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Giovedì, 25 Aprile 2024
ELEZIONI

Europee, via col flop: urne deserte in Olanda

Il primo verdetto delle elezioni europee arriva dall'Olanda: i cristiano-democratici e i progressisti restano i primi partiti del Paese. Gli euroscettici non sfondano. Affluenza alle urne ferma al 37%

ROMA - L'inarrestabile ascesa dei partiti euroscettici che, secondo i sondaggi, sarebbe dovuta partire dall'Olanda per travolgere tutta Europa, almeno per ora, non si è materializzata.

Gli olandesi hanno votato ieri, primi in tutta Europa, e secondo gli exit poll non avrebbero premiato il partito xenofobo e anti-Europa di Geert Wilders, facendolo diventare il quarto partito con solo tre eurodeputati. Una sorpresa rispetto ai sondaggi che fino a qualche giorno prima del voto lo davano primo partito.

A colpire, però, sono soprattutto i dati sull'astensionismo record. La partecipazione degli olandesi alle urne è aumentata leggermente, ma rimane molto bassa: il 37% della popolazione si è recata ai seggi, contro il 36,75% delle europee del 2009. Che sia un segnale forte anche per gli altri Paesi dell'Ue? Per capire se "l'allergia alle urne" si allarga a macchia d'olio, occhi puntati, in ordine temporale, sui cittadini di Repubblica Ceca e Irlanda che oggi si recano ai seggi.

CHI VINCE, CHI PERDE - Le proiezioni dicono invece che c'è un testa a testa tra i Cristiano-democratici del Cda e i liberali del D66, che occupano i banchi dell'opposizione in Parlamento. Il D66 è dato in leggero vantaggio con il 15,6% mentre il Cda è al 15,2%. Secondo l'exit poll 'definitivo' pubblicato alle 21.30 da Ipsos per Nos tv, il risultato dei cristiano democratici della Cda è stato corretto da cinque a quattro seggi, in piena parità con i liberali progressisti del D66. Il Cda ne perderebbe quindi uno sul 2009 e i D66 invece ne guadagnerebbero uno. I liberali del Vvd del premier Mark Rutte (12,3%) restano con i tre seggi che avevano così come i laburisti del Pvda (9,4%), suoi alleati di governo. Calano di uno anche i Verdi (GroenLinks) e vanno a due, la sinistra radicale del Sp (10%) ne guadagna uno e sale a tre. Non è servita quindi la dura critica nei confronti dell'Europa che ha caratterizzato le ultime settimana di campagna elettorale di Rutte, convinto che vadano ridimensionati i poteri della Ue, che dovrebbe solo occuparsi di completamento del mercato unico, riduzione degli ostacoli burocratici, incentivazione dei flussi commerciali con accordi di libero scambio, realizzazione del mercato unico dell'energia, lotta alle distorsioni nel mercato del lavoro.

La sorpresa più grande, tuttavia, è stata la battuta d'arresto di Wilders: si è fermato al 12,2% quando nel 2009 era al 16,7%. Ha guadagnato comunque rispetto alle politiche dove aveva il 10,1%, ma è arrivato solo a tre seggi, troppo pochi per cantare vittoria e presentarsi a Bruxelles e Strasburgo con troppe pretese e negoziare con la Le Pen. Pochi anche se si pensa che due eurodeputati li ha presi invece il partito degli animali, due vanno ai Verdi e, a sorpresa, un eurodeputato va anche al neonato partito dei pensionati Plus50 che ha preso il 4,2% dei voti. 

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