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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'Europa "banna" Erdogan, l'Italia lo celebra: proteste e arresti a Roma

Mentre la Turchia ha dato inizio alla seconda guerra siriana contro i curdi, Erdogan viene ricevuto dal Papa e da Mattarella: in patria migliaia di universitari e giornalisti sono ancora agli arresti dopo il fallito golpe

Si scrive real politik, si legge soldi, contratti, e affari: la diplomazia italiana chiude gli occhi al diritto e accoglie il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una Roma blindata con 3500 di uomini delle forze dell'ordine schierati in ogni dove: una visita istituzionale ad alto rischio, complice il pantano mediorientale che vede la Siria vittima sacrificale di una guerra infinita che sancirà la nascita del nuovo ordine mondiale in cui la Turchia gioca un ruolo fondamentale.

Proteste a Roma contro Erdogan: scontri e arresti

A Roma Erdogan ha incontrato Papa Francesco, poi il presidente Sergio Mattarella, Paolo Gentiloni ed una serie di imprenditori italiani in una città trasformata in una 'green zone' dove ogni manifestazione è vietata.

E' la prima volta da 58 anni che un presidente della Repubblica di Turchia non tornava in Vaticano a conferma di come sia definitivamente alle spalle la crisi causata dall’uso della parola "genocidio" nell’aprile 2015 da parte di Papa Francesco per definire il massacro degli armeni. Ora la visita di Erdogan pone sulla scena internazionale la nuova centralità della Turchia.

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Erdogan è rimasto a colloquio con il Papa per oltre 50 minuti. Bergoglio ha regalato un medaglione con l'angelo della pace. Il presidente turco: "Mi aspetto una preghiera da Lei" FOTO ANSA/DI MEO

Fuori dalla Città del Vaticano le proteste. Cinque cittadini curdi sono stati fermati mentre tentavano di entrare in piazza San Pietro. Nei giardini di Castel Sant'Angelo un sit-in della rete Kurdistan Italia contesta il genocidio operato dall'esercito Turco nel Nord della Siria dove l'operazione "ramoscello d'olivo" conta centinaia di morti nella provincia di Afrin, regione di fatto autonoma e amministrata dalle forze curde del Rojava: il governo di Ankara considera le milizie curde Ypg alla stregua dei terroristi, mentre considera l'embriono dello stato curdo una minaccia mortale per lo stato Turco.

Per l'Europa la Turchia non rispetta i diritti umani

Sul tavolo della visita del capo di stato turco la cooperazione bilaterale italo-turca nella sfera politica, economica e della difesa. Erdogan discuterà anche dei principali temi di politica internazionale e della crisi dei migranti.

Troppo importante l'alleato turco per l'Italia, vera e propria diga verso la temuta invasione. Sullo sfondo il tema dei diritti umani.

L'Associazione Nazionale Magistrati, il Consiglio Nazionale Forense e la Federazione Nazionale Stampa Italiana hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per invitare il capo dello Stato a sottolineare nell'incontro con Erdogan "le continue violazioni dei diritti umani e le ripetute epurazioni" che hanno visto una vera e propria iperbole in Turchia dopo il fallito Golpe

"Magistrati, giornalisti, avvocati, insegnanti, funzionari pubblici, medici, militari sono stati licenziati, in molte occasioni arrestati, ed ancora si trovano in stato di detenzione in assenza di contestazioni puntuali delle condotte a loro attribuite e in uno stato di sospensione dei diritti difensivi. Questa situazione viola i principi fondamentali dello Stato di diritto ed è stata ripetutamente segnalata da tutta la Comunità internazionale".

Proprio in questi giorni l'Unione Europea ha respinto l'invito del presidente turco a riparire i negoziati per l'ingresso della Turchia nella Ue. "La Turchia si sta muovendo nella direzione opposta" ha detto il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein.

Ad aprile l’esecutivo Ue produrrà un dettagliato rapporto-Paese sulla Turchia. "Sarà un documento molto severo - fanno sapere da Bruxelles - dal quale emergerà che Ankara non ha fatto alcun progresso. Anzi, dopo il tentato colpo di Stato e dopo il referendum costituzionale la situazione è persino peggiorata.

A ottobre il Consiglio europeo ha tagliato i fondi pre-adesione in risposta al deteriorarsi della situazione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti umani. Macron ha provato a buttare sul tavolo la proposta di una "partnership strategica" rigettata però da Ankara.

I negoziati sono già di fatto congelati ma come ha ricordato recentemente il premier bulgaro Bojko Borisov "la Turchia resta un partner importante, con cui abbiamo un accordo decisivo sui migranti. Senza il quale ci sarebbe una nuova crisi in Europa".  

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