Il grande giorno di Elly Schlein: "Coniugare chiarezza e unità"
Primo discorso da segretaria per la neo leader del Pd. "Sarò la segretaria di tutti". Poi l'attacco al governo "più a destra della storia della Repubblica".
Salvare il pluralismo del Partito Democratico senza perdere una linea chiara. È questa - in sintesi - la chiave del primo discorso da segretaria di Elly Schlein. Nell'assemblea nazionale che la incorona ufficialmente come leader dei democratici, la neo segretaria mette a punto un discorso che, tolto qualche piccolo distinguo, mette tutti d'accordo. Un esordio di successo, senza dubbio. Schlein continua a rappresentare la perfetta sintesi tra freschezza e rinnovamento. La sua sfida sarà quella di saper coniugare la sua radicalità nelle idee con la tenuta delle varie anime del Partito.
Opposizione dura al "governo più a destra della storia repubblicana del nostro Paese", lotta ai contratti a tempo determinato, difesa della costituzione, dialogo con le altre opposizioni; questo i punti cardine del discorso della segretaria. Punti ai quali Elly Schlein aggiunge una certezza da cui ripartire: il Pd non solo è vivo, ma gode di buona salute. "Stiamo risvegliando la speranza" - dice - "in una settimana ci sono state 10mila nuove iscrizioni", continua, con un avvertimento rivolto innanzitutto a se stessa: "Non possiamo deludere le aspettative che abbiamo suscitato".
È la giornata di Elly Schlein oggi, domenica 12 marzo, alla Nuvola di Fuksas a Roma; si riunisce la nuova assemblea nazionale del Pd per incoronarla segretaria. Dopo i ringraziamenti di rito, Schlein innanzitutto rivendica il ruolo di leadership del Pd nel centrosinistra. "Siamo qui, più vivi, forti, uniti e stiamo arrivando. Sara questa una nuova primavera". Ma tende la mano alle altre opposizioni. "Dobbiamo dialogare con loro, esiste un terreno comune su cui fare delle battaglie insieme". Qualche esempio? "Il salario minimo o la difesa del sistema sanitario nazionale".
I problemi interni
È un discorso che ha un obiettivo ben preciso quello di Elly Schlein: mantenere unito il Partito. "Dobbiamo tenere insieme la coerenza - dice - con la chiarezza della nostra linea. Non ci serve una resa dei conti identitaria - spiega - ma mettere a valore le nostre differenze". Poi aggiunge "Basta ai compromessi al ribasso". Una sfida non facile per la Schlein, mantenere la radicalità e la chiarezza delle proprie posizioni con l'unità del Pd. "Da oggi chi ha votato chi non conta niente, lo dico seriamente. È il momento di svestire le casacche delle mozioni. Sarò la segretaria di tutte e di tutti, questo è l'impegno che mi prendo, anche di chi non mi ha sostenuto".
Nettissimo l'affondo contro i capi-bastone e signori delle tessere: "Abbiamo un male da estirpare dentro di noi, non voglio mai più vedere stranezze o cose irregolari sui tesseramenti, capi bastone e caccicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, è la più grande sfida da affrontare insieme, ne va della credibilità del Pd, una cosa su cui non sono disposta a cedere di un millimetro".
Il Governo di destra
La neo segretaria non ha dubbi sull'atteggiamento da tenere nei confronti del governo "più a destra della storia repubblicana". "Questa destra - spiega - ha la testa rivolta al passato, al secolo scorso, all'indietro. Difende le rendite e i privilegi. Abbandona chi non ce la fa, aiuta chi vuole evadere le tasse alzando il tetto al contante". Poi l'attacco alla politica migratoria della Meloni: "Abbiamo toccato con mano l'inumanità delle scelte di chi oggi governa il Paese. Noi siamo stati i primi a chiedere al ministro Piantedosi cosa fosse accaduto a Cutro. Eppure né Piantedosi, né Salvini, né Giorgetti, né Meloni hanno risposto. Sono andati a fare un Cdm a Cutro, sono rimasti chiusi dentro, senza nemmeno omaggiare le vittime e incontrare i parenti. Cosa che invece ha fatto il presidente Mattarella che va ringraziato per la sua sapiente guida". Poi torna a insistere "Noi chiediamo chiarezza. Chiediamo perché non è stata attivata la Guardia Costiera. E continueremo a fare queste domande".
Poi Schlein traccia alcune linee per lei fondamentali rispetto alla politica migratoria, a iniziare dallo stop a qualsiasi nuova forma di finanziamento alla guardia costiera della Libia, che "viola i diritti umani", trattenendo i migranti dentro veri e propri lager.
La questione ucraina
Infine, tocca l'argomento forse più spinoso per il Pd, sicuramente uno di quelli più sentiti da chi ha appoggiato Stefano Bonaccini, eletto presidente del Pd proprio oggi, ovvero la guerra in Ucraina. Schlein conferma la posizione tenuta dal Pd e dal segretario uscente Enrico Letta in questi mesi:"Dobbiamo continuare a sostenere in modo pieno il popolo ucraino, che ha diritto di difendersi. Ma accanto a questo, anche chiedere un protagonismo più forte dell'Europa perché finisca la guerra" con "una pace giusta, perché non si può mettere sullo stesso piano chi è stato aggredito e chi ha deciso di aggredire".