Chi è Jean Claude Juncker, il candidato del Ppe a Bruxelles
Per 18 anni primo ministro del Lussemburgo, nel gennaio del 2005 Juncker è diventato il primo presidente permanente dell’Eurogruppo. E' sostenuto da Angela Merkel e dal centrodestra italiano
ROMA - "Vinceremo le elezioni, ve lo garantisco". Jean Claude Juncker lo ha promesso ai delegati del Partito popolare europeo (Ppe) lo scorso 7 marzo a Dublino. Ed è una promessa che vuole mantenere a tutti i costi.
L'aspirante presidente della Commissione europea, ex presidente dell'Eurogruppo e già premier per diciotto anni del Granducato del Lussemburgo - esperienza conclusasi dopo un'indagine sui servizi segreti e spionaggio politico - ha faticato molto più del suo avversario socialista Martin Schulz per aggiudicarsi l'investitura ufficiale del Ppe. E ora punta all'elezione a Bruxelles. Euro-enthusiast senza se e senza ma, Juncker è diventato nel gennaio del 2005 il primo presidente permanente dell’Eurogruppo, il centro di coordinamento delle politiche economiche dei paesi che adottano l’euro. Una carica ricoperta fino alla primavera del 2012, quando rassegnò le dimissioni in polemica con le "ingerenze" di Francia e Germania nella gestione della crisi economica nell'area euro.
Ufficialmente è sostenuto dalla Cdu di Angela Merkel, così come da Forza Italia e Nuovo centrodestra. "Non è un segreto che ho un sacco di simpatia per Juncker", ha detto la cancelliera tedesca, che del lussemburghese condivide soprattutto la linea politica ferrea adottata nei confronti della Francia (niente deroghe per la riduzione del deficit al 3%). Non sono idilliaci i rapporti con l'Italia. "Non è l’Europa che ha obbligato l’Italia ad avere un tasso di disoccupazione così elevato, è fabbricazione interna", disse durante un'intervista al Tg1 sul problema della disoccupazione.
Apprezzato in Europa e rottamato in patria, il lussemburghese che i popolari europei vogliono a capo dell'Unione lancia il suo messaggio elettorale:
Vorrei unire e riunire l’Europa. Sono fermamente contrario a nuove linee di divisione in Europa. Ne abbiamo già abbastanza. Sono contro quest’atmosfera europea, contro le divisioni Nord-Sud. L’Europa va riunita
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