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Giovedì, 18 Aprile 2024
le strategie

Come i politici usano i social durante la campagna elettorale

La presenza dei politici sui social aumenta, ma gli errori comunicativi sono tanti e possono essere anche fatali: cosa dicono gli esperti

Le elezioni del 25 settembre si avvicinano e i politici potenziano la loro presenza sui social. Negli ultimi giorni Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno aperto il loro profilo su Tik Tok, scatenando le reazioni degli utenti. In generale, la prima campagna elettorale estiva della storia repubblicana si sta sviluppando prevalentemente online, vista anche la chiusura momentanea dei talk show politici in estate. Ma quali sono le strategie comunicative dietro l'atteggiamento di leader e partiti politici sui social network? Gli errori sono molti e possono anche costare caro. In più, è interessante interrogarsi da elettori sul "perché" un contenuto politico sui social è strutturato in un determinato modo.

Attenzione ai "bombardamenti informativi"

“Rispetto a tre o quattro anni fa i meccanismi persuasivi della comunicazione social sono cambiati moltissimo - sottolinea Giò Talente, spin doctor, direttore esecutivo e strategico di Digitalia 21 - proviamo a fare un esempio: sicuramente ricorderete ‘La Bestia’ di Salvini che nelle elezioni europee del 2019 portò la Lega a ottenere il 34% dei consensi. ‘La bestia’ non era altro che un sistema avanzato di marketing Automation che ricondivideva migliaia di volte i suoi contenuti sui profili o gruppi social, oltre che su delle fan page create ad hoc. Tutto questo serviva a comprendere l’orientamento politico delle persone e, misurando le loro reazioni, dava la possibilità di analizzare quali post funzionassero e quali meno". 

Oggi, invece, secondo Talente - si è compreso che questo genere di attività se da un lato orienta ancora la scelta degli elettori, dall’altro, quando si tende ad abusarne, torna indietro come un boomerang. Il bombardamento informativo, e magari ripetitivo su alcuni temi, può generare un corto circuito controproducente.

Elezioni, le ultime notizie in diretta

Secondo Talente, bisognerebbe selezionare con maggiore attenzione il numero dei post da pubblicare e, soprattutto, scegliere i temi da veicolare. Per evitare confusione nell’elettorato è bene concentrarsi su pochi argomenti piuttosto che parlare di qualsiasi cosa. Insomma, ci vogliono dei “cavalli di battaglia” che connotino inequivocabilmente il proprio programma politico. “Con l’avvento di Internet e l’accelerazione della comunicazione – spiega l’esperto - i cambiamenti culturali e antropologici hanno subito una radicale rivoluzione. I mutamenti sociologici che prima avvenivano in circa dieci o quindici anni, oggi cambiano anche da un anno all’altro e non è detto che quello che funzionava ieri, vada bene ancora oggi”.

Lavorare mentre tutti gli altri dormono: un vantaggio

Per Talente bisogna sempre essere operativi nel controllo delle proprie piattaforme social, 24 ore su 24. Anche di notte o quando vige il “silenzio elettorale”. “Ci sono professionisti che generano profili e post falsi per screditare i propri rivali e questi, quasi sempre, vengono attivati quando gli altri non lavorano, soprattutto di notte. Questo accade perché esistono dei software che sono in grado di creare migliaia di profili social fake che riescono a pubblicare in automatico e in qualsiasi momento. Parliamo di software che possono anche eludere l’algoritmo più sofisticato che avrebbe il compito di stanarli. Queste strategie vengono attivate sia mentre ‘gli altri dormono’ , e mostrano il fianco all’avversario, sia durante il silenzio elettorale. Il loro obiettivo è demonizzare i rivali, diffondere dei dubbi nei votanti e, ancora più grave, incentivare o aumentare il desiderio di astensionismo al voto”. 

La strategia migliore esiste? Occhio alle esche

“Si deve ‘giocare’ tanto in attacco quanto in difesa. La reputazione di un personaggio politico non è differente da quella di un’azienda ed ecco perché bisogna avvalersi di una società di Cyber Sicurezza che tuteli i nostri interessi. Lo scenario che abbiamo davanti è molto più complesso di come lo vedono gli utenti che passano il loro tempo sui social. Chi conosce il dietro le quinte di questo mondo virtuale sa che, purtroppo, i confini della correttezza sono molto labili. Garantire la sicurezza informatica – consiglia Talente - riesce a tutelare moltissimo i vari partiti politici e i loro candidati così come, già da tempo, riesce a farlo con le aziende.

Proprio qualche settimana fa, l’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e i furti di identità, realizzato da CRIF-MisterCredit, ha dichiarato che in Lombardia sono stati più di 3200 furti di identità. Siamo tutti in pericolo ed è per questo che diventa determinante proteggere la propria reputazione mettendola al riparo da qualsiasi attacco che possa danneggiarla. Non bisogna mai sottovalutare che ‘il web’, anche nel lasso di tempo di poche ore, può distruggere la reputazione e la credibilità di un candidato. Può perdere voti preziosi anche il favorito nei sondaggi del giorno prima”.
 
Ma il gioco d’attacco e quello in difesa, non si conclude qui. “Ogni volta che si pubblica un post non è sufficiente prevedere un contro-attacco comunicativo dell’avversario, ma bisogna utilizzare delle parole ‘esca’ che portino la controparte a cadere nella trappola di distogliere l’attenzione sul vero contenuto del post. Quando ad esempio Salvini citava sempre ‘La Ruspa’, l’avversario era più concentrato a demonizzare solamente ‘la Ruspa’ e non il messaggio sotteso. Questa strategia di distrazione – conclude Talente - è la più potente in assoluto perché l’avversario politico cade nel tranello di dissentire la parola esca, perdendosi i reali contenuti nascosti che avrebbe dovuto contrastare. Insomma, è un po’ come far guardare il dito e non la luna”.

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