rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Fiat / Napoli

"Non siamo iscritti Fiom, pensavamo di essere al sicuro: Marchionne ci ha fregato"

Operai sul piede di guerra per la decisione di Fiat di mettere in mobilità 19 lavoratori per "far posto" ai reintegrati iscritti alla Cgil. Bersani: "Il giocattolo è rotto". Airaudo (Fiom): "L'ad sta spostando l'attenzione"

La scelta di mettere in mobilità 19 operai di Pomigliano, letteralmente, "per far posto" agli operai Fiom da reintegrare in organico come stabilito dal Tribunale, ha scatenato una bufera sulla Fiat e sul suo amministratore delegato, Sergio Marchionne

Prima, come ovvio, l'attacco della Fiom alla quale si sono uniti - in alcuni casi potremmo dire loro malgrado - anche le altre sigle sindacali. Poi la politica e i ministri tecnici che si sono scagliati contro questa "vendetta", per usare le parole del leader Fiom, Maurizio Landini.

Infine gli operai tutti, convinti di essere salvi dal fatto di "non essere iscritti alla Fiom". E invece, niente. A Pomigliano, come nelle altre fabbriche del gruppo torinese, non si può stare tranquilli.

RABBIA OPERAI. Basta fare un giro per Pomigliano per capire che - forse - un merito (dal punto di vista delle tute blu) Marchionne lo ha: aver rimcompattato i lavoratori, sindacati a parte. "Non ci assumerà mai". E' il grido di dolore di chi lavora a Pomigliano, soprattutto di quelli che hanno votato 'sì' al referendum del 2010 e che aspettavano il proprio turno, il proprio momento per essere assunti. "Come recita l'accordo separato" ricordano. "Ma non sarà così".

"Ci hanno illusi". E' lo sfogo di Michele raccolto dall'Ansa. Michele è da due anni in cassa integrazione. Ha due bambini piccoli. Michele ricorda come "ci avevano detto che se votavamo a favore dell'accordo, lo stabilimento sarebbe rimasto aperto e saremmo rientrati tutti. Ma non è così". E' Marchionne, con le sue politiche "e i licenziamenti in corso ad avercelo fatto capire".

A Michele fa eco Antonio: "Non entro in fabbrica da quando mi hanno fatto votare al referendum" ricorda. Da allora, a casa. Anche lui in cassa integrazione. "Che farà ora Marchionne? Semplice: adesso ne licenzia 19, tra sei mesi altri 126, e a luglio caccia via tutti. E dopo la Cig cosa c'è per noi? Semplicemente il nulla".

"MARCHIONNE CI HA FREGATO". L'amarezza viene dalla speranza di assunzione di cui si nutrivano Antonio e Michele. Attendevano - attendono - fiduciosi dopo l'esito del referendum del 2010. "Noi ci credevamo - spiega Francesco - avevamo votato 'sì'. Poi i delegati ed i sindacati ci dicevano di stare calmi, e noi abbiamo atteso. Ma adesso non crediamo più alle bugie. L'altro giorno ci siamo sentiti tra colleghi, abbiamo paura che per noi non c'è futuro. Nessuno di noi è iscritto Fiom, e pensavamo di essere salvi. Ma se Marchionne licenzia 19 ora, e già annuncia altri 126 provvedimenti di mobilità a pochi mesi dalla scadenza della Cig, per noi allora non c'è speranza. Ci ha fregati tutti".

FIOM: A DICEMBRE SCIOPERO GENERALE. "Questi diciannove licenziamenti sono illegittimi e se dovessero arrivare comunque con qualche formula, ci appelleremo all'articolo 18". A dichiararlo - ai microfoni di Radio Città Futura - è il segretario nazionale della Fiom, responsabile del settore auto, Giorgio Airaudo, annunciando anche lo sciopero generale dei metalmeccanici ai primi di dicembre "contro il tentativo di fare un altro contratto nazionale separato". 

Airaudo ha spiegato perchè‚ i 19 licenziamenti, non sono possibili: "Ci sono 120 giorni e se nessun sindacato firma un'intesa sul piano per l'auto di lusso, e tutti hanno già dichiarato che non accetteranno i licenziamenti, non ci sono diciannove persone con nome e cognome individuabili".  Secondo Airaudo, comunque, l'annuncio del licenziamento sarebbe stato un diversivo di Marchionne per non dare spiegazioni sul suo nuovo 'piano dell'auto di lusso' "che ha in verità pochissimi dettagli". 

CISL CONTRO MARCHIONNE E FIOM. Duro il leader della Cisl, Raffaele Bonanni: "Faremo ricorsi legali - ha detto - perché per noi non c'è fondamento e si tratta di lavoratori che hanno sottoscritto un accordo. Il presidente della Repubblica farebbe bene a interessarsi del problema della Fiat, ma il problema vero è che il sindacato deve trovare armonia. Se Marchionne ha avuto facile gioco nel dividere il sindacato, la Fiom gli ha dato un grande aiuto in materia di governabilità sindacale delle aziende".

BERSANI. Dal canto suo, il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani è intervenuto così sulla vicenda Fiat: "Mi piacerebbe approfondire bene questo accavallarsi di piani e capire di che cosa si sta parlando: fin qui abbiamo visto rompere il giocattolo e non quello che si possa definire un piano".



IL GOVERNO E IL LODO. Per redimere la vicenda si è parlato dell'ipotesi di un lodo Monti. Secondo Repubblica si sta tentando di far intervenire il premier per mettere fino allo scontro. Il governo, quindi, sta scendendo in campo e ha dato un altolà alla Fiat dopo l'annuncio del licenziamento di 19 operai di Pomigliano per far spazio al reintegro dei lavoratori Fiom deciso da una sentenza della magistratura.

L'idea "è quella che sia l'esecutivo di Monti a convocare azienda e sindacati non per una trattativa ma per un prendere o lasciare che provi a spegnere l'incendio", ha spiegato il quotidiano, "una riunione ristretta, 6-7 persone al massimo". Il lodo prevederebbe l'adesione agli accordi da parte della Fiom-Cgil in cambio del rientro in fabbrica.

REPLICA FIAT. Arriva la replica del Lingotto dopo le polemiche sui 19 operai di Pomigliano messi in mobilità per fare posto ai reintegrati della Fiom. "Le iniziative annunciate dalla Fip di Pomigliano d'Arco stanno originando commenti in molti casi non pertinenti e inesatti - ha replicato oggi la Fiat - Per fare chiarezza sulla situazione l'azienda ritiene utile precisare quanto segue: la procedura di mobilità ha un iter e dei tempi tecnici prestabiliti per consentire ai soggetti preposti e alle organizzazioni sindacali di esaminarne le motivazioni". 



"Nessuna iniziativa può essere avviata dall'azienda prima della conclusione della procedura, ovvero come minimo 45 giorni dall'avvio, e cioè dal 31 ottobre scorso. Non vi è pertanto alcuna urgenza", ha spiegato oggi il Lingotto.

"I 19 ricorrenti sono titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Fiat Group Automobiles, che non si è mai interrotto, e attualmente fruiscono come altri più di 1000 dipendenti del comprensorio di trattamento di cassa integrazione, oggetto di specifico accordo sindacale firmato il 6 luglio 2011 - prosegue la casa automobilistica di Torino - Il rientro al lavoro di questi lavoratori, con passaggio alla società Fip, è unicamente condizionato dalla domanda del mercato dell'auto italiano ed europeo, attualmente molto al di sotto delle previsioni".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Non siamo iscritti Fiom, pensavamo di essere al sicuro: Marchionne ci ha fregato"

Today è in caricamento