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Giovedì, 18 Aprile 2024
ELEZIONI 2013

Liste pulite, Cosentino fuori: caos nel Pdl

Berlusconi scarica "l'impresentabile", indagato per presunte collusioni con la camorra. E lui fa sparire le firme e costringe a una raccolta bis in poche ore

ROMA - Nicola Cosentino non sarà candidato per il Pdl alle prossime elezioni. L'annuncio ufficiale arriva alle sette e mezza di lunedì sera, mezz'ora prima della chiusura dei termini per la presentazione delle liste.

L'annuncio lo dà un uomo di fiducia dell'ex sottosegretario all'Economia, l'ex presidente della provincia di Napoli e deputato uscente Luigi Cesaro, che sceglie così il verbo da usare: "Ha rinunciato".

In realtà, spiegano fonti pidielline, la decisione sarebbe stata presa dai vertici del partito, nell'interminabile riunione di Palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi: "Candidarlo è impossibile - sarebbe stato il ragionamento svolto - considerando che tra due giorni partirà a Santa Maria Capua Vetere il processo". Che vede l'ex sottosegretario imputato per reati pesantissimi: concorso in reimpiego di capitali, falso, corruzione e abuso di ufficio, con l'aggravante di aver agevolato il clan camorristico dei Casalesi.

IL GIALLO DELLE LISTE E LA FUGA - Arrivare all'esclusione del potente esponente del Pdl campano è stato un percorso "doloroso". Fino alle 15 di ieri, infatti, l'esponente pidiellino coinvolto in processi di camorra era dato per certo: terzo in Senato, ovviamente nella 'sua' Campania. Poi si sparge la voce di un'esclusione, accompagnata da un'altra indiscrezione: la reazione di Cosentino è qualcosa di mai visto finora in politica, ovvero 'spariscono' le firme raccolte in Campania a sostegno delle liste pidielline. Firme raccolte in buona parte - spiegano fonti parlamentari - proprio da Cosentino e dai suoi uomini, e una volta certificata l'esclusione volatilizzatesi nei vicoli di Napoli. Così da costringere il Pdl a raccogliere di nuovo le firme in fretta e furia, in un hotel di Napoli. Anche se la spiegazione ufficiale è che le liste firmate siano sempre state nelle mani del coordinatore del partito campano Francesco Nitto Palma, con il quale però non si sarebbe riusciti a comunicare per diverse ore tanto da far scattare una nuova 'raccolta'.

COSENTINO RACCONTA LA SUA VERITA': CAOS ALLA CONFERENZA STAMPA

Sia come sia, il risultato è che dopo un lunghissimo braccio di ferro Cosentino è fuori. Diventato il caso emblematico delle 'liste pulite', una sua candidatura - sarebbe stata la valutazione dei vertici Pdl - avrebbe comportato pesanti perdite di voti nel resto d'Italia, soprattutto nella decisiva Lombardia dove si temeva per un voto disgiunto dell'elettorato di centrodestra tra le regionali e le politiche. Da qui la scelta "dolorosa" di escludere il titolare di un bacino notevole di voti in Campania.

BERLUSCONI ATTACCA: "COSENTINO FUORI PER COLPA DEI MAGISTRATI POLITICIZZATI"

PDL NEL CAOS - Ma al di là del caso Cosentino, la chiusura delle liste lascia altri strascichi nel partito. Per esempio in Liguria e Piemonte: regioni date per perse, dove - spiega una fonte parlamentare a TmNews - a quel punto si sarebbe deciso di candidare nei pochi posti certi uomini di assoluta fiducia calati dall'alto, penalizzando gli esponenti locali. C'è invece il 'lieto fine' in Abruzzo, dove il partito locale ha temuto di vedersi candidati i transfughi Idv Domenico Scilipoti e Antonio Razzi: il primo non sarà proprio in lista, il secondo quarto, posizione giudicata non utile per un'elezione. Tra i nomi resi noti oggi, spuntano infine l'ex sindaco di Roma Franco Carraro (quarto in Emilia Romagna per il Senato) e Rosanna Scopelliti, figlia 29enne del magistrato Antonio, assassinato dalla criminalità organizzata nel 1991: sarà numero 2 alla Camera nella circoscrizione Calabria.

SCAJOLA FUORI: "IL PDL E' UNA GIUNGLA" - "Nell'ultimo periodo il Pdl è diventato una giungla, non è riuscito a trasformarsi in un partito unito. Ma io non rinnego Berlusconi". Lo afferma Claudio Scajola, escluso dalle liste del partito, in un'intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che nella sua regione, la Liguria, "la delusione è tanta, c'è una forte arrabbiatura". Si prepara la scissione? "Non ci sarà nessuna rottura - spiega l'ex ministro -. Io ho un rapporto antico con Berlusconi, ho dedicato a Forza Italia tutta la mia vita politica. E, pur ritenendo di non essere stato trattato bene, non riesco a levarmi di dosso questo amore". "Minzolini? Un nome conosciuto - aggiunge quanto alla candidatura dell'ex direttore del Tg1 -, un giornalista famoso. Ma qui si elegge un solo senatore e i liguri potrebbero non capire perché lo hanno mandato da Roma, invece di ricorrere alle migliori energie del territorio", del resto - è convinto Scajola - "con liste siffatte il risultato elettorale sarà penalizzato. I sondaggi sono quello che sono", "la forza di novità di Berlusconi è inferiore al passato e si sarebbe dovuto supplire con mille candidati scelti sul territorio, non con i volti noti".

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