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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Elezioni Politiche 2018

La nuova Italia è di Salvini e Di Maio

Elezioni 2018, i primi dati disegnano già uno scenario clamoroso: ci sono due vincitori sicuri, due sconfitti eccellenti e un rebus sulla maggioranza di governo. Cosa succede adesso?

La maggioranza sembra lontana per tutti, perché nessuno raggiungerebbe quota 316 e quota 158, ovvero i numeri magici per ottenere una maggioranza assoluta rispettivamente alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. E occorre cautela nell'esame dei primi dati, a maggior ragione con il Rosatellum bis, la nuova legge elettorale che assegna un terzo dei seggi con il sistema maggioritario e due terzi con quello proporzionale. Ma una prima analisi è già possibile, a partire dai dati diffusi dopo la chiusura dei seggi alle 23. E allora diciamolo senza paura di sbagliare: i primi dati reali dello scrutinio hanno l'effetto di una bomba sulla politica italiana. Proviamo a spiegare perché.

  • Il Movimento 5 stelle fa boom

Il M5s festeggia un risultato già definito "storico": è il primo partito con oltre il 30% delle preferenze. Un risultato clamoroso, al di là delle più rosee previsioni in casa grillina. "E' un trionfo, un'apoteosi. Ora tutti dovranno parlare con noi", ha detto Alessandro Di Battista dopo le prime proiezioni (guarda il video). Il Movimento "anti sistema" e d'opposizione per eccellenza si avvicina ad essere forza di governo. Sì, ma con chi?

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  • Il centrodestra c'è, ma cambia la guida

Il centrodestra sarebbe la prima coalizione, anche se il totale dei voti dovrebbe essere intorno al 34/36%, una quota probabilmente non sufficiente per ottenere la maggioranza dei seggi a Camera e Senato. Secondo i primi calcoli questa eventualità è molto lontana, poiché il Movimento 5 Stelle riuscirebbe ad avere la meglio in moltissimi collegi uninominali. Ma la notizia è un'altra: il clamoroso sorpasso interno, con la Lega che potrebbe ottenere più voti di Forza Italia e, dunque, rivendicare la leadership di Salvini all'interno della coalizione.

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  • Il Pd è morto, Renzi si dimette?

Al Nazareno vince la depressione. Il partito, stando ai primi dati, non riesce a raggiungere neanche il 20% al Senato. "Renzi non è assolutamente intenzionato a dimettersi, l’ipotesi non è sul tavolo", assicura un fedelissimo. Ma se i dati negativi venissero confermati, dopo la "tregua" dell’ultimo mese all’interno del partito, da domani partirà la resa dei conti con le minoranze interne che si troverebbero davanti il segretario forse nel suo momento di maggior debolezza. E dopo la batosta del referendum - con successiva "riabilitazione" - sarà difficile sopportare una seconda débâcle così fragorosa.

  • Renzusconi è un ricordo lontanissimo

Decisamente anacronistica una riedizione del patto del Nazareno, come immaginato da Denis Verdini. Se il Pd di Renzi è morto, Forza Italia è moribonda. E con i dem che non riescono a raggiungere neanche il 20%, non sarebbe sufficiente una "larga intesa" con i forzisti per poter dare vita a una maggioranza. Il partito guidato da Silvio Berlusconi fatica a raggiungere il 15% e, come detto, deve registrare il sorpasso della Lega, che lo distanzia di circa quattro punti.

  • Il governo è un rebus, ma la nuova Italia c'è già

I primi dati dicono che al momento non c'è alcuna maggioranza e il quadro politico, dunque, rimane incerto. Nessuno raggiungerebbe la soglia del 40% indispensabile per garantire la governabilità. La possibilità di dare vita ad un nuovo governo passerà dunque necessariamente da intese tra forze politiche differenti. Ma le elezioni 2018 hanno due vincitori sicuri: Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il primo brinda da leader del partito più votato, il secondo affossa Berlusconi e sposta più a destra la linea politica della coalizione. E allora ci sarà un accordo di governo tra Lega e Movimento 5 stelle? Le due forze hanno sempre smentito un accordo del genere, ma oggi il dato politico appare incontrovertibile: se c'è una maggioranza "nel Paese", ebbene questa è a guida Salvini-Di Maio.

  • LeU, + Europa, Civica Popolare, Potere al Popolo, CasaPound

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