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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Movimento 5 Stelle

Lavoro, tasse e pensioni: e se vincesse il M5s?

Dal reddito di cittadinanza alla riduzione dell'orario di lavoro: ecco cosa dobbiamo aspettarci con i 5 Stelle a Palazzo Chigi

E se alle prossime elezioni vincesse il Movimento 5 Stelle? In tanti se lo augurano, per altri sarebbe una iattura. Resta il fatto che nei sondagggi il M5s è ormai stabilmente il primo partito italiano e l'eventualità di vedere i grillini al governo non è più così remota come lo era qualche tempo fa. Specie dopo l'apertura di Luigi Di Maio a possibili alleanze con altre forze politiche dopo il voto. 

Movimento 5 Stelle: il programma aggiornato

E quindi cosa accadrebbe con i 5 Stelle a Palazzo Chigi? Com’è ormai noto ai più, la proposta-bandiera del M5s è l’introduzione di un reddito di cittadinanza: 780 euro al mese destinati ai disoccupati e agli inoccupati, mentre chi ha già un lavoro sottopagato avrebbe diritto all’integrazione del reddito. In questi anni sul reddito di cittadinanza si è detto e scritto molto: diversi esperti ne hanno messo in dubbio le coperture indicate (secondo il M5s servono circa 20 miliardi l’anno), mentre per altri osservatori un sistema così concepito disincentiverebbe le persone a cercare lavoro.

I 5 Stelle hanno ribattuto in più occasioni che per poter usufuire del reddito sarà necessario iscriversi ai centri per l’impiego che offriranno a chi è disoccupato fino a 3 offerte di lavoro compatibili con il suo curriculum. Al terzo rifiuto il candidato perderà il diritto a ricevere il sussidio. Ma anche su questo punto in molti hanno espresso dubbi sull'efficacia di una legge così concepita. "Come fa lo Stato a dare tre offerte di lavoro a due milioni di giovani?", la domanda rivolta qualche tempo fa in tv al grillino Bonafede dal giornalista Nicola Porro. "Come fa a trovare sei milioni di offerte di lavoro?". Un'obiezione a cui, oggettivamente, i 5 Stelle non hanno mai risposto. 

Lavoro, il programma del M5s

Oltre al reddito di cittadinanza, sul fronte lavoro un altro punto del programma (parziale) del M5s è la riduzione dell’orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali: "I Paesi europei in cui si lavora meno sono quelli ricchi del Nord Europa - si legge nel programma del M5s -, mentre quelli in cui si lavora di più sono i Paesi dell'Est e del Sud. Un greco lavora il 50% in più di un tedesco, tanto per fare un esempio". Secondo i 5 Stelle "bisogna uscire da un equivoco: lavorare più ore non significa necessariamente essere più produttivi. Anzi. E’ la qualità del lavoro (da migliorare attraverso investimenti in ricerca, sviluppo e formazione) a far crescere la competitività e il valore aggiunto, ingredienti fondamentali per un’economia come quella italiana". Secondo il M5s i costi per la riduzione dell’orario di lavoro sarebbero “molto limitati” anche se non è chiaro a quanto ammonterebbero di preciso. 

Via il Jobs act, restano gli 80 euro

Altre grande novità annunciata di recente da Di Maio è la reintrduzione dell'articolo 18. "Noi il Jobs Act lo vogliamo abolire - ha affermato Di Maio - crediamo che sotto i 15 dipendenti non serva l'articolo 18 alle imprese, perché in quel caso sono a conduzione familiare. Per il resto, vogliamo ripristinarlo". Discorso diverso per il bonus di 80 euro in busta paga, misura in passato aspramente criticata dal M5s. Ora però i grillini sembrano aver cambiato idea. 

Qualche giorno fa Di Maio, rispondendo su Radio Anch'io a un ascoltatore che gli chiedeva se lo avrebbe abolito in caso di vittoria alle elezioni, ha detto:

"Sono soldi suoi, se li merita, non glieli vogliamo togliere, non le ha regalato niente nessuno. Quelli sono soldi delle tasse degli italiani, sono soldi che lei paga e che le rientrano dal punto di vista di uno sgravio IRPEF. Quindi nessuno glieli vuole togliere, non si preoccupi".

Pensioni, cosa prevede il programma dei 5 Stelle

Grosse novità in vista anche sul fronte pensioni. Non è chiaro se la legge Fornero verrà modificata o cancellata del tutto, sta di fatto che per i pentastellati la soglia di accesso alla pensione, fissata a 67 anni, è troppo alta. "E’ evidente - scrivono nel programma - l’errore tecnico e culturale in cui incorrono i governi che insistono nell’alzare l’asticella dell’età anagrafica da raggiungere per il pensionamento".

E già perché, spiegano i 5 Stelle, "se i giovani non lavorano oggi, non possono mantenere i pensionati di oggi" e dunque bisogna "consentire ai lavoratori di scegliere con più libertà, entro certi limiti, la soglia anagrafica e di anzianità professionale da conseguire prima di accedere alla quiescenza. Magari, incentivando la staffetta generazionale come strumento di riduzione dell'orario del lavoratore vicino alla pensione, a fronte dell'assunzione di giovani, al fine di favorire l'occupazione giovanile e accompagnare i lavoratori anziani verso l’addio alla professione, garantendo un passaggio di conoscenze ed esperienze tra generazioni". 

Ma non è tutto. I 5 Stelle promettono infatti di estendere le tutele previdenziali dei cosiddetti "usuranti" ad altri mestieri gravosi e garantire un accesso alla pensione agevolato ai cosiddetti "precoci".  Di recente inoltre Luigi Di Maio ha proposto di portare le pensioni minime a 780 euro al mese, perché "non è pensabile che in Italia siano sotto la soglia di povertà".

Tagli alle pensioni d'oro

Per fare cassa i 5 Stelle puntano sul taglio alle pensioni sopra i 5 mila euro netti al mese. Secondo il M5s ciò porterebbe ad un risparmio di dodici miliardi di euro spalmati su più anni. Si stima però che la sola cancellazione della legge Fornero possa costare 8-10 miliardi di euro. 

Fisco e tasse: le proposte del M5s

Sul fronte delle tasse il M5s concorda con gli altri partiti sulla necessità di una riduzione della pressione fiscale. In quali settori? Il M5s intende tagliare le tasse "sul reddito delle persone fisiche attraverso la revisione degli scaglioni IRPEF privilegiando, nell’ottica di redistribuzione della ricchezza, le fasce di contribuenti medio-basse, i nuclei familiari monoreddito e con più componenti e le diversità territoriali del Paese". Di recente, in due interviste rilasciate a Repubblica e Stampa, Di Maio ha poi spiegato di voler abbassare le tasse sulle imprese con una "manovra shock" attingendo "anche a risorse in deficit". Se l’economia corre, è il ragionamento del leader del M5s, quei soldi ripagano il debito creando valore". 
 

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