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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni Politiche 2018

Elezioni in tv, l'Agcom ha deciso: par condicio e contraddittorio anche per i giornalisti

Giornalisti come politici, secondo l'AgCom, che ha approvato il nuovo regolamento sulla par condicio per la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni del 4 marzo. Mentana: "Rispediamo al mittente"

L'AgCom ha approvato il nuovo regolamento per l'applicazione della par condicio da parte delle tv private per la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo. In mezzo ai vari articoli che lo compongono ce n'è uno però che introduce una novità destinata già a far discutere. All'articolo 7 della delibera approvata dall'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, riportato dal Corriere della Sera, si legge:

È indispensabile garantire, laddove il format della trasmissione preveda l'intervento di un giornalista o di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo, ma anche del contraddittorio, della completezza e dell'oggettività dell'informazione stessa, garantendo in ogni caso la verifica di dati e informazioni emersi dal confronto

Tradotto: un giornalista invitato in un programma come opinionista dovrà dichiarare la propria posizione (ovvero il "sostegno di una tesi") per permettere così anche il contraddittorio (la trasmissione come "uno spazio adeguato alla rappresentazione di altre sensibilità culturali"). "Se durante un talk show viene invitato un giornalista che esprime un'opinione favorevole, poniamo, alla legge Fornero sulle pensioni, dev'essere presente un altro giornalista che sostenga il contrario", spiega Sergio Rizzo. Giornalisti come politici, insomma: se ne inviti uno di un partito, devi averne anche un altro della fazione opposta. 

Elezioni Politiche 2018, via alla Par Condicio: cos'è e come funziona 

"Il lavoro dei giornalisti ancora non è regolato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Noi rispondiamo davanti ai telespettattori, alle leggi dello Stato e alla deontologia. Se non c'è un malinteso, rispediamo tutto al mittente", è stato il commento di Enrico Mentana, direttore del TgLa7. Sul Giornale il direttore Alessandro Sallusti definisce la legge sulla par condicio "la morte del giornalismo" e attacca: "Chi ha scritto questa norma o era ubriaco o non sa di cosa sta parlando". 

Cosa si intende per "dichiarare la propria posizione"? Spero non l’intenzione di voto, che la Costituzione garantisce libero e segreto. E allora quale posizione? Un giornalista, per definizione, ha la sua di posizione, che può coincidere per nulla, in tutto o in parte con quella dei politici o degli altri colleghi presenti al dibattito. Secondo quel genio del Garante, se io e Travaglio ci troviamo insieme in un dibattito e non diciamo a prescindere cose opposte incorriamo in una violazione di legge, immagino sanzionata per noi e per l’emittente che ci ospita, perché non abbiamo garantito il "pluralismo" degli ospiti.

Su Democratica, il sito di informazione del Partito Democratico, ci sono le opinioni contrarie all'articolo 7 di altri direttori e giornalisti, da Antonio Di Bella a David Parenzo, da Alessandra Sardoni a Paolo Del Debbio. 

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