionali sono delle mini-politiche, si vota nella capitale politica e in quella economica.

Elezioni regionali 2023: rischio affluenza flop

Si teme che l'astensione sarà persino più alta del solito, a causa di una disaffezione cresciuta senza sosta negli anni e che stavolta potrebbe incidere anche a sinistra più del solito. Basti pensare che il Partito Democratico si trova con la testa altrove e ai minimi storici nei sondaggi, nel bel mezzo di un confronto interno, senza un leader saldamente in sella viste le primarie all'orizzonte. La campagna elettorale è stata ovunque priva di particolari guizzi (e, nota qualcuno, il fatto che l'ultima settimana di campagna sia coincisa col Festival di Sanremo non ha fatto altro che sviare ancor di più l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media in generale dall'appuntamento elettorale).

Alle ultime politiche in Lombardia ha votato poco più del 70 per cento degli aventi diritto. Nel Lazio il 64 per cento. In Lombardia alle Regionali del 2018 l'affluenza si era attestata poco sopra il 73 per cento, nel 2013 era invece andata oltre il 76 per cento. Alle regionali 2018 nel Lazio votò il 66 per cento, nel 2013 il 72, nel 2010 (quando vinse Polverini) solo il 60 per cento. Stavolta la sensazione è che si possano toccare nuovi minimi. Tutti scommettono su un dato comunque inferiore rispetto al passato, domenica e lunedì.

La vittoria (annunciata) di Fratelli d'Italia può avere controindicazioni

Ci sono vecchie volpi della politica che avvertono: Fratelli d'Italia, ampiamente primo partito a livello nazionale, dovrebbe augurarsi di vincere ma non di stravincere rispetto agli alleati di Lega e Forza Italia. Se nella "loro" Lombardia Salvini dovesse scendere al 10 per cento e Berlusconi al 6 per cento (sono le ipotesi più negative), le fibrillazioni dentro alla maggioranza di governo sarebbero inevitabili e dagli esiti imprevedibili. L'ultima cosa di cui Meloni ha bisogno oggi è un Salvini che la pungoli quotidianamente su tutti i dossier. Un Salvini azzoppato (e alle prese con la fronda interna al Carroccio) potrebbe diventare un problema serio per il governo. Un anno intero di campagna elettorale con i toni salviniani, verso il prossimo importante appuntamento elettorale, le europee 2024, potrebbe logorare Fratelli d'Italia.

Un trionfo meloniano, per assurdo, potrebbe invece "fare comodo" a quello che era fino a poco tempo fa il principale partito di opposizione (ora è il M5s a stare un po' davanti al Pd nei sondaggi): una batosta a Salvini e Berlusconi nelle urne comporterebbe senz'altro una semplificazione del quadro generale, e dunque un aiuto al Partito democratico (probabilmente bonacciniano) in cerca di identità, in chiara chiave anti-destra. Così i dem potrebbero pure dragare un po' di spazio di agibilità politica al Terzo Polo, il quale dovrebbe invece trovare un equilibrio, quasi impossibile, tra la disponibilità al confronto con Meloni e un'opposizione dura contro quelle che, nel mondo riformista-progressista, vengono percepite come fughe anti-istituzionali del governo più a destra di sempre.

Le soglie psicologiche

Ci sono alcune soglie psicologiche da tenere a mente: in Lombardia la Lega punta almeno al 13% (il dato delle politiche dello scorso 25 settembre), per Forza Italia è l'8 per cento (sempre il dato delle elezioni nazionali). Il partito di Meloni punta invece a consolidare di qualche punto percentuale il dato delle elezioni politiche (31,4 per cento in Lazio, 27,6 per cento in Lombardia) per definire, una volta per tutte, le gerarchie nella destra italiana nel 2023.

Le guide alle elezioni regionali del 12-13 febbraio in Lazio e Lombardia

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