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Sabato, 20 Aprile 2024
Verso le elezioni

Dal virologo Crisanti agli under 35: il Pd sceglie i capilista. Tra le polemiche

Tra i nomi scelti dalla direzione dem anche quello di Cottarelli (Senato) a Milano. Letta correrà per la Camera in Veneto e Lombardia. Ma scoppiano i casi Ceccanti e Cirinnà

Chi sono i candidati del Pd alle elezioni

Per il Pd è stato un Ferragosto caldo, ma non tanto (e non solo) per il caldo estivo: la direzione convocata per scegliere i candidati alle elezioni si è chiusa intorno a mezzanotte dopo una serie di rinvii e polemiche. Alla fine, è arrivato il via libera (con 3 contrari e 5 astenuti) ai nomi portati sul tavolo dal segretario Enrico Letta. Tra le novità, i quattro capilista under 35 e il virologo Andrea Crisanti. C'è poi la conferma di Carlo Cottarelli a Milano. Ma nonostante l'ok della direzione, l'ambiente in casa dem resta agitato. Come dimostra il "giallo" della candidatura del costituzionalistia Stefano Ceccanti.

"Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti - ha detto Letta presentando le liste - Ma è impossibile per la riforma del taglio dei parlamentari ma anche per esigenza di rinnovamento". "Ho chiesto personalmente sacrifici ad alcuni - ha proseguito il segretario dem - Mi è pesato tantissimo. Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era: faccio tutto da solo. Io ho cercato di comporre un equilibrio. Rispetto dei territori tra i criteri fondanti delle scelte". E anche della parità di genere, secondo quanto fatto circolare da fonti del Nazareno. "Termino questo esercizio con un profondo peso sul cuore per i tanti no che ho dovuto dire. Peso politico e umano. Ma la politica è questo: assumere la responsabilità", ha aggiunto Letta.

Nell'attesa di conoscere la composizione definitiva delle liste, le notizie emerse a margine della direzione indicano che Letta sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto. Crisanti invece guiderà la lista nel collegio Europa. Ci sono poi 4 giovani under 35 capilista: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino.

Non sembra trovare invece conferma la candidatura di Ceccanti, per il quale si erano battuti gli esponenti dell'area cattolica del partito: "Leggo con stupore dalle agenzie che sarei candidato numero 4 al proporzionale a Firenze Pisa. La notizia è destituita di qualsiasi fondamento come ben sa il segretario Letta", ha detto il diretto interessato.

Il suo non è l'unico caso ad agitare il post direzione del Pd: anche Monica Cirinnà, senatrice paladina delle rivendicazioni Lgbt, ha contestato la scelta del partito di candidarla in un collegio ritenuto a rischio: "La mia avventura parlamentare finisce qui - ha detto uscendo dal Nazareno - Comunicherò la mia non accettazione della candidatura. Mi hanno proposto un collegio elettorale perdente in due sondaggi, sono territori inidonei ai miei temi e con un forte radicamento della destra. Evidentemente per il Pd si può andare in Parlamento senza di me, è una scelta legittima. Resto nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori". Secondo Cirinnà, il suo gesto non sarà isolato: "Credo che anche altri rinunceranno".

Ma le polemiche in casa dem riguardano anche i posti in quelle che sono considerate roccaforti Pd: è il caso di Pier Ferdinando Casini, che potrebbe essere schierato a Bologna, cosa che sta facendo alzare il sopracciglio (per usare un eufemismo) a molti esponenti della sinistra storica del capoluogo emiliano.

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