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Giovedì, 25 Aprile 2024
Fondi Pdl / Roma

Dalle ostriche alle fette biscottate: il primo risveglio in cella di 'Batman' Fiorito

L'ex capogruppo alla Regione Lazio ha trascorso la prima notte nel carcere romano di Regina Coeli, in una cella singola. Domani l'interrogatorio di garanzia: il 'federale di Anagni' promette battaglia

Stamattina il primo risveglio nel carcere romano del Regina Coeli per Franco Fiorito, l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio che da ieri è in carcere dopo l'arresto per peculato nell'inchiesta sui fondi del partito. A quanto si apprende 'Batman' avrebbe scelto una cella da solo dove passare la notte. Poi la colazione con caffè, latte e fette biscottate e i primi commenti dei suoi avvocati in attesa dell'interrogatorio di garanzia previsto per domani.

Il 'federale di Anagni', a quanto comunicato, è "su di tono psicologicamente" e non ha fatto richieste particolari all'educatore, la figura che in questi casi fa le veci del direttore con i nuovi arrivati. Fiorito ha trovato la cella "di suo gradimento" e ringraziato il personale.

"Immagino Fiorito come uomo sereno e tranquillo. E' forte, abituato alle battaglie e proviene dai ranghi dell'Msi dove si confrontava con grandi problemi. Non posso dire come stia concretamente perché andrò a parlargli più tardi", ha detto, a Tgcom24, Carlo Taormina, legale dell'ec xapogruppo Pdl alla Pisana. "Le battute che ha fatto prima di andare in carcere sono state significative - ha aggiunto - al di là della fondatezza o meno delle affermazioni, ha detto di sentirsi tranquillo protestando anche la sua innocenza. Una protesta che ha valore dal punto di vista del sistema politico in cui Fiorito era inserito.

C'è una convinzione che quel che si fa lo si faccia perché può essere fatto e quindi questo fa gridare innocenza a chi è coinvolto in vicende come le sue. Questo che noi identifichiamo come sistema, visto come momento di degrado della politica per la speculazione economica è qualcosa che è espressamente previsto, per quanto riguarda le Regioni, dalla legge" ha continuato Taormina.

L'ARRESTO E LE ACCUSE - L'accusa mossa a Franco Fiorito è di peculato ed era già stata formulata nei giorni scorsi portando poi allo scandalo nella Regione Lazio, il cosiddetto Laziogate, e alle dimissioni del presidente Renata Polverini. L'arresto è avvenuto perché la Procura di Roma ritiene che ci sia pericolo di fuga, inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Fiorito è accusato di essersi appropriato di un milione e 300 mila euro, dai fondi destinati al gruppo consiliare alla Pisana del Popolo della Libertà. Inoltre, secondo quanto scrive il Gip del tribunale di Roma nell'ordinanza di custodia cautelare, avrebbe messo in atto un "inquinamento probatorio" attraverso "il depistaggio mediatico nei confronti dei testimoni a suo carico".

Nell'ordinanza viene anche contestato a Fiorito di "non essere stato prontamente reperibile" in occasione della perquisizione del 14 settembre scorso. In quell'occasione, è detto nel provvedimento, i finanzieri non hanno infatti trovato la documentazione sottratta al gruppo Pdl della Regione, che invece lo stesso ex capogruppo ha consegnato ai magistrati 5 giorni dopo.

Inoltre, "frammenti di fatture destinate al gruppo consiliare del Pdl sono stati ritrovati nel tritacarte e nella pattumiera dell'abitazione" di Fiorito. Lo scrive ancora il Gip nell'ordinanza. Dunque Fiorito, che disponeva "liberamente della documentazione che custodiva", avrebbe di fatto manipolato o distrutto parte della stessa.

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