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Giovedì, 28 Marzo 2024
ELEZIONI

Grillo spaventa le banche: "Comunque vada il voto, Roma brucerà"

Il "rischio Grillo" da un lato. Quello "Berlusconi" dall'altro. E quella "non maggioranza" al Senato che rischia di rendere il paese ingovernabile. Economisti e investitori temono la paralisi. L'allarme della Reuters

Roma sta per bruciare. Non solo perché tra qualche ora, venerdì alle 14, a piazza San Giovanni Beppe Grillo e i suoi daranno vita all'invasione grillina nell'ultimo giorno di campagna elettorale. Roma brucerà a partire da lunedì sera. Da quando, cioè, si saprà chi (non) sarà il vincitore delle elezioni politiche 2013.

Per dirla con le parole della Reuters, "a prescindere da chi vincerà le elezioni del prossimo weekend il lungo declino economico è destinato a proseguire perché il prossimo governo non sarà abbastanza forte per portare avanti le riforme necessarie per far tornare competitiva l'economia italiana".

E così una delle più importanti agenzie di stampa del mondo, guardando all'Italia, suona un vero e proprio campanello d'allarme. Quello di "banchieri, diplomatici e industriali", spaventati "dalla disperazione di come il consenso degli italiani si sta spostando" verso "le ali d'opposizione al sistema".

Monti e Bersani perdono consensi. Grillo li guadagna. L'ala sinistra, quella di Ingroia, della competizione raccoglie qualcosa ai danni del centrosinistra. E quel qualcosa potrebbe essere fondamentale nelle regioni in bilico per la corsa al Senato.  

"In questo modo è sempre più probabile che nessun blocco avrà la forza politica per affrontare in Italia la profonda crisi economica in corso".

Il riferimento della Reuters è agli ultimi sondaggi, quelli finali, che "prevedono che il voto consegnerà una maggioranza in entrambe le Camere a una coalizione di centrosinistra in alleanza all'ex prima ministro 'tecnocrate' Mario Monti".

E' questo il risultato auspicato dagli investitori ma "tutt'altro che certo" visto che secondo le maggiori ricerche questo scenario ha solo il 50-60% di possibilità di verificarsi.

Il cast variopinto dei candidati che comprende "il magnate dei media Silvio Berlusconi", ritenuto "una disgrazia", "l'occhialuto accademico Mario Monti", il comico "anti sistema" Beppe Grillo e il "poeta ex comunista" Nichi Vendola ha messo per il momento in stan by gli investitori, che "hanno assuno una posizione rilassata, basandosi sui sondaggi fino al 10 febbraio rassicuranti".

A tranquillizzare, oggi, sono però soprattutto i tassi di rendimento dei titoli italiani a 10 anni che dal 6% del 2011 sono scesi al 4,4%, quasi un punto percentuale in meno rispetto all Spagna, "rimettendo così l'Italia sostanzialmente in linea con il mercato europeo".

Ma gli osservatori italiani, secondo Reuters, "sono sempre più nervosi". Segno che il clima sta cambiando. "Lo scenario elettorale preferito dagli investitori potrebbe non avverarsi".

L'elettorato, infatti, "è stanco, arrabbiatto per la corruzione politica, per la cattiva gestione economica, per una crisi nazionale che ha impoverito tutti". E così "la sorpresa potrebbe essere vicina".

Per Reuters, Bersani "è un degno ministro ma un leader poco brillante", alla guida di un partito "collegato allo scandalo bancario nella città medievale di Siena". E il consenso per il suo partito "sembra stia svanendo".

Monti, soprannominato "Rigor Montis" dai suoi oppositori (Grillo in testa) per le sue politiche di austerità "è bloccato al quarto posto e potrebbe ancora scivolare".

E così gli occhi di tutta Europa, in queste ore, sono su Beppe Grillo e sul suo "tsunami tour". "Cosa succedà?" ha chiesto Reuters a un noto banchiere di Milano che è però voluto restare anonimo. La risposta: "Non vincerà ma farà in modo che Bersani e Monti non abbiano abbastanza seggi per formare un governo efficace". In poche parole: Grillo farà perdere tutti.

"Con Grillo oltre il 20%", cosa "possibile secondo molti esperti" il nuovo Parlamento "sarebbe pieno di volti nuovi, inesperti, "anti sistema" che si rifiuterà di trattare con altri politici e perfino con il Governo.

In finale, "con tanta incertezza sulle elezioni e le possibilità sempre minori di avere un governo forte e stabile, riformista, è difficile evitare la conclusione che l'Italia è in lento e costante declino economico". Un declino "che continuerà indipendentemente dal risultato elettorale".

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