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Mercoledì, 31 Maggio 2023
Finanziamento ai partiti

"Tutto quello che non vi abbiamo twittato": la verità sul finanziamento pubblico ai partiti

Prima, durante e dopo il Consiglio dei Ministri Letta e soci si sono scatenati su Twitter annunciando l'abolizione del finanziamento ai partiti. Ma in 140 caratteri non sono "entrate" tante verità

ROMA - "Io twitto, tu twitti, egli twitta": e i cittadini non capiscono nulla. Gaetano Quagliariello lo avrà fatto con l'applicazione dal suo smartphone. Enrico Letta, invece, dal pc: appena prima di scendere da casa. Alfano, sicuramente, anche lui dal computer. Ieri, tre dei più importanti azionisti di governo - rispettivamente ministro alle riforme costituzionali, premier e vicepremier - sono stati presi da un'ansia da tweet degna della "migliore" delle Repubbliche 2.0

Nell'orda di tweet, ri-tweet e repliche, sempre a suon di tweet, in pochi ci hanno capito qualcosa. Ad aprire le danze è Letta: "Avevo promesso ad aprile l'abolizione del finanziamento pubblico dei partito entro l'anno - ha cinguettato il premier a Cdm ancora non iniziato - L'ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa". 

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Passa poco più di un'ora e al giochino si iscrive Quagliariello. Il senatore Ncd, a Consiglio dei ministri ancora in corso, libera sul social tutta la sua gioia: "E una è andata: abolito il finanziamento pubblico dei partiti! Ora avanti con la riduzione del numero dei parlamentari". 

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Altro giro, altra corsa. Angelino Alfano si unisce al coro - ristretto - di congratulazioni al governo: "In Cdm abbiamo appena abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Per decreto. Impegno mantenuto!". E via con un altro tweet. Finita? No. Perché il "contagio" prende anche chi si oppone. 

Attacca Grillo, in 140 caratteri: " Basta con le chiacchiere Enrico Letta. Restituisci ora 45 mln di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio". Qualche minuto dopo, poi, arriva la saggezza di Di Pietro, sempre via twitter: "Finanziamento ai partiti abolito per decreto? Prima di cantare vittoria aspettiamo di vedere il testo. Di fregature ne abbiamo prese troppe finora".

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E in effetti la "puzza" di fregatura comincia a sentirsi quando il presidente del Consiglio va in conferenza stampa e chiarisce cosa il Cdm ha votato. "Il testo votato oggi - spiega Enrico Letta - è quello del ddl approvato dalla Camera. Con qualcosa in più". 

Tradotto: il decreto votato ieri in pompa magna "twitteriana" prevede una riduzione del finanziamento pubblico dei partiti del 25% per il 2014, del 50% per il 2015, del 75% del 2016 e del 100% solo nel 2018. Dal 2018 poi i cittadini potranno contribuire alla vita dei partiti con un due per mille volontario con "l'inoptato che resterà allo Stato".

Perché nessuno lo aveva spiegato? Forse in 140 caratteri sarebbe stato troppo difficile. 

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