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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni Politiche 2018 Italia

Mdp-Si: il tempo è scaduto, nessuna intesa col Pd (e salta anche l'articolo 18)

I capigruppo di Mdp e Sinistra italiana sanciscono la chiusura di ogni alleanza con il Pd, formalizzata poi nel pomeriggio quando l'aula della Camera bocciato il disegno di legge che prevedeva la reintroduzione dell'articolo 18

Il tempo è scaduto, nessuna intesa con il Pd alle prossime elezioni. Così i capigruppo di Mdp e Sinistra italiana, all'uscita dall'incontro con la delegazione Dem, sanciscono la chiusura di ogni alleanza. Una chiusura formalizzata poi nel pomeriggio quando l'aula della Camera ha approvato la proposta di rinvio in commissione del disegno di legge per il ripristino dell'articolo 18, avanzata dalla relatrice Pd Titti Di Salvo.

Contro il rinvio in commissione si sono espressi, oltre a Mdp e Si (firmatari del ddl), anche M5s, Fi, Lega e Fratelli d'Italia, seppur con motivazioni diverse. La differenza a favore del rinvio è stata di 26 voti.

"Rammarico" per il no della sinistra a un'alleanza per le prossime elezioni politiche è stato espresso dall'esponente Pd Piero Fassino al termine dell'incontro con i capigruppo di Mdp e Si.

Le aperture del Pd su lavoro e diritti

Fassino, che era accompagnato da Cesare Damiano e da Maurizio Martina all'incontro, ha spiegato di aver presentato "una proposta vera e sincera di misure che potessero portare a una convergenza. Sul lavoro abbiamo proposto misure integrative sul jobs act per rendere più conveniente il contratto a tempo indeterminato, misure integrative di maggiore tutela in caso di licenziamento, il raddoppio delle risorse per il reddito di inclusione, aumento delle risorse per il fondo sanitario nazionale e avvio del superamento del superticket, inoltre la stabilizzazione e l'allargamento a una base di lavoratori più ampia dell'anticipo della pensione così come una serie di misure in campo ambientale". Inoltre "sui diritti abbiamo confermato la nostra volontà di arrivare alla adozione delle legge su ius soli e fine vita".

Speranza: con Pd due agende diverse e incompatibili

"Il Pd non vuol cambiare, e se non cambia l'unità è inutile, è solo un'alchimia elettorale che non aggiunge voti". Per Speranza il Pd "rivendica come è legittimo che sia, l'agenda poltiica di questi anni e noi siamo alternativi a questa agenda su scuola, sanità e lavoro. Abbiamo detto sì all'incontro perchè è sempre giusto confrontarsi, ma sono due agende diverse. Usciamo da un teatrino fatto dai gruppi dirigenti: i messaggi sono diversi e non sono compatibili".

"Non abbiamo dato disponibilità alla trattativa e abbiamo risottolineato come le differenze di impostazione politica tra noi e il Pd sono su temi di fondo - ha spiegato Cecilia Guerra capogruppo Mdp al Senato -, anche nelle posizioni prese in questi giorni non ci sono credibili convergenze: mi riferisco al lavoro, ai licenziamenti illegittimi e poi al fatto che non si può fare una campagna elettorale all'insegna di 'meno tasse per tutti' perchè vuol dire meno welfare per tutti".

"Non ci sono margini di intesa con chi in questi anni ha fatto politiche sbagliate e che abbiamo contestato duramente - ha aggiunto Giulio Marcon, capogruppo Sinistra italiana alla Camera - il programma c'è già, è quello realizzato in questi mesi, perciò siamo fuori tempo massimo e non ci sarà nessuna intesa. Costruiremo con Articolo 1, Possibile e con la società civile una lista per politiche diverse da quelle del Pd".

Quanto ai rapporti con Pisapia Marcon ha ricordato che in questi giorni "ha evidenziato posizioni diverse, purtroppo il Pd ha fatto scelte che non vanno nella direzione dei valori della sinistra: uguaglianza, diritti, solidarietà e per questo non siamo preoccupati perchè la nostra lista avanzera su questi temi proposte specifiche".

Secondo Guerra poi "il fatto che non si voglia nepure parlare dei casi più estremi come i licenziamenti disciplinari è molto molto grave e inconcepibile, anche l'accordo di ieri sulle pensioni le nostre richieste non sono state neppure considerate, infine è stato appena licenziato al Senato il decreto fiscale che reintroduce condoni fiscali a go go, sono tutti segni che dimostrano che oggi non c'è volontà di convergenza sui temi che proponiamo, non c'è accordo pechè non c'è la volontà di modificare le politiche su cui noi da tempo chiediamo un cambiamento".

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