rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Scenari

Elezioni: tra Pd e M5s è davvero finita?

Molto difficile che Letta e Conte decidano di ricucire, ma uno spiraglio resterà aperto fino all'ultimo: tutti gli scenari e i motivi del possibile accordo in extremis

E se Pd e Movimento 5 stelle trovassero il modo entro i prossimi dieci giorni di siglare un accordo elettorale per presentarsi assieme alle elezioni politiche del 25 settembre, dopo lo strappo di Calenda? Al momento siamo nel campo delle indiscrezioni sotto l’ombrellone e fioccano le smentite, ma anche tra gli osservatori di lungo corso si fa strada l’idea che l’intesa non possa essere esclusa. In due settimane scarse di ufficiosa campagna elettorale è già successo di tutto, tra annunci e dietrofront, e per il segretario dem sarebbe effettivamente complicato tornare a parlare con i pentastellati dopo aver sbarrato le porte a qualsiasi dialogo dopo la caduta del governo Draghi. Ma saranno i numeri e i nuovi sondaggi forse a tracciare la via.

Tutte le notizie di oggi

Infatti la eventuale coalizione Pd, M5s, Sinistra Italiana, Verdi potrebbe perdere alcuni collegi al Centro-Nord che, con Calenda dentro, forse erano contendibili, ma allo stesso tempo riaprire il discorso per molti altri, che sembravano blindati al mille per mille per il centrodestra, soprattutto al Sud e nelle isole. In Sardegna ad esempio, regione simbolo di questa fase confusa perché la più incerta, dove tutti i collegi sono “senza padrone”, un accordo Pd-M5s sposterebbe gli equilibri in maniera abbastanza marcata. La partita potrebbe cambiare volto: sarà interessante vedere quanto Calenda e Italia Viva riusciranno a rosicchiare a Forza Italia, proponendo un programma modellato proprio per un potenziale elettorato liberale disilluso dal netto spostamento verso destra del centrodestra a trazione Meloni Salvini.

Calenda e il centro che corrono da soli, per come funziona il Rosatellum, con Pd e M5s separati, sono una manna dal cielo per il centrodestra, che potrebbe agilmente ritrovarsi con una maggioranza enorme, due terzi dei seggi. Nei collegi uninominali il centro renziano-calendiano non ha chance, il centrodestra può puntare a vincere quasi ovunque tranne alcuni collegi in Toscana, Emilia e grandi città. Alcune vecchie volpi della politica danno per certo, o meglio per inevitabile un accordo tra Letta e Conte dopo Ferragosto, giusto in tempo per la chiusura delle liste. “Carlo Calenda scappa perché ha saputo quel che io prevedevo da giorni: Enrico Letta ha in tasca l'accordo con il Movimento 5 stelle e lo tirerà fuori all'ultima ora utile", scrive su Twitter il presidente di Verde è popolare Gianfranco Rotondi, (ex?) democristiano di lungo corso.

Anche Meloni intravede (forse teme) che in un modo o nell'altro si andrà a riformare il campo largo: "Letta mollato sull’altare pensa al suo vecchio amore Conte. Il finale tra 7gg, quando scadrà termine per alleanze", scrive la leader Fdi su Twitter.

Conte e Letta escludono un ritorno di fiamma (per ora)

Giuseppe Conte al momento esclude qualsiasi trattativa con Enrico Letta. “In molti in queste ore mi chiedono cosa ne sarà del “campo largo” di Letta, dopo il broncio di Calenda, le voraci pretese di posti sicuri di Tabacci e Di Maio, i veti incrociati e le repentine giravolte - scrive Conte su Facebook - non spetta a me la risposta. Per parte mia posso solo dire che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte I”. Il presidente del M5s prosegue: “Qualcuno mi chiede: e se ora Letta riaprisse al Movimento? Provo a dare una mano e a evitare ulteriori imbarazzi, dopo le dannose decisioni che sono già state prese: noi non siamo professionisti della politica. Il balletto di questi giorni, tra giochi di potere e spartizioni di seggi, ci ha lasciati stupefatti. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa”. Poi la stoccata finale: “A questo punto a Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Ti saluto con cordialità e senza nessuna acrimonia”.

"I 5 stelle si sono assunti la gravissima responsabilità di aver fatto cadere Draghi. Lo hanno fatto senza alcuna capacità di capire la slavina che avrebbero provocato, in modo irresponsabile, e questo ha sancito una rottura di rapporti insanabile - dice Letta oggi in un'intervista alla Stampa - Ora Conte le dice di non cercarli, di dare i collegi che sarebbero stati di Calenda a Luigi Di Maio e ai suoi. È davvero chiusa la possibilità di un'alleanza rinnovata con il Movimento?". "Per quanto ci riguarda - continua .  le alleanze sono chiuse e definite. È stato fin troppo complicato. Ora pensiamo solo alla campagna elettorale, a parlare dei nostri temi, a incontrare le persone. Abbiamo 600 feste dell'Unità in corso in tutt'Italia. Non dico che le farò tutte, ma tantissime".

Il M5s, dal canto suo, se correrà da solo pensa di poter pescare a mani basse tra gli elettori di centrosinistra delusi. Capitolo chiuso, vien da dire. Ma viste le giravolte dell’ultimo mese nella politica tricolore, conviene aspettare ancora qualche giorno per bollare come “impossibile” un ritorno di fiamma tra Letta e Conte. D’altra parte fino a metà luglio il campo largo Pd-M5s sembrava un punto fermo. Inoltre se il collante della coalizione che Letta aveva in mente era l’agenda Draghi, con l’addio di Calenda non lo è più. Se il collante (debole) è invece mettere assieme tutto ciò che non è Salvini Meloni e Berlusconi, tenere fuori una forza politica che ha il 10 per cento non sembra sensato. A giorni la risposta, stavolta sì, finale, alla telenovela alleanze. Il centrosinistra può uscire dall’angolo in cui si è ritrovato solo costruendo un campo più ampio, ma l'operazione è più complicata ogni giorno che passa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Elezioni: tra Pd e M5s è davvero finita?

Today è in caricamento