Riforma del lavoro, fiducia al Senato: l'ora della verità per Renzi
A Palazzo Madama il voto sul maxi-emendamento del governo al Jobs Act. Si voterà anche sull’articolo 18, ha precisato il governo. Ci sono gli incentivi ai contratti a tempo indeterminato
ROMA - Il giorno tanto atteso è arrivato: oggi il Senato voterà la fiducia sul maxi-emendamento riguardante il Jobs Act, la riforma del lavoro. La madre di tutte le riforme del governo Renzi.
Il presidente del Consiglio è "convinto che sia naturale che tutti" nel partito "votino come sempre". Ma i mal di pancia nella minoranza restano. L’ex segretario Pier Luigi Bersani ritiene la fiducia una "forzatura", ma sostiene che comunque serve"«responsabilità e lealtà".
Ci sarà la concessione di sgravi fiscali al contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti che diventa la forma di contratto privilegiata e di riferimento. Contratto che sarà anche quello più conveniente da applicare, riporta Repubblica, grazie a "vantaggi su oneri diretti e indiretti". In pratica meno contributi (previdenziali e assistenziali) da accompagnare, nei primi anni, ad esempio tre, alla deducibilità del costo del lavoro per i nuovi assunti dall'Irap o a specifici bonus.
Il voto di fiducia di oggi al Senato è sulla riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Lo hanno precisato fonti di palazzo Chigi, con riferimento ad alcuni articoli di stampa che hanno descritto il voto a palazzo Madama come un voto solo politico sul governo Renzi, slegato dal merito della revisione dell'articolo 18.
A Palazzo Chigi, infatti, sottolineano come "contrariamente a quanto riportato oggi da notizie di stampa, come il voto di oggi sulla fiducia riguardi evidentemente l'articolo 18". E che questo "lo si è spiegato per mesi ovunque, persino nelle sedi di partito". Infatti "la delega attribuisce al governo il dovere di superare l'attuale sistema e il presidente del Consiglio ha indicato con chiarezza la direzione". E pertanto "chi vota la fiducia vota la fiducia al presidente del Consiglio e al governo che sostengono la necessità di riformare l'intero mercato del lavoro, come esplicitato dalla delega". La quale "essendo una delega non può che avere la portata definita dal testo normato".