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Giovedì, 25 Aprile 2024
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M5s, Di Maio reintegra Dessì nel gruppo parlamentare ma in 8 restano ancora nel limbo

Beneficiario di una casa popolare con un canone di locazione di appena 7 euro al mese, il caso di Emanuele Dessì ha rappresentato una bufera durante la tempesta della rimborsopoli pentastellata. Ora il passo indietro dei vertici del Movimento

Emanuele Dessì si era candidato al Senato con il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche 2018, ma piuttosto che per la campagna elettorale Dessì è finito sulle pagine dei quotidiani per essere stato sospeso da Di Maio dopo essere stato descritto come uno "scroccone" perché intestatario di una casa popolare con un canone di locazione di appena 7 euro al mese. 

Una bufera sul Movimento arrivata durante la tempesta della rimborsopoli pentastellata che ha portato all'espulsione di 9 candidati poi effettivamente eletti nella nuova pattuglia 5 stelle che questa settimana approderà in parlamento per la XVIII legislatura. 

A differenza dei colleghi sospesi che dovranno decidere se rinunciare all'elezione come richiesto dal modulo fatto firmare loro da Di Maio, Dessì si è visto derubricare "il peccato mortale" che lo aveva lasciato nel limbo degli onorevoli disonorevoli ma presenti nelle liste dei candidati, ormai depositata. Ieri sera Danilo Toninelli, futuro capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, ha annunciato che il controverso candidato sarà ammesso nel gruppo del Movimento.

"Nel suo profilo non c’è niente che impedisca la sua candidatura e che quindi può far parte senza alcun problema del gruppo del Movimento al Senato. Secondo il M5s "la richiesta che Dessì stesso ha avanzato al comune di Frascati, di rideterminazione del canone abitativo con effetto immediato, anticipando quindi di circa un anno le verifiche previste dalla normativa, risulta un gesto apprezzabile che rimuove anche eventuali ostacoli di opportunità, fatto sempre salvo che il canone abitativo finora corrisposto da Dessì è previsto dalla legge".

Dessì, che ha 54 anni, eletto nel listino proporzionale del collegio Lazio 3 (Latina) non dovrà quindi iscriversi al gruppo misto come invece faranno secondo le regole del Parlamento gli altri 8 "impresentabili".

Cosa faranno gli altri espulsi

Maurizio Buccarella è al secondo mandato da Senatore per i 5 stelle ed è stato espulso dal Movimento per la mancata restituzione, come da statuto pentastellato, di parte delle indennità che sono corrisposte ai parlamentari.  Buccarella aveva dichiarato di voler rinunciare alla candidatura, ma di non averlo potuto fare perché la richiesta sarebbe stata respinta dalla Corte d’appello.Buccarella ha affermato di volersi iscrivere al gruppo misto garantendo un appoggio esterno al Movimento. Il senatore ha anche fatto presente che un’eventuale rinuncia, una volta eletto, non avrebbe avuto senso, perché tutti i suoi sostituti nel listino proporzionale erano a loro volta eletti. Il seggio, di conseguenza, sarebbe rimasto non assegnato.

Andrea Cecconi è stato eletto nuovamente alla Camera nel collegio di Pesaro, dove ha sconfitto il ministro dell’Interno Marco Minniti pur non avendo fatto campagna elettorale. Anche lui, infatti, è stato espulso dai Cinque Stelle per il caso rimborsopoli. Come Buccarella, però, ha dichiarato di voler garantire un appoggio esterno al Movimento iscrivendosi al gruppo misto.

Sempre per il caso rimborsopoli è stato espulso dal movimento Carlo Martelli, rieletto al Senato al momento ha dichiarato che si starebbe “prendendo del tempo” per valutare se dimettersi o meno.

Come lui anche Silvia Benedetti ha sempre negato le sue responsabilità nel caso rimborsopoli. Dopo il 4 marzo non ha rilasciato dichiarazioni, ma le sue dimissioni appaiono improbabili.

Antonio Tasso è stato espulso dal Movimento per una condanna in primo grado (poi prescritta) del 2007, legata alla masterizzazione illegale di Cd. Poiché gli era stata concessa la non menzione della condanna stessa nel casellario giudiziario, Tasso non aveva segnalato la circostanza ai dirigenti pentastellati. Tasso, eletto alla Camera nel collegio uninominale "Manfredonia – Cerignola", ha detto esplicitamente che non si dimetterà da deputato.

Catello Vitiello è stato espulso perché ha nascosto al Movimento la sua passata appartenenza alla massoneria, Vitiello è stato eletto alla Camera. Per il momento ha detto che spera di chiarire quello che lui definisce un “malinteso” con i vertici pentastellati. Qualora però non dovesse essere reintegrato, Vitiello ha affermato che non passerà ad altri gruppi. Non è chiaro, però, se garantirà un appoggio esterno al Movimento.

Salvatore Caiata, Presidente del Potenza Calcio, eletto a Montecitorio, è stato espulso perché dopo la candidatura è emersa un’indagine a su carico per riciclaggio. Ha già detto che non si dimetterà e che spera di chiarire la sua posizione con i vertici del Movimento. Qualora non dovesse riuscirci, non è chiaro come si comporterà in parlamento.

Poi c'è il caso di Giulia Sarti, diverso da tutti dagli altri: eletta alla Camera, per il caso rimborsopoli si è autosospesa lei stessa dal Movimento dopo aver denunciato il fidanzato per aver annullato i bonifici con cui versava mensilmente parte dei rimborsi al fondo del microcredito. I Cinque Stelle sembrano però pronti a reintegrarla.

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