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Giovedì, 25 Aprile 2024
Camera e Senato

Dopo le elezioni avremo meno deputati e senatori: come cambia il Parlamento

Si riduce il numero degli eletti alla luce della riforma costituzionale e così si modifica la disposizione delle sedute. Scompaiono le ali e resta solo il centro

Le elezioni di domenica 25 settembre cambieranno il Parlamento. Nuovi deputati e nuovi senatori eletti siederanno negli scranni ma, dopo la riforma costituzionale, il loro numero è inferiore al passato. Questo porta un cambiamento anche visivo delle aule. Si modifica la disposizione delle sedute: via le "ali" resta solo il centro.

Con la riduzione del numero dei parlamentari prodotta dalla riforma costituzionale nel 2019, i 400 deputati e 200 senatori (206 se si considerano i senatori a vita) verranno accentrati, lasciando vuote le ali dell'emiciclo con un'implicita ridefinizione del concetto di destra e sinistra. Per logica e praticità tutti al centro, dunque, hanno pensato al consiglio di presidenza di Palazzo Madama e all'ufficio di presidenza a Montecitorio, nel ridisegnare quella che dovrà o potrà essere la mappa dell'emiciclo nella XIX legislatura.

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A poco più di un secolo dalla solenne inaugurazione avvenuta il 20 novembre del 1918, alla Camera si torna all'assetto originario del progetto d'aula disegnato dall'architetto Ernesto Basile che, come spiega il questore Gregorio Fontana, non prevedeva l'ultima fila di 82 posti nella parte sommitale dell'emiciclo, ricavata poi negli anni successivi. "Dal punto di vista architettonico - spiega all'Adnkronos Fontana - non cambierà nulla. Saranno disattivate le postazioni nell'arco superiore dell'emiciclo e alcune delle prime file in basso, nel primo anello. Tutte postazioni che non erano previste nel progetto originario del Basile. Le postazioni - precisa - saranno disattivate e non tolte, perché bisognerà sempre garantire all'Aula una capienza sufficiente per eventuali sedute comuni del Parlamento".

Cosa fare se il giorno delle elezioni non trovi la tessera elettorale o è esaurita

Un cambiamento in vista della prossima legislatura c'è già stato con il montaggio del nuovo display sul quale compaiono i risultati delle votazioni, sostituito con un pannello di nuova generazione. Considerato il rilievo storico, architettonico e artistico dei due emicicli, il punto fermo che ha guidato le scelte a palazzo Madama come a Montecitorio è di non fare lavori "strutturali" con smontaggi o ricollocazione degli scranni. Semplicemente il 13 ottobre, dopo le elezioni alla prima seduta della XIX legislatura, senatori e deputati staranno più larghi. 

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"La splendida struttura dell'aula - ha riferito il questore di Palazzo Madama, Antonio De Poli - non verrà toccata. Lasceremo liberi i due lati dell'emiciclo e l'ultima fila di scranni in alto, per accorpare al centro i senatori. Dal punto di vista dell'impatto visivo non credo ci sia lo shock dei vuoti". L'assetto dei posti a sedere, spiega ancora De Poli, sarà regolato ovviamente sulla base del risultato elettorale, con Fdi destinata a "colonizzare" il lato destro del centro, con la Lega e Fi e scivolando verso la sinistra, "ci sarà da capire dove verranno messi Azione e i 5Stelle. Per il Pd e per il Misto i posti a sedere non cambieranno molto". Al Senato si accomoderanno a partire dalla seconda fila in alto, lasciando vuota la prima, con un 'risparmio' di una sessantina di posti mentre altri 16 dovrebbero ottenersi dal 'taglio' delle ali a destra e sinistra. Fatti i calcoli, rimarrebbero disponibili 244 postazioni. Un numero più elevato degli occupanti ma che potrebbe rivelarsi utile, hanno calcolato sia a Palazzo Madama che a Montecitorio, nel malaugurato caso di un riaccendersi dei casi di Covid.

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