La gioia di Veltroni: "Renzi è cattivo, ha realizzato il mio sogno"
Un partito riformista di massa: Walter Veltroni, ex segretario del Pd, riconosce a Renzi la capacità di aver realizzato un sogno anche grazie a una certa dose di "cattiveria" e "determinazione" che "io no, non ho saputo avere"
ROMA - Quel sogno ce l'aveva lui e ora si è avverato. Il desiderio dell'ex segretario Pd Walter Veltroni, un partito di centrosinistra a vocazione maggioritaria, inclusivo e non esclusivo, riformista e non "socialdemocratico", si è realizzato con l'exploit elettorale del Pd di Matteo Renzi. Ne è convinto l'ex segretario, intervistato da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.
Fino a oggi era proprio Veltroni ad aver portato i dem in alto: nel 2008 il Pd raggiunse il 33%, ma quella volta vinse il centrodestra di Silvio Berlusconi. Il suo "record" ora è stato spazzato via, con il 40,8% raggiunto dall'ex sindaco di Firenze.
Il cerchio ideale si è chiuso, insomma, sei anni dopo. Veltroni riconosce a Renzi la capacità di aver realizzato un sogno anche grazie a una certa dose di "cattiveria" e "determinazione" che "io no, non ho saputo avere". "Renzi e io veniamo da mondi diversi, ma abbiamo la stessa idea: il Pd non deve limitarsi a riempire il proprio recinto per poi unirlo al recinto dei vicini. Il Pd deve saper parlare a tutti gli italiani", afferma Veltroni, secondo cui "questo risultato storico è frutto di due circostanze oggettive: il fatto che Renzi sia al governo da poco, e abbia indicato la possibilità di un cambiamento; e la crisi di Berlusconi. Ma c'è anche una circostanza soggettiva: la personalità stessa di Matteo, la sua determinazione, la 'cattiveria' che io non ho saputo avere, cosa che mi sono sempre rimproverato come un difetto. Se il sogno si è avverato, il merito è suo. Compreso il merito di aver sfidato, da riformista, tutti i conservatorismi".
Su Beppe Grillo, Veltroni è convinto che "l'esasperazione del linguaggio" non abbia pagato, come "non ha pagato la logica dello scontro tra amico e nemico. Detto questo, è ancora sopra il 20%", rileva Veltroni. "Non ho mai creduto al parallelo con Marine Le Pen: l'elettorato dei Cinque Stelle è molto più complesso, esprime una richiesta di innovazione che in parte Renzi è riuscito a intercettare". Quanto a Berlusconi, "se con tutto quello che è successo riesce ancora a mettere insieme il 16,8%, vuol dire che ha ancora un'area di consenso", osserva Veltroni. "Cercherà di mettere in campo una nuova leadership, probabilmente quella di sua figlia Marina".