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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Politiche 2018

Elezioni 2018: tutti parlano di sondaggi, ma i numeri non ci sono

Sondaggi elettorali vietati, ma nelle segreterie dei partiti i dati ci sono. Per avere risultati vicini al voto reale, occorrerà attendere exit poll e proiezioni

Perché dal 18 febbraio scorso tutti i mezzi d'informazione, tutti i partiti, tutti gli esponenti politici parlano di come andranno le elezioni, di chi sarà il primo partito, di quale coalizione otterrà più voti, di chi avrà più seggi in Parlamento ma nessuno dà più i numeri dei sondaggi? La risposta sta nella legge n. 28 del 2000 che prevede “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica” e nel regolamento Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa.

I sondaggi elettorali circolano nelle segreterie dei partiti e orientano le scelte comunicative

L'articolo 8, comma 1, della legge del 2000 stabilisce infatti che “nei quindici giorni precedenti la data delle votazioni è vietato rendere pubblici o, comunque, diffondere i risultati di sondaggi demoscopici sull'esito delle elezioni e sugli orientamenti politici e di voto degli elettori, anche se tali sondaggi sono stati effettuati in un periodo precedente a quello del divieto”. Insomma, sebbene continuino a essere commissionati e visionati da tutte le segreterie dei partiti politici in corsa per le elezioni del 4 marzo e sebbene anche le testate giornalistiche ne siano in possesso, dal 18 febbraio e fino alla chiusura delle urne domenica sera alle 23, nessuno può diffondere i dati.

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Elezioni Politiche 2018: i candidati (FOTO ANSA)

Un divieto che fino a un recente intervento dell'Autorità per le Comunicazioni veniva puntualmente aggirato da alcuni siti attraverso i famosi “sondaggi clandestini”, ossia sondaggi camuffati da corse di cavalli, gare di automobilismo o conclavi in cui partiti e capi politici vengono citati con i nomi fantasiosi di fantini o cardinali ma comunque riconoscibili. Solo una settimana fa l'Agcom ha detto basta e sanzionato alcune testate. Ma perché un divieto così rigido? Vietando la pubblicazione dei sondaggi, delle manifestazioni di opinione e delle simulazioni, l'Agcom ha inteso evitare che la loro diffusione condizioni in maniera decisiva l'elettorato nei giorni più vicini alle votazioni.

Ore 23.01 di domenica 4 marzo: stop al divueto e via libera a sondaggi, exit poll e proiezioni

Il “libera tutti” scatterà solo alle 23.01 di domenica 4 marzo quando sarà già possibile pubblicare i primissimi “exit poll” che gli istituti demoscopici effettuano all'uscita dai seggi. In pratica gli intervistatori chiedono agli elettori chi abbiano appena votato e alla chiusura delle urne sono comunicati i risultati. Risultati che, in molte occasioni, si sono rivelati talmente distanti dalla realtà che alcune trasmissioni televisive impegnate nel racconto della serata elettorale hanno completamente rinunciato a renderli noti. Più affidabili risultano essere le cosiddette proiezioni che vengono effettuate sulla base delle schede effettivamente scrutinate. Tuttavia, anche con le proiezioni un margine d'errore va sempre calcolato. Per effettuarle si utilizza infatti un campione parziale per prevedere il comportamento elettorale dell'intera popolazione che, mai come in questa occasione, è particolarmente disomogeneo soprattutto tra il Nord e il Sud d'Italia.

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