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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pd, la missione (quasi) impossibile di Enrico Letta: scardinare il gioco delle correnti

L'ex premier è stato eletto oggi segretario Pd, praticamente un'acclamazione visto che sono "con lui" tutti. Ma guidare un partito con una tale "polverizzazione" interna sarà complesso anche per un politico stimato trasversalmente come Letta, che però azzarda: "Obiettivo è vincere le elezioni politiche del 2023"

Tutti uniti, almeno per un giorno. Tutti o quasi con Enrico Letta, l'ex premier eletto oggi segretario Pd, praticamente un'acclamazione visto che sono con lui tutte le correnti del partito. Ieri era arrivato anche il sì di 'Left wing', l'area che fa capo a Matteo Orfini, spazzando via i pochi dubbi che restavano. Son stati 860 i voti per Enrico Letta segretario del Pd in Assemblea. I no sono stati 2 e gli astenuti 4. Presenti alla votazione erano 874 delegati su 1021 aventi diritto: "Serve un nuovo Pd. Priorità a lavoro, giovani e donne. Abbiamo un problema sulla parità di genere". E sulle alleanze: "Sentirò 5S e Renzi". Tanti i temi toccati da Letta nel suo intervento.

Enrico Letta nuovo segretario del Pd

Il nuovo segretario aveva fatto una visita a sorpresa al circolo Pd di Testaccio, il quartiere di Roma dove vive: "Daje Enri', ripiamose 'sti cocci", recitava lo striscione con cui lo hanno accolto i militanti. Un riferimento alla frase che Letta ha pronunciato a "Propaganda live" quando gli è stato chiesto chi glielo avesse fatto fare: "C'era da raccattare dei cocci...", è stata la risposta di Letta. Letta aveva chiaramnte detto di non volere "unanimismo" ma "verità nei rapporti tra di noi", e ha spiegato che avvierà subito un dibattito di due settimane nei circoli, al termine del quale si farà "la sintesi insieme", ha chiarito che lui vuole "tenere unito il Pd, ma anche allargarlo, aprirlo, perché ci sono tante forze fuori...". Una traccia che sembra delineare un'idea precisa: provare a scardinare il gioco delle correnti che ha segnato la vita del partito fin dalla sua nascita, aprendo a contributi esterni e riattivando la "base", la rete dei circoli e dei militanti.

Quali sono le correnti del Partito Democratico

Certo è che le correnti si stanno già muovendo, la maggioranza che sosteneva Nicola Zingaretti si è mobilitata con un documento politico a sostegno di Letta sul quale sono state raccolte oltre 600 firme negli scorsi giorni. Sottoscrizioni che arrivano dagli zingarettiani, da "Dems" di Andrea Orlando, "Area Dem" di Dario Franceschini, "Fianco a fianco" di Maurizio Martina e Graziano Delrio, "Radicalità per ricostruire" di Gianni Cuperlo, "Energia democratica" di Anna Ascani. Un modo per ricordare i numeri della maggioranza, visto che in assemblea, appunto, voteranno tutti sì.

Nel Pd le correnti di maggiore peso sono quattro: AreaDem e Dems - che erano entrambe molto vicine al segretario uscente Zingaretti – che rappresentano la maggioranza nel partito, mentre le altre correnti vengono definite "minoranze". Sono Base riformista, il cui portavoce è il deputato Andrea Romano, che ha ampia rappresentanza fra i parlamentari eletti nel 2018 ai tempi di Renzi segretario. Poi ci sono i Giovani turchi: è l’ala più a sinistra del partito, guidata del deputato Matteo Orfini. Non esisterebbe quasi più un’altra corrente, Fianco a fianco, nata a sostegno di Maurizio Martina quand’era segretario del Pd. Di impostazione liberale la posizione di “Energia Democratica“, corrente fondata da Anna Ascani. E poi ci sono gli amministratori locali del Pd, che pur non essendo coinvolti nella gestione nazionale del partito, sono molto presenti e attivi sulla scena pubblica e mediatica: Giorgio Gori, Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca, Dario Nardella. L’area più a sinistra all’interno del Pd si completa con “Sinistra radicale”, guidata da Gianni Cuperlo. Il vero ago della bilancia degli equilibri interni è da sempre (e per sempre?) secondo molti il plenipotenziario Dario Franceschini. La sua “AreaDem“, di ispirazione cristiano-democratica, finora ha sempre appoggiato il segretario. 

"Io sono stato un uomo di corrente per tutta la mia vita. Un partito che lavora per correnti come qui da noi, non funziona. Non funziona. Io mi candido a fare il segretario ebbene: ancora non ho capito qual e' la geografia delle correnti" ha detto oggi Enrico Letta, parlando all'assemblea del Pd.

Tornano spesso alla mente in questi giorni le parole pronunciate alcuni anni fa da Massimo D’Alema, ovvero “Il Pd è un amalgama mal riuscito”. Letta si ritrova a guidare un partito che è sotto al 20 per cento nei sondaggi e non pare avere un disegno politico strategico preciso. Governare un partito con una tale "polverizzazione" interna sarà complesso anche per un politico stimato trasversalmente come Enrico Letta. Il dibattito, la pluralità e la dialettica interna sono essenziali: il problema dei dem, finora, è che le frizioni interne e gli ostacoli che sono stati il "pane quotidiano" nella vita interna del Pd in quasi quindici anni di vita, sono spesso parsi riconducibili a motivazioni personali. Gli elettori (reali e potenziali) chiedono, non da oggi, poche cose: scelte coraggiose in tema di diritti civili, chiarezza su eventuali alleanze con altri partiti, capacità di indirizzare e non di inseguire il dibattito politico, pubblico e mediatico. Non semplice.

Il discorso di Enrico Letta

"Io sono stato un uomo di corrente per tutta la mia vita. Un partito che lavora per correnti come qui da noi, non funziona. Non funziona. Io mi candido a fare il segretario ebbene: ancora non ho capito qual e' la geografia delle correnti" ha detto Enrico Letta, parlando all'assemblea del Pd. Ma ha detto anche molto altro. Ha delineato un programma di massima.

"Sono stati giorni complessi e complicati. Ringrazio e saluto Nicola Zingaretti: a lui mi lega lunga e grande amicizia. Un rapporto importante di sintonia. Abbiamo fatto tante cose insieme e tante cose insieme faremo. Ti ringrazio di avermi cercato: lavoreremo insieme, è un onore succederti. Abbiamo un carattere abbastanza simile, ci capiamo al volo", ha iniziato così Enrico Letta, nel suo intervento in assemblea Pd.

"Centomila morti, è scesa la speranza di vita, drammaticamente e per la prima volta nella storia recente del paese, la solitudine, lo smarrimento, le famiglie che hanno perduto i loro cari. Il mio pensiero va al personale sanitario, ai rappresentanti dello Stato, la loro dedizione è stata ed è fondamentale", ha detto Letta. "Penso al mezzo milione di italiani che hanno perso il lavoro, a loro noi guardiamo cercando le migliori soluzioni per il loro futuro. Mi viene in mente la frase di Papa Francesco che dice che vorrebbe un mondo che sia un abbraccio fra giovani e anziani". E ancora: "Da solo nessuno si salva. Ce lo ha detto il Papa".

"Vorrei che oggi la discussione non si chiudesse ma iniziasse. Domani presenterò un vademecum di idee da consegnare al dibattito dei circoli per due settimane. Ne discutiamo insieme e poi facciamo sintesi in una nuova assemblea", ha detto ancora Letta. "Lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna dimostra che esiste un problema" sulla parità di genere. "Io metterò al centro" il tema delle donne: è "assurdo" che sia un problema.

"La caduta dalla pandemia avrà lo stesso effetto che ebbe per me e per la mia generazione la caduta del muro di Berlino. E quando cadrà la pandemia, deve essere festa come fu allora. E' l'anno piu' buio della nostra storia repubblicana, e' il peggiore anno della nostra storia repubblicana. Centomila morti. E' scesa la speranza di vita. Gli anziani soli, lo smarrimento. Noi siamo vicini alla liberazione. Sappiamo che fino all'estate ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze. Ma siamo di fronte a uno sforzo finale e speriamo che la liberazione che avverrà, avverrà grazie alla scienza, al vaccino e alla cooperazione tra paese, ricercatori e istituzioni", afferma.

"Noi del Pd siamo per il primato della scienza, lo rivendichiamo con orgoglio. L'immagine è quella di Sergio Mattarella cui va il mio saluto più affettuoso. La sua foto in fila che si vaccina è l'immagine della speranza. Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo Pd", ha detto Enrico Letta nel suo intervento in assemblea Pd. "Progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicalità nei comportamenti tra di noi". E parlando dell'uscita dalla pandemia dice: "Noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società". Cita nel suo discorso due figure di spicco dell'Europa: Jacques Delors e Romano Prodi. Jacques Delors, "sempre ottimista, mi ha dato una lezione di vita straordinaria". E di Romano Prodi afferma: "inutile dirvi quanto mi lega a lui".

"Arrivo da persona libera", dopo aver lavorato fuori dalla politica ma "i talenti di qui valgono, chi ha fatto politica ha un talento da giocarsi fuori. Lascio gli incarichi retribuiti ma tengo la presidenza dell'istituto Delors", aggiunge. "Ho ricevuto più messaggi in pochi giorni che in sette anni, ma la vita è fatta così. Non avrete qui un segretario che arriva sulle ali dell'esaltazione di tutti quelli che oggi lo osannano. L'Europa è la nostra casa e l'Europa del 2020 è quella che ci piace" con al centro "la solidarietà il lavoro ed il pilastro sociale". Ma "dobbiamo cambiare ancora l'Europa e fare quelle scelte che migliorino la democrazia europea".

"Dobbiamo essere il partito dei giovani. Se non riusciremo a coinvolgere i giovani io avrò fallito il mio obiettivo. Voglio mettere in piedi una Università democratica, mettere insieme tutte le energie e le forze che dobbiamo avere", ha detto ancora Letta. "Partecipazione per me è la parola chiave: ho intenzione di lavorare come segretario Pd con questo tema della partecipazione". Un partito, spiega che dovrà "mettere insieme l'anima e il cacciavite" e che dovrà puntare sui giovani, "arrivo con i giovani nel cuore".

"Noi non dobbiamo essere la Protezione civile della politica"

"Noi non dobbiamo essere la Protezione civile della politica, cioè il partito che è costretto ad andare al potere perché se no gli altri sbandano. Perché se lo facciamo diventiamo il partito del potere. Si vincono le elezioni se non si ha paura di andare all'opposizione". "Dobbiamo fare un partito che abbia le porte aperte. L'apertura sarà il mio motto: spalanchiamo le porte del partito".

Durante il governo Draghi "voglio rilanciare lo ius soli", è una "norma di civiltà", ha spiegato Letta. "Io sarei molto felice se il governo di Mario Draghi, di tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa dello ius soli", la legge sulla cittadinanza. "Voglio fare una battaglia sul voto ai 16enni, anche se so una battaglia divisiva, complicata, ma dobbiamo allargare il peso dei giovani nella società".. 

"Dobbiamo pensare che abbiamo vinto e governato quando abbiamo fatto coalizione. Quando siamo andati per conto nostro abbiamo perso. 1996 e 2006, eravamo guidati da Prodi. La coalizione è fondamentale: io ci credo. Ad aprirsi ci si guadagna sempre. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra, su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò nelle prossime settimane parlerò con tutti. L'incontro col Cinque stelle guidato da Conte lo dobbiamo fare, sapendo che non sappiamo ancora come sarà quel M5s. Arriveremo con rispetto a ambizione", ha spiegato. "Io credo nella coalizione. Dobbiamo costruire un nuovo centrosinistra su iniziativa e leadership del Pd. Parlerò con tutti coloro che sono interessati a un dialogo: parlerò con Speranza, con Bonino, con Calenda, con Renzi, con Bonelli, Fratoianni, con tutti gli altri possibili interlocutori anche nella società. Questo nostro centrosinistra andrà all'incontro con il Movimento 5 stelle, che sarà guidato da Giuseppe conte, al quale va il mio saluto affettuoso". 

Pd, Letta: "Obiettivo è vincere le elezioni politiche 2023"

L'obiettivo di Enrico Letta e del Pd sono le politiche del 2023, per vincerle bisognerà costruire una coalizione e rigenerare il partito e ciascuno dovrà "assumersi la propria responsabilità". Letta lo ha detto parlando all'assemblea del Pd chiamata ad eleggere il nuovo segretario. "Il primo test saranno le amministrative, ma nostro obiettivo sono le politiche del 2023, per essere alternativi alla destra di Meloni e Salvini. Per fare questo dovremo costruire così. Chiameremo ognuno ad assumersi la propria responsabilità". Ha aggiunto Letta: "Vedo un non detto ed è il punto sul quale c'è la mia più grande ambizione: 'teniamo in vita il governo Draghi più che si può perché è già scritto che quando si andrà al voto perdiamo'. Non è così! Io vi ho detto cosa vorrei che facessimo insieme. E penso che se lo faremo vinceremo. Non ho lasciato la mia vita precedente per venire a guidarvi ad una sconfitta. Se faremo insieme quanto ho provato a condividere con voi stamattina l'Italia nella sua maggioranza ci seguirà ancora".

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