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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Elezioni regionali Emilia Romagna 2014: tutto sul voto

I candidati alla presidenza della regione Emilia-Romagna sono sei, mentre le liste elettorali sono undici. Chi governerà dopo Vasco Errani? Tutto quello che c'è da sapere sul voto

ROMA - Dopo le dimissioni del presidente uscente Vasco Errani - per una condanna in appello per falso ideologico - domenica 23 novembre, dalle ore 7 alle 23, in Emilia-Romagna si vota per eleggere il presidente della Regione e per rinnovare il consiglio regionale. Si vota in 340 comuni, votano 3.460.402 elettori, di cui 1.669.939 uomini e 1.790.463 donne. Le sezioni elettorali sono 4.512.

INFO E NUMERI - Per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste risultano iscritti, gli elettori dovranno esibire oltre a un documento di riconoscimento valido, la tessera elettorale personale. Per agevolare il rilascio delle tessere elettorali non consegnate o dei duplicati, gli uffici comunali saranno aperti anche venerdì 21 e sabato 22 novembre, dalle ore 9 alle ore 18, e domenica 23 novembre, per tutta la durata delle operazioni di voto. Le opzioni di voto sulla scheda elettorale sono quattro: votare solo per un candidato alla presidenza; solo per una lista; per un candidato governatore e per una delle liste collegate; per un candidato governatore e per una lista di un altro raggruppamento.

LO SPECIALE ELEZIONI: INTERVISTE AI CANDIDATI

I CANDIDATI - I candidati alla presidenza sono sei, mentre le liste elettorali sono undici: Stefano Bonaccini (Pd) sostenuto da Partito democratico, Sel, Centro democratico e dalla lista Emilia-Romagna Civica; Alan Fabbri (Lega Nord) sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e dalla Lega Nord, che per la prima volta si presenta col nome di Salvini nel simbolo; Giulia Gibertoni (M5S) sostenuta dal Movimento 5 Stelle; Maurizio Mazzanti appoggiato dalla lista civica Liberi Cittadini per l’Emilia-Romagna; Maria Cristina Quintavalla sostenuta da L’altra Emilia-Romagna e Alessandro Rondoni appoggiato da Emilia-Romagna Popolare. Le elezioni di domenica saranno le prime a svolgersi con la nuova legge elettorale votata lo scorso luglio, che prevede un sistema di tipo “misto”: un proporzionale a premio di maggioranza variabile con l’attribuzione dell’80% dei seggi con metodo proporzionale (su base circoscrizionale) e del 20% con metodo maggioritario (su un unico collegio regionale). 

GLI SCENARI - Il candidato favorito, secondo gli ultimi sondaggi, è Stefano Bonaccini, ex bersaniano e ora renziano convinto. Ma quanti consensi riuscirà a raccogliere in una regione travolta dallo scandalo "Rimborsopoli"? Bonaccini è stato scelto con le primarie che ha vinto contro Roberto Balzani (ex sindaco di Forlì), ottenendo il 60,93% dei voti. Primarie che erano state piuttosto complicate: il fallimento di un lungo tentativo di mediazione all’interno del partito su una candidatura “unitaria”, la candidatura prima e il ritiro poi di Matteo Richetti, l’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di peculato nell’ambito di un’inchiesta sulle spese effettuate dai gruppi consiliari tra il 2010 e il 2011, sia di Matteo Richetti che di Stefano Bonaccini (a fine settembre la procura di Bologna ha comunque chiesto l’archiviazione per Bonaccini). In Emilia Romagna, poi, occhio al Movimento Cinque stelle che ha già una loro "storia": la candidata alla presidenza è la 39enne modenese Giulia Gibertoni, in contrapposizione alla prima lista di epurati dal Movimento (Giovanni Favia e Federica Salsi), i "Liberi cittadini per l'Emilia Romagna" guidati da Maurizio Mazzanti. Ncd e Udc vanno da soli (Alessandro Rondoni candidato presidente) visto che sono stati rifiutati sia dai compagni di centrodestra che dal Pd. La Lega di Matteo Salvini sta scalando i consensi con le sue campagne anti-rom, anti-immigrati e anti-euro. Ed è il primo test per una coalizione di centrodestra guidata da un candidato della Lega, Alan Fabbri. 

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