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Sabato, 20 Aprile 2024
Elezioni 2018

Tutte le strade portano al voto

Governo di scopo o nuove elezioni: due le ipotesi rimaste in piedi dopo il rifiuto di Lega, Pd e 5 Stelle a stringere alleanze "organiche". Per uscire dallo stallo ci vorrà tutta la forza di persuasione di Mattarella

Il quadro è in evoluzione, ma per uscire dallo stallo ci vorrà tutta la forza di persuasione di Sergio Mattarella. Né Lega, né Pd né tantomeno i 5 Stelle (per ora) vogliono stringere alleanze per formare un nuovo governo. I dem hanno già fatto sapere che un governo con il M5s è fuori discussione ("è contrario il 90% del partito", ha detto Andrea Orlando). Quanto a Salvini ha fatto sua la strategia annunciata da Di Maio già prima del voto: quella di chiedere l’appoggio delle aule su singoli provvedimenti.

 "Non credo ad accordi con partiti - ha detto il leader leghista - Stiamo lavorando al programma che offriremo ai parlamentari, al Parlamento. Su alcuni punti vedremo chi dà una mano a portarli avanti e chi invece dice di no a prescindere. Quindi niente accordi organici né con il Pd né con i 5Stelle né con la Boldrini".

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Appoggio esterno. Governo di minoranza. Sono queste le espressioni che ricorrono più spesso sui quotidiani e tra i maggiorenti dei principali partiti. Neanche il M5s si sbilancia: secondo i retroscena, pur di vedere Palazzo Chigi Di Maio sarebbe disposto a concedere ai dem anche qualche ministero di peso (uno dei nomi che si fa è quello di Marco Minniti agli Interni). Ma per ora nessuna proposta ufficiale né ufficiosa è stata avanzata. Di contro dal Partito Democratico è arrivata una chiusura netta e senza appello ad ogni possibilità di intesa "con gli estremisti".

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Resta l’ipotesi di un governo di minoranza del centrodestra con l’astensione del Pd. Non si realizzerebbe nell’immediato - avrebbero detto secondo Askanews alcuni deputati azzurri -, ma più in là, in estate, dopo che si sarà verificato lo stallo su tutti gli altri tentativi. Ma anche questa è una strada stretta. Il non trascurabile particolare è che tale esecutivo non potrebbe chiaramente essere guidato da Matteo Salvini.

E quindi? Sic stantibus rebus le ipotesi più accreditate restano due: governo di scopo per scrivere una nuova legge elettorale (maggioritaria?) o elezioni subito. Della prima possibilità ha parlato in mattinata a Radio1 il vicepresidente della Lega Giancarlo Giorgetti: "Un governo di scopo con il Pd per realizzare la legge elettorale e la manovra? Per la legge elettorale sì, per la manovra no - ha detto il leghista -, perché la visione rispetto a questioni fondamentali come l'Europa e le tasse lo rendono un po' complicato. Ma la palla è nelle mani del presidente della Repubblica".

Giorgetti ha poi aggiunto: "Ci rendiamo conto che la situazione è bloccata per motivi di numeri, noi faremo la nostra proposta, la faranno i Cinquestelle, vedremo quella che avrà le gambe per camminare, se nessuno l'avrà si tornerà a votare cercando un chiarimento".

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Quanto alle elezioni immediate sono l’estrema ratio, l'ipotesi che il Capo dello Stato cercherà di scongiurare ad ogni costo. Anche perché, con una legge elettorale sostanzialmente proporzionale, il rischio di ritrovarsi in una nuova impasse è molto elevato. La confusione sotto il cielo è grande: spetterà a Mattarella sbrogliare la matassa. 

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