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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Femminicidio, stretta del governo: via da casa i mariti violenti

Giro di vite del governo su femminicidio e stalking: arresti e pene più severe, assistenza legale gratis per le vittime e permesso di soggiorno per quelle straniere. Letta: "Cambiamento radicale sul tema"

ROMA - "L'avevamo promesso. Lo facciamo". Il premier Enrico Letta aveva dato l'annuncio con un tweet in mattinata. Detto, fatto. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza sulle donne. Quel fenomeno orrendo che spesso sui giornali prende il nome di "femminicidio".

Sono 12 gli articoli del decreto legge anti femminicidio. "C'era bisogno nel nostro Paese di dare un segnale fortissimo, ma anche un cambiamento radicale sul tema", ha detto Letta in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri durato due ore. "Un provvedimento che deve dare un chiarissimo segnale di contrasto e di lotta senza quartiere al triste fenomeno del femminicidio", ha aggiunto.

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PENE PIU' SEVERE - E' il vice Angelino Alfano a spiegare la stretta introdotta dall'esecutivo. Le norme approvate oggi hanno tre obiettivi: "Prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime". Il decreto inoltre prevede "l’aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore di 18 anni" e anche "per chi compie violenza nei confronti di una donna in gravidanza e in caso di violenza da parte del coniuge, anche se separato, sia dal compagno, anche non convivente".

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CONIUGE VIOLENTO FUORI DI CASA - Il decreto, ha spiegato Alfano, "contiene la previsione dell'arresto in flagranza per i maltrattamenti e per lo stalking. I tribunali potranno adottare delle 'corsie preferenziali' per l'esame delle cause riguardanti i maltrattamenti". E' previsto inoltre il gratuito patrocinio legale per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato. "Alle forze di polizia - ha aggiunto il ministro - viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge violento, se c'è un rischio per l'integrità fisica della donna. Dal punto di vista della prevenzione è importante, perché viene impedito a chi è violento in casa di avvicinarsi ai luoghi domestici".

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In pratica, ha aggiunto, "la magistratura potrà disporre l'allontanamento coatto da casa del coniuge violento e se vi è il rischio che dalle minacce o dalle molestie possa derivare un pericolo grave, si può intervenire subito con un'azione preventiva del magistrato e disposta dal questore". La vittima di violenza, ancora, dovrà essere informata costantemente sulla condizione giudiziaria in cui versa il denunciato. "Cerchiamo di correggere un punto di vulnerabilità del sistema normativo - ha detto Alfano - Spesso la vittima non sapeva che fine aveva fatto il processo a carico dell'autore delle violenze. Ora ci sono una serie di norme che prevedono che la vittima sia informata. In modo tale che se c'è una scarcerazione dell'autore delle violenze, la vittima sia immediatamente messa al corrente".

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GLI ALTRI PROVVEDIMENTI - Tra gli articoli alcuni sono dedicati alla repressione del cyberbullismo e alla proroga di 3 anni (fino al giugno 2016) dell'istituto dell'arresto differito per il contrasto della violenza negli stadi. "Puniamo severamente chi utilizza il canale informatico per fare molestie", ha spiegato.  L’elenco dei provvedimenti approvati è lungo. E comprende anche una nuova disciplina per l’intervento della Protezione civile in caso di emergenze: "Adesso l’emergenza - puntualizza Letta - sarà gestita in modo rapido attraverso l’allocazione dei primi fondi gestiti direttamente dalla presidenza del Consiglio. Il capo dipartimento della Protezione civile avrà la responsabilità e la possibilità di gestire l’emergenza".  

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