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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'intervista

La senatrice ex M5s e la faida fra Conte e Di Maio: "Ero stanca di schierarmi"

Elvira Lucia Evangelista, avvocato di 53 anni eletto in Sardegna, racconta a Today i perché della sua scelta: "Le politiche sulla giustizia l'ultima goccia". L'intervista

Siamo arrivati alla resa dei conti all’interno del Movimento 5 Stelle, ma quelle continue lotte intestine possono portare allo sfinimento. Per questo la senatrice Elvira Lucia Evangelista, avvocato di 53 anni eletto con i 5 Stelle nel collegio plurinominale della Sardegna, è passata al gruppo di Italia Viva. Lo ha fatto prima dell’elezione del Presidente della Repubblica perché, come aveva già detto a suo tempo, “potrò votare in piena libertà”. Quella che invece non avrebbe avuto se fosse rimasta tra i pentastellati, dove ormai è visibile ad occhio nudo la frattura fra due gruppi. Il voto, a suo dire, sarebbe dovuto essere in linea con una o l’altra parte. Così ha lasciato e oggi spiega i suoi perchè a Today, mentre il Pd rilancia una proposta contro i cambi di casacca in Parlamento.

"Intanto la Costituzione garantisce che un parlamentare non abbia alcun vincolo di mandato perché rappresenta sempre e comunque la nazione e chi lo ha votato. Una eventuale nuova norma del regolamento parlamentare farà in modo che il cambio non sia più appetibile dal punto di vista economico. Ma niente potrà mai impedire ad un parlamentare di cambiare gruppo perchè si violerebbe la Costituzionale".

Senatrice, quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
"Sicuramente le politiche sulla giustizia sono state determinanti. Già le posizioni molto oltranziste e giustizialiste del Movimento mi sono sempre andate abbastanza strette. In più pensavo che con l’arrivo di Giuseppe Conte, essendo lui giurista come me, si sarebbero ammorbidite e invece ho trovato un muro. Questo nuovo corso non mi è sembrato poi così nuovo. Infatti Conte, politicamente parlando, sta tirando il Movimento verso una linea politica di sinistra che oggi è già rappresentata da Liberi e Uguali, con cui c’è infatti condivisione della visione di giustizia".

Lei però ha parlato di questioni che arrivano da lontano. Quali sono questi argomenti?
"Sì, è da un anno e mezzo circa. In questo periodo di tempo il Movimento ha fatto diverse giravolte, ha sostenuto tre governi diversi, ha avuto tre capi politici e sono iniziate delle guerre fratricide fra parlamentari di prima legislatura, per eliminare la regola del secondo mandato e per mere questioni di ruoli che, a mio parere, hanno reso il M5s instabile. È stato un continuo caos e tutto quello che oggi è sotto gli occhi di tutti, avveniva già all’interno, destabilizzando i gruppi e i singoli parlamentari perchè non si capiva mai quale fosse la linea politica, che variava a seconda del capobastone che prevaleva. Ad oggi infatti sono usciti dal Movimento più di cento parlamentari. Ora quel caos è scoppiato con la partita del Presidente della Repubblica. Me ne sono andata perchè non mi interessava partecipare a questa faida".

Cioè se ne è andata per non dover sottostare all'una o l’altra scelta proveniente da una delle due fazioni?
"Non mi andava di prendere una posizione e avevo bisogno di tranquillità".

I due gruppi di cui parla fanno riferimento a Conte da una parte e Di Maio dall’altra.
"Sono due persone che hanno due approcci politici diversi. Sulla giustizia non ci sono grosse differenze, ma Conte si sta spostando su un approccio più giustizialista, mentre Di Maio è cambiato e ha anche chiesto pubblicamente scusa per certe rigidità del passato. Ma il problema è che il capo politico è Conte ed è sempre tirato per la giacchetta da altre persone, per questo appare all'esterno debole".

Ma perchè la spaccatura proprio sul Presidente della Repubblica?
"Perchè la partita del Quirinale era quella ove i parlamentari scontenti di tutta la gestione potevano mettere in discussione la leadership di Conte. La spaccatura si è formalizzata il giorno dopo come è  sotto gli occhi di tutti".

Alla fine se è andata dunque e ha scelto Italia Viva. Come mai?
"Io ho dichiarato fin da subito che non sarei rimasta nel gruppo misto, ma che volevo lavorare all’interno di un partito, però mi ero data un perimetro che è quello del centrosinistra. Fra Pd e Italia Viva ho scelto quest’ultimo perchè è sempre stato coerente nel posizionarsi a supporto del Governo e lavorare in modo lineare, penso ad esempio alla linea sui vaccini. In una parola la coerenza e la linearità, due aspetti che mancavano al Movimento".

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