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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Camera e Senato, doppia fumata nera. Il M5S: "Inutile spreco di soldi"

Pdl e Pd non hanno espresso preferenze sull'elezione dei presidenti di Camera e Senato. Il M5S invece ha compatto i suoi candidati e preso posto in cima all'aula

E’ stallo in Parlamento. Il primo giorno di ‘scuola’ della XVII legislatura si è inaugurato con due fumate nere. Fumo nero, nerissima la situazione. Intendiamoci, eleggere la seconda e la terza carica dello stato, i custodi ed i garanti del potere legislativo, è roba seria. Ma mai così tribolata. La storia racconta infatti di scontri sui nomi tra maggioranza e minoranza, che pur ci sono fisiologicamente stati. Ma qui il discorso è un altro ed è molto più complicato. La due giorni elettorale del 24 e 25 febbraio ha fotografato un Paese senza maggioranza. Per questo anche l’elezione dei due presidente delle Camere si è trasformata in una partita decisiva per la governabilità. E così la prima chiamata istituzionale post-voto si sta consumando tra schede bianche, veti incrociati e trattative serrate. Con due protagonisti assoluti, il Pd e il Movimento 5 Stelle. Da queste votazioni passerà il grosso dell’intesa, se ci sarà. La strada tuttavia appare strettissima e le parti in causa lontanissime.

PARLAMENTO BLOCCATO, PD AL PALO - IL PUNTO

DIRETTA DALLE AULE

CAMERA, NULLA DI FATTO - Fumata nera, la terza di giornata a Montecitorio. Lo scrutinio è ancora in corsO ma è ormai certa la mancanza del quorum.

RISULATATO VOTO SENATO – Sono state 223 le sche bianche nella seconda votazione a palazzo Madama Al grillino Orellana sono andati 52 voti, 12 a Sibilia, 8 a Marino, 5 a Esposito, 3 a Casson, 2 a Scilipoti, 1 a Casini, 1 a Gentile. Tre le schede nulle.

CAMERA AL VIA TERZA VOTAZIONE – E’ in corso nell'Aula della Camera la terza votazione (l'ultima per oggi) per l’elezione del presidente. Il quorum richiesto anche in questa votazione è la maggioranza dei due terzi considerando anche le schede bianche.

SENATO, SECONDA FUMATA NERA – Ancora un nulla di fatto e intese lontane. La nuova chiamata, la terza, è prevista per domani (ore 11) come recita l’art.4 del Regolamento del Senato. Con una novità: per quel che riguarda il terzo atto di questo balletto, o gioco al rimpallo, sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti (e non dei 'componenti' com'e' stato nelle due prime votazioni). E si dovranno computare tra i voti anche le schede bianche. Qualora anche nella terza votazione nessuno otterrà questa maggioranza, il Senato procederà al ballottaggio fra i due candidati che avranno ottenuto nell’ultimo scrutinio il maggior numero di voti e sarà eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti sarà proclamato presiedente o entrerà in ballottaggio il più anziano di età.

SENATO – Chiusa la seconda votazione, comincia lo scrutinio delle schede. Si prospetta la seconda fumata nera, la quarta considerando le due alla Camera. Ma intanto si tratta. La convergenza sulla presidenza a palazzo Madama potrebbe essere raggiunta sul nome di Anna Finocchiaro. La cosa tuttavia è molto intricata. Al Senato la Finocchiaro, che pare potrebbe ottenere il sostegno del Pdl e della Lega. A patto che lo scranno più alto della Camera vada ad un esponente della coalizione Pdl-Lega. Il tutto in ottica Quirinale: “Altrimenti – sottolinea l’ex ministro del Carroccio Roberto Calderoli – il Pd si prende anche il Quirinale, la fame vien mangiando. A noi interessa solo che alla presidenza della Repubblica non vada un esponente della sinistra”.

MONTI APRIPISTA LARGHE INTESE – Monti presidente del Senato? L’ipotesi potrebbe stare in piedi ma solo nell’ottica delle grandi intese. La pensa così Silvio Berlusconi che non sarebbe disponibile a sostenere la candidatura di Monti in solitaria. La presidenza di Palazzo Madama al leader di Scelta Civica in sostanza dovrebbe fare da apripista al ‘governissimo’. “Dal punto di vista politico non avremmo nessuna convenienza ad appoggiare Monti se non in un quadro che garantisca un governo di larghe intese – ragiona un esponente di vertice del partito – mentre dal punto di vista istituzionale non abbiamo alcuna intenzione di creare all’improvviso un vuoto alla guida del governo, aumentando l’immagine di instabilità del nostro Paese”.

CAMERA SECONDA FUMATA NERA – Lo scrutinio è ancora in corso ma è ormai certo che anche dopo la seconda chiamata l’aula di Montecitorio rimarrà ancora sprovvista di un presidente. Le schede bianche hanno infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i 420 voti necessari per l'elezione.

SENATO SECONDA CHIAMATA – Da pochi minuti anche a Palazzo Madama è ripresa la seconda votazione a scrutinio segreto per l’elezione del presidente. Anche in questo caso, come nella prima votazione, è necessaria la maggioranza assoluta (160 senatori).

PSI VOTA ENGLARO E SCHIAVON – C’è chi sfrutta l’impasse istituzionale per portare avanti alcune battaglie. Come il Psi di Riccardo Nencini che ha votato Beppe Englaro nella prima votazione per i Presidenti di Camera e Senato e voterà Giovanni Schiavon nella seconda. Schiavon si suicidò nel dicembre 2011 perché non riusciva a riscuotere i crediti che sarebbero serviti a compensare i debiti. “Abbiamo voluto raccontare due storie” spiega il segretario del Psi.

VENDOLA PER UN CANDIDATO M5S – Il governatore della Puglia, e leader di Sel, Nichi Vendola, manda un segnale deciso al Pd. Se si parla di intesa l’unica possibile è quella con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Per questo si appella agli alleati: “L’auspicio è che si possa determinare una scelta in favore di un candidato del Movimento cinque stelle”. In questo auspica un “atto unilaterale del centrosinistra che decidesse questo”.

BOSSI – Dopo i primi verdetti di Camera e Senato pessimista il commento di Umberto Bossi: “Questa legislatura dura poco. Se si va avanti così si va a votare a giugno”. Il governo, invece, “se parte, poi dura. Se si mette in piedi un governo poi nulla lo tira giù”.

M5S "INUTILE SPRECO DI SOLDI" – "E’ uno spreco di denaro pubblico perché, con un metodo normale, una votazione del genere si potrebbe effettuare in mezz’ora". E’ questa la critica aspra che arriva da Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle. "Con un metodo normale" i deputati “potrebbero adoperarsi per cose più utili per il Paese. Abbiamo calcolato che si sprecano 420mila euro". Come? "Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420 mila euro".

MONTI AL SENATO? – Da qualche ora e sempre con maggiore insistenza sta cominciando a circolare una voce per i corridoi di Palazzo Madama: Mario Monti presidente del Senato. L’ipotesi troverebbe ristoro in diversi ambienti parlamentari a partire dal Pdl. Un’ipotesi accolta positivamente anche da parte del Pd e persino in casa del Professore, la lista Scelta Civica. Uno scenario su cui fonti vicine al premier non vogliono rilasciare dichiarazioni. “Mario Monti non sta cercando di diventare presidente del Senato, tuttavia sarebbe disponibile a questa ipotesi solo nel quadro di un governo di larghe intese”. Così Andrea Olivero, coordinatore politico di Scelta Civica.

LA PROTESTA DEI SINDACI CONTRO IL PATTO DI STABILITA'

SECONDA VOTAZIONE ALLA CAMERA – Da qualche minuto è cominciata la seconda votazione alla Camera per l'elezione del presidente. Il quorum richiesto in questa votazione è la maggioranza dei due terzi considerando anche le schede bianche.

MIELI DICE PRODI – “Entro domani o dopodomani il Parlamento con ogni probabilità eleggerà i nuovi presidenti di Camera e Senato”, e secondo Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera e attualmente presidente di Rcs Libri, Romano Prodi, come dichiarato all’Ansa, ha “ottime chance per essere il prossimo Presidente della Repubblica”. Mieli è convinto che lo stallo sia “apparente”. '”Non vorrei sbilanciarmi visto quello che i miei colleghi hanno combinato sull’elezione del papa, nessuno ci ha azzeccato. Ma se proprio devo farlo, dico che al 90-95% dovrebbe essere Romano Prodi”.

5 STELLE IN GIACCA E CRAVATTA - Lui, Francesco D’Uva, il più giovane eletto a 5 Stelle, è in completo grigio, cravatta di seta e sobria spilletta al bavero, 5 piccole stelline luccicanti. “Io per rispetto dell’istituzione ho deciso di mettere un abito elegante oggi” afferma al termine della prima votazione per l'elezione del presidente della Camera. Non c’è alcuna decisione per il dress-code da seguire in Parlamento ma, spiega il giovane deputato M5S, “anche se ognuno si vestirà come più gli pare per oggi abbiamo deciso, per rispetto, di indossare tutti la giacca”. Anche Roberto Fico, indicato dal M5S come candidato per la carica di Presidente, è, infatti, oggi in giacca e cravatta (rossa).

PRIMO SCRUTINIO

SENATO - Esito negativo per la prima votazione a scrutinio segreto per l'elezione del presidente del Senato. Lo ha dichiarato ufficialmente il presidente pro tempore Emilio Colombo, rendendo noto l'esito dello scrutinio. Su 313 presenti e votanti sono risultate 246 schede bianche, 52 voti per l'esponente M5S, Luis Alberto Orellana, 4 per il senatore Pdl Cosimo Sibilia, 2 per la senatrice Pdl Alessandra Mssolini, 2 per il senatore Pdl Domenico Compagna, uno per il senatore a vita Emilio Colombo e uno per il pidiellino Domenico Scilipoti. Le schede nulle sono state 4. La seconda votazione a scrutinio segreto inizierà alle 16. Anche per questa votazione è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti.

CAMERA - Nulla di fatto al primo scrutinio per l'elezione del presidente della Camera. Come si prevedeva, tantissime sono state le schede bianche e i 'grillini' hanno votato compatti per il loro candidato. Roberto Fico è stato votato infatti da tutti i 'grillini' e ha ottenuto 108 voti: la pattuglia grillina è composta da 109 deputati, quindi è facile immaginare che il candidato, per fair play, non abbia votato per se stesso. Daniele Marantelli del Pd ha ottenuto 6 voti. Sono state 459 le schede bianche, 24 quelle nulle. Non c'è stato alcun astenuto, i voti dispersi sono stati 21. Per l'elezione alla prima chiama del presidente era necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera, che si attesta a 420 deputati. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno atteso fino alla fine la proclamazione del risultato in un'Aula semideserta.

LA PRIMA VOLTA - "Carissime e carissimi siamo entrati in aula occupando le file in alto..né a destra né sinistra., ma sopra (ed oltre)..operazione fiato sul collo sempre". Con questo tweet Tiziana Ciprini, una delle neoelette alla Camera, ha spiegato la decisione del Movimento 5 Stelle di non prendere nessuna posizione 'canonica' in aula ma di posizionarsi sulle poltrone più in alto. Un modo, l'ennesimo, per provare a distinguersi da quella "casta" tanto odiata e per rimarcare che, oggi, "La storia ha inizio": con queste parole il blog di Beppe Grillo ha salutato l'avvio della 17esima legislatura, quella segnata dallo sbarco dei 'grillini' in Parlamento.

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