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Giovedì, 28 Marzo 2024

Charlotte Matteini

Opinionista

Renzi corre da solo perchè non lo vuole nessuno

Matteo Renzi correrà da solo alle prossime elezioni. O almeno, questa sembra essere la notizia di rilievo di questi primissimi giorni di campagna elettorale. Non una decisione realmente spontanea, ma dovuta al fatto che il segretario del Pd Enrico Letta avrebbe posto un veto sulla presenza di Italia Viva nel cosiddetto “campo largo”, ovvero la grande coalizione di centrosinistra che si presenterà alle prossime elezioni del 25 settembre. “In una coalizione che va da Fratoianni a Toti passando per Brunetta, Gelmini e Orlando qualcuno mette veti su di noi? Per cosa? Forse perché siamo stati gli unici a proporre Draghi mentre loro inneggiavano a Conte creandone il mito di ‘fortissimo riferimento progressista? Se invece il veto è legato all’astio di Letta per le vicende del 2014, non possiamo farci niente per noi conta la politica non i rancori personali", ha dichiarato Renzi in una recente intervista.

Non centrando il punto della questione, nemmeno per sbaglio. Ebbene: il campo largo che inizialmente si vociferava potesse nascere aveva (anzi, ancora ha) le sembianze di un’Armata Brancaleone scacciavoti. Dal Partito democratico, passando per i neocentristi di Di Maio, Italia Viva, Azione di Carlo Calenda - intenzionato a imbarcare i transfughi di Forza Italia come Maria Stella Gelmini e potenzialmente anche Renato Brunetta - per finire con Sinistra Italia e i Verdi, più che una coalizione, l’impressione è che si stesse formando una Corazzata Potëmkin che non sarebbe stata assolutamente in grado di rispondere alle esigenze di elettorati con bisogni e richieste estremamente differenti.

Un grande centro pronto a imbarcare chiunque pur di ottenere più seggi possibili in parlamento, non una parola sulla realizzazione di un programma che avrebbe dovuto tenere insieme i sostenitori del salario minimo con quelli contrari al reddito di cittadinanza. Che cosa dovrebbe pensare un elettore di centrosinistra trovandosi di fonte a una coalizione dalla personalità multipla, unita dall’unico obiettivo di raggranellare seggi e assolutamente non in grado di realizzare un programma coerente con le aspettative di cittadini che chiedono misure per il contrasto alla povertà, contro il precariato diffuso e fuori controllo, contro gli effetti dell’inflazione sugli stipendi? Esiste davvero qualcuno che crede possa funzionare un campo largo che da un lato cerca i voti di elettori e delusi di sinistra e dall’altra aspira a intercettare i cosiddetti “moderati” di centrodestra in fuga da Forza Italia?

I sondaggi danno Italia Viva all’1,8%, ben al di sotto della soglia di sbarramento che permetterebbe a Matteo Renzi e sodali di entrare in Parlamento. La verità è che è Renzi sa di non poter correre da solo. E’ lui ad aver bisogno a ogni costo del Pd o di una coalizione - meglio il centrodestra, allora - che conceda candidature in collegi uninominali blindati e abbassi la soglia di voti necessaria a conquistare una quantità infinitesimale di seggi. Di contro, il Pd sa perfettamente che portare a bordo Italia Viva e simili rischierebbe di allontanare una buona fetta di potenziali elettori, che potrebbe virare verso progetti politicamente più coerenti o astenersi del tutto, anziché aumentare la base dei consensi. Si sa, in politica la somma delle intenzioni di voto dei singoli partiti non sempre dà un risultato positivo, anzi. Questa volta, forse, sarebbe utile tenerne conto per davvero.

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