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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Camici sanitari e bonifico da un conto svizzero: il caso Fontana spiegato bene

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana risulta indagato per frode in pubbliche forniture nell'ambito dell'inchiesta aperta a Milano su una partita di camici e kit sanitari da 513mila euro: oggi il Governatore ha chiarito alcuni aspetti della vicenda

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana è intervenuto durante il Consiglio Regionale per riferire sulla vicenda della fornitura dei camici alla Regione da parte dell'azienda del cognato, la Dama Spa e di cui la moglie del governatore lombardo detiene una quota del 10%. Il presidente della Regione Lombardia risulta indagato per frode in pubbliche forniture nell'ambito dell'inchiesta aperta a Milano su questa partita di camici e kit sanitari da 513mila euro.

"Ho saputo della fornitura di camici da parte della società del cognato e della moglie solo il 12 maggio" spiega il presidente di Regione Lombardia che si deve difendere dall'accusa di essere intervenuto per trasformare in donazione la fornitura di camici.

L'inchiesta partita da un bonifico di 250 mila euro bloccato per le normative antiriciclaggio, spiccato a favore del cognato da un conto svizzero.

"Poiché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni - spiega Fontana - E gli ho chiesto di considerare quel mancato introito come gesto di generosità. Poi ho considerato di alleviare l'onere dell'operazione partecipando personalmente, proprio perché si tratta di mio cognato, con una parziale copertura economica. E quel gesto è diventato sospetto, se non addirittura losco".

Fontana, le date del caso camici e il bonifico

La rinuncia al pagamento da parte di Dama è datato ufficialmente 20 maggio, il tentativo di bonifico è del 19 maggio. Fontana ha utilizzato il conto svizzero acceso presso l'Ubs, acceso nel 2015 con 5,3 milioni di euro provenienti da due trust alle Bahamas della madre dentista, morta a 92 anni proprio quell'anno.

La società fiduciaria attraverso cui Fontana ha ordinato il bonifico, però, l'ha bloccato per le normative antiriciclaggio: hanno "pesato" l'entità della somma, la causale non specificata, l'assenza di fatture di riscontro e il ruolo "sensibile" dell'ordinante, che ha un incarico politico.

Fontana smentisce poi che la decisione di donare i camici anziché farseli pagare sia stata dovuta all'interessamento della trasmissione televisiva di Rai3 Report che il 7 giugno scorso aveva anticipato i fatti giudiziari. Fontana aveva detto "non sapevo nulla della procedura" e "non sono mai intervenuto in alcun modo".

"Le prime domande della trasmissione si sono palesate l'1 giugno - ha spiegato oggi Fontana - Quando ho affermato di essere ignaro, intendevo appunto di averlo saputo il 12 maggio. Sapevo quel che sapevano tutti: che in quel momento era in corso una spasmodica ricerca di dispositivi" grazie alla procedura semplificata di emergenza autorizzata dal Governo.

Dopo che il 9 giugno la guardia di finanza ha acquisito gli atti, l'11 Fontana ha comunicato alla sua fiduciaria di soprassedere con il bonifico.

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