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Elezioni amministrative e referendum del 12 giugno 2022: tutto quello che c'è da sapere

È il giorno dell'election day: si eleggono quasi mille sindaci e si decide anche su 5 referendum sulla giustizia. Come e dove si vota e tutte le informazioni utili

Domenica 12 giugno gli italiani tornano alle urne. Sarà un "election day": con elezioni amministrative e referendum. Oggi in circa mille comuni i cittadini scelgono il nuovo sindaco. Coinvolti nove milioni di elettori. Contemporaneamente, si vota in tutto il Paese per cinque quesiti referendari sulla giustizia. Ai seggi, aperti dalle 7 alle 23, verranno consegnate altrettante schede di differenti colori: rosso, arancione, giallo, grigio e verde. Intanto arrivano i primi aggiornamenti sull'affluenza per i cinque quesiti referendari in materia di giustizia. Alle 12, secondo i dati parziali del Viminale, si sono recati ai seggi il 6% degli aventi diritto.

Dove si vota

Domenica 12 giugno in Italia si vota per i cinque referendum abrogativi sulla giustizia e per le elezioni comunali. Il voto per il referendum interessa tutta Italia. Sono circa mille i comuni dove i cittadini scelgono anche il nuovo sindaco e i consiglieri comunali. Tra le realtà al voto ci sono quattro capoluoghi di regione - Genova, Palermo, Catanzaro e L'Aquila -  e 22 capoluoghi di provincia: Alessandria, Asti, Barletta, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lodi, Lucca, Messina, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Verona e Viterbo. 

Nella Regione Autonoma Trentino Alto-Adige si è votato domenica 29 maggio, in Valle d'Aosta le elezioni si sono svolte il 15 maggio.

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Quando si vota

Si vota solo in una giornata: domenica 12 giugno dalle 7 alle 23. L'eventuale ballottaggio si terrà domenica 26 giugno. Le operazioni di scrutinio inizieranno subito dopo la chiusura dei seggi e proseguiranno fino a lunedì mattina. Lo spoglio inizia con le schede dei referendum. A seguire quelle per le elezioni amministrative.  

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Come si vota nei comuni fino a 15 mila abitanti

Nei comuni fino a 15.000 abitanti si può tracciare un segno sul nominativo del candidato sindaco o sul contrassegno della lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco. In ogni caso, il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato.

È eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede a un turno di ballottaggio domenica 26 giugno tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze.

Come si vota nei comuni con oltre 15 mila abitanti

Nei comuni con più di 15.000 abitanti si può:

  • tracciare un solo segno sul rettangolo col nominativo di un candidato sindaco, senza cioè segnare alcun contrassegno di lista: in questo caso il voto viene attribuito solo al candidato sindaco prescelto;
  • tracciare un segno solo sul contrassegno di una delle liste oppure tracciare un segno sia sul nominativo del candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco: in entrambi i casi il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista collegata;
  • esprimere un voto disgiunto, tracciando un segno sul nominativo del candidato sindaco ed un altro segno su una delle liste ad esso non collegata: in questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata.

È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno); qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare domenica 26 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati.

All’eventuale turno di ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno su uno dei due rettangoli contenenti il nominativo del candidato sindaco prescelto. Le preferenze si esprimono scrivendo negli appositi spazi il cognome (oppure il nome e cognome in caso di omonimia) dei candidati consiglieri comunali della lista votata.

Referendum giustizia: cosa c'è da sapere per votare il 12 giugno

referendum 12 giugno fonte ministero Interno-2

I cinque referendum

Gli elettori sono chiamati a esprimersi su cinque referendum sulla giustizia. Si tratta di referendum abrogativi (per eliminare leggi o parti di leggi, ndr). L'articolo 75 della Costituzione stabilisce che la proposta soggetta a referendum è approvata se hanno votato la maggioranza (50%+1) degli aventi diritto al voto e se è raggiunta la maggioranza (50%+1) dei voti validamente espressi.

Saranno consegnate cinque schede, una per ogni quesito:

  • scheda di colore rosso per il referendum numero 1: abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi;
  • scheda di colore arancione per il referendum numero 2: limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell'ultimo inciso dell'art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale;
  • scheda di colore giallo per il referendum numero 3: separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati;
  • scheda di colore grigio per il referendum numero 4 : partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte;
  • scheda di colore verde per il referendum numero 5: abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.

Si può cambiare scheda

Il ministero dell'Interno specifica che nel caso in cui l’elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione. "Secondo la più recente giurisprudenza - si legge sul sito del Viminale -l’elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le schede deteriorate".

I documenti che l'elettore deve avere per votare

Gli elettori devono presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale.  

Si può presentare come documento anche la tessera di riconoscimento rilasciata dall’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, purché munita di fotografia e convalidata da un Comando militare; la tessera di riconoscimento rilasciata da un ordine professionale, purché munita di fotografia. Dal ministero spiegano che in mancanza di documento idoneo "l’elettore può essere riconosciuto anche da uno dei membri del seggio che conosce personalmente l’elettore e ne attesta l’identità; da un altro elettore del comune, noto al seggio e provvisto di documento di riconoscimento; dalla ricevuta della richiesta di rilascio della Carta d’Identità Elettronica (CIE), in quanto munita della fotografia del titolare e dei relativi dati anagrafici".

La tessera elettorale si rinnova presso l'ufficio elettorale del comune di residenza. "E' opportuno - dicono dal ministero dell'interno - che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso tale ufficio al fine di evitare una concentrazione delle domande nei giorni immediatamente antecedenti ed in quelli della votazione; l’ufficio elettorale resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di voto, e quindi dalle 7 alle 23 di domenica 12 giugno".

Le norme anti Covid

I ministri dell'Interno e della Salute, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, hanno sottoscritto un protocollo ad hoc per la prevenzione Covid a maggio. Il documento, che prevedeva tra le altre cose l'obbligo per gli elettori di indossare le mascherine, è poi stato rivisto e le mascherine sono diventate "fortemente raccomandate" ma non obbligatorie. 

"In considerazione del mutato quadro epidemiologico rispetto alla data di adozione del Protocollo stesso, per l'accesso degli elettori ai seggi, per il solo esercizio del diritto di voto, l'uso della mascherina chirurgica è fortemente raccomandato", si legge nella circolare inviata ai prefetti che modifica quanto stabilito inizialmente.

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