Le sanzioni secondo Salvini: non funzionano, ma vanno mantenute
"La collocazione dell'Italia non cambia a prescindere dal voto", ma serve uno "scudo" Ue per proteggere "lavoratori e imprese italiane". Qual è la posizione della Lega sul tema che agita il centrodestra
Sulle sanzioni alla Russia Matteo Salvini è ondivago. Solo pochi giorni fa il leader della Lega ha scritto su Twitter che "ripensare la strategia è fondamentale per salvare posti di lavoro e imprese in Italia" anche perché, questo è il suo ragionamento, "a oggi chi è stato sanzionato sta guadagnando, mentre chi ha messo le sanzioni è in ginocchio. Evidentemente qualcuno in Europa sta sbagliando i conti".
Secondo Salvini dunque le sanzioni non stanno funzionando e penalizzano quei Paesi che le hanno imposte: "La Russia ci sta guadagnando di più e le famiglie italiane si stanno impoverendo" e dunque "stanno danneggiando Putin o l'Italia?". In comizio a Como il segretario del Carroccio ha quindi affermato che "le sanzioni stanno penalizzando per esempio Italia e Germania ma stanno favorendo altri Stati, come la Norvegia e gli Stati Uniti".
Da qui alcune considerazioni sull'Unione Europea: "Se l'Europa è una squadra non è giusto che ci sia chi ci guadagna e chi ci perde. Serve immediatamente approvare uno 'scudo' che metta al riparo lavoratori e imprese italiane".
Le sanzioni secondo Salvini: non funzionano, serve uno scudo Ue
Ma cosa vuol dire per Salvini "ripensare" la strategia europea? Ospite di RTL 102.5 il leader della Lega ha corretto il tiro spiegando che le sanzioni vanno comunque mantenute perché toglierle "sarebbe un segnale di cedimento nei confronti dell'invasione". Cosa chiede dunque la Lega e il governo di centrodestra? "Uno scudo europeo, con tutti i miliardi che servono per evitare una strage di posti di lavoro".
Alla domanda se con un esecutivo di destra ci si dovrà aspettare una revoca delle sanzioni, Salvini ha poi risposto che "i Paesi Europei dicono che non verranno revocate le sanzioni" ribadendo però che la Lega dubita parecchio della loro efficacia.
Ospite del Forum Ambrosetti a Cernobbio l'ex ministro ha toccato di nuovo l'argomento: "All'Europa che ha scelto questa strada dico che noi ci siamo ma non possono rimetterci risparmiatori, lavoratori, imprenditori italiani...Per superare il lockdown energetico non basta usare meno energia. Se domani Nord Stream non riapre non vorrei arrivare impreparato. Proteggiamo gli imprenditori. Lo scudo europeo protettivo abbassa la speculazione domani. L'Europa deve credere nell'Italia, mi aspetto protezione immediata".
"La collocazione dell'Italia a livello internazionale non cambia a prescindere dal voto" ha assicurato. "Io non sono abituato a scappare, ad arrendermi, figuratevi se mi arrendo a qualcuno che entra coi carri armati in un Paese confinante ma da futura forza di governo mi domando se quello che stiamo facendo serve". Quindi ha rincarato la dose: "Vogliamo andare avanti con le sanzioni? Andiamo avanti ma non vorrei che invece di fare del male agli altri facessimo del male a noi stessi. Spero, come ha detto Mattarella, che nelle prossime ore si attui uno scudo europeo".
In soldoni Salvini assicura che con la Lega al governo le sanzioni non verranno cancellate, e tuttavia non perde occasione per ribadire che non sono solo inefficaci, ma anche dannose. Come a Rovereto, in Trentino, dove ha sottolineato che "l'emergenza oggi sono le bollette. Sono arrabbiato - ha detto - perché tutta Europa sta intervenendo sulle bollette. E la bolletta non è di destra o di sinistra. Intervenire oggi è fondamentale. L'Europa sei mesi fa ha imposto le sanzioni contro la Russia per fermare la guerra? Sì. Le sanzioni contro la Russia stanno fermando la guerra? No. Vogliamo andare avanti con le sanzioni? Andiamo avanti, però, l'Europa che impone le sanzioni che invece di danneggiare i russi stanno mettendo in difficoltà milioni di italiani..., l'Europa delle sanzioni ha il dovere di aiutare gli italiani a pagare le bollette della luce e del gas".
Insomma si va avanti con le sanzioni ma un po' con il mal di pancia. Salvini lascia intendere che non ha il potere di cambiare da solo la strategia europea (essendo anche in minoranza nella sua coalizione) ma sulla linea impostata dall’Ue la Lega è molto più che scettica.
Le sanzioni funzionano sì o no?
Ma è vero o no che le sanzioni non stanno danneggiando Putin? Un'analisi della Commissione europea sembra smentire questa tesi. Certo, anche grazie all'aumento vertiginoso del prezzo del gas la Russia non è (ancora) in ginocchio, ma i contraccolpi si stanno facendo sentire. Per Bruxelles, i 6 pacchetti di sanzioni varati dai suoi 27 Stati membri hanno provocato un danno all'economia russa e ai suoi oligarchi pari a circa 100 miliardi di euro. E determineranno un calo del Pil del 10,4% già nel 2022.
Stando a quanto hanno calcolano gli esperti della Commissione europea, in seguito alle restrizioni commerciali imposte a Mosca, le esportazioni verso l'Ue per il 2022 raggiungeranno un valore di 73 miliardi, meno della metà rispetto al volume del 2021. La "perdita" è di 85 miliardi, e gli esperti Ue ritengono improbabile che altri Paesi come la Cina possano compensare più di tanto tale calo nell'export.
A fare luce sull'argomento c'è anche un documento interno, redatto in occasione di una riunione a porte chiuse di alti funzionari russi avvenuta lo scorso 30 agosto, di cui è venuto in possesso Bloomberg, secondo cui Mosca va verso una recessione lunga e profonda.
Il rapporto - che è il risultato di mesi di lavoro da parte di funzionari ed esperti che cercano di valutare il vero impatto dell'isolamento economico della Russia in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte del presidente Vladimir Putin - dipinge un quadro molto più triste di quello che normalmente fanno i funzionari nelle loro dichiarazioni pubbliche, dove viene presentata una contrazione inferiore al 3% per quest'anno e ancora meno nel 2023.