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Venerdì, 29 Marzo 2024
Elezioni Politiche 2018 Italia

Per la prima volta in 70 anni l'Emilia Romagna non è più una "rossa"

Bocciato Franceschini ed Errani, eletti Casini e Lorenzin. L'Emilia Romagna si tinge di giallo-blu. Il Movimento 5 stelle scalza Pd da primo partito, la Lega traina il centrodestra

La "rossa" Emilia-Romagna perde il suo colore storico e si tinge di giallo-blu. Gli eredi del Pci, che hanno guidato praticamente tutti i comuni dal dopoguerra a oggi, mollano la presa per far spazio a Movimento 5 stelle e al centrodestra, con la Lega a far da traino, che dopo le elezioni politiche del 4 marzo diventa il primo partito in regione.

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Quando sono state scrutinate oltre due terzi delle schede la fotografia è ormai nitida. Alla Camera - ma i dati del Senato sono speculari - la coalizione di centrodestra si afferma con il 33,75% delle preferenze, con in testa la Lega Nord che totalizza il 20% e Forza Italia appena il 10% (FdI 3,3% e Noi con l'Italia lo 0,59%).

Il Partito democratico, assieme alle liste che hanno formato la coalizione di centrosinistra, hanno raggiunto il risultato storico (in negativo) del 30,2% (nel 2013 avevano ottenuto il 37%), con il partito di Renzi fermo al 26%, +Europa della Bonino con il 2,9% delle preferenze, la lista Insieme - sponsorizzata dallo stesso Romano Prodi - lo 0,73% e Civica Popolare del ministro Lorenzin a 0,56%. E' il partito di Luigi Di Maio la "mina a grappolo" esplosa un po' ovunque in una regione dove i grillini non erano mai riusciti a "fare il botto", se si esclude della città di Parma "rubata" sei anni fa dal fuoriuscito Federico Pizzarotti. Qui, nella regione guidata dal governatore Stefano Bonaccini, i candidati Cinquestelle totalizzano il 27,7% delle preferenze superando appunto nettamente il Pd che non è più il primo partito.

Liberi e uguali va meglio che in altre parti d'Italia, ma certamente il 4% delle preferenze non può considerarsi un risultato soddisfacente soprattutto per il "carico da 90" che portavano sulle spalle candidati come l'ex segretario Pd, Pier Luigi Bersani, e l'ex governatore Vasco Errani. Seguono con lo 0,6% Casapound e il Popolo della Famiglia, con lo 0,4% Italia agli italiani; a quota 0,2% si fermano Pri-Ala e Per una sinistra rivoluzionaria.

I candidati che Matteo Renzi ha piazzato nei collegi emiliano-romagnoli, considerati fino a qualche giorno fa i più "sicuri", hanno deluso, anche se si dovrà aspettare la fine della conta, essendoci alcuni seggi ancora in bilico. A eccezione di Bologna, dove è ormai certa la vittoria di Pier Ferdinando Casini: la sua candidatura per il Senato è stata una delle più discusse dentro al Pd, ma alla fine è quella che è riuscita a tamponare (con il 33,59% delle preferenze, a spoglio ancora in corso) il pieno di voti che ha totalizzato la candidata del centro destra Elisabetta Brunelli ferma a 28,6%, e quella del M5s Michela Montevecchi che non va oltre il 26%. Di Vasco Errani, candidato di Leu, la maggior delusione in considerazione delle aspettative: si ferma al 7,2%.

A Bologna, alla Camera, passa anche Andrea De Maria (Pd), col 37,34%, davanti alla candidata del Carroccio, Paola Scarano, (26,77) e ad Alessandra Carbonaro del M5s, che ottiene il 21,43%.

A Ferrara un altro risultato amaro per i democratici. Il ministro alla Cultura, Dario Franceschini, è bocciato con il 29,25%, ed è costretto a lasciare il posto a Maura Tomasi, del centro destra, che ha totalizzato il 39,5% dei voti. Terzo il grillino Mauro Falciano, con il 24,78%.

Modena, una delle altre città che ha dovuto far spazio a candidati "paracadutati dall'alto", la spunta con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ottiene oltre il 37%, superando la candidata del centro destra Ylenia Lucaselli (26,9%) e quella dei Cinquestelle Enrica Toce (26,5%).

Male il Pd anche a Rimini: Sergio Pizzolante candidato alla Camera si piazza al terzo posto con il 26,05% delle preferenze, dietro a Elena Raffaelli del centrodestra (35,22%), e a Giulia Sarti, già parlamentare dei Cinquestelle (31,84%).

A Piacenza, all'uninominale per il Senato, brinda il candidato della Lega Nord, Pietro Pisani (45%), mentre il Pd, con l'assessore regionale Paola Gazzolo (22,06%) deve far posto al Cinquestelle Pierluigi Baronio (23,7%).

Non va meglio a Parma per il Partito di Renzi: Lucia Annibali si è fermata al 30% e alla Camera è passata Laura Cavandoli del Carroccio con il 35%.

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