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Venerdì, 29 Marzo 2024
Aria pesante

Le nomine di Berlusconi agitano Forza Italia: nuovo strappo di Gelmini

La decisione di nominare Licia Ronzulli coordinatrice della Lombardia al posto di Massimiliano Salini ha creato un nuovo caso

Berlusconi sostituisce il coordinatore di Forza Italia della Lombardia, l’eurodeputato Massimiliano Salini, con la senatrice Lica Ronzulli. L’ex presidente del Consiglio lo ha fatto senza dare spiegazioni e il giorno prima della presentazione delle liste elettorali per il voto del 12 giugno. Lo spostamento ha provocato ulteriori frizioni dentro il partito, che adesso è sempre più nella bufera. 

Il primo a tirare fuori il problema è stato lo stesso Salini che, con una nota, ha reso nota la sua amarezza: “La decisione della mia rimozione da commissario regionale di Fi mi è stata resa nota nella giornata di sabato senza che tale comunicazione fosse accompagnata da alcuna motivazione plausibile. E' doveroso, da parte mia, comunicare che, sorpreso e amareggiato da tale decisione, ho esplicitamente declinato da subito la nomina a responsabile Fi per i rapporti con le associazioni imprenditoriali". Infatti è stato proprio Berlusconi a anticipare la decisione con una telefonata venerdì allo stesso Salini, al quale aveva proposto un incarico alternativo. Declinato. 

Chi l’ha presa davvero male è stata però la ministra per gli affari regionali Maria Stella Gelmini, molto vicina a Salini, che ha chiesto conto del fatto direttamente al coordinatore nazionale Antonio Tajani. Gelmini avrebbe definito surreale rimuovere un coordinatore regionale il giorno prima della presentazione delle liste per le amministrative e nel pieno della campagna elettorale. Per Salini e Gelmini è una questione di metodo. Il fatto non è tanto quello di aver affidato a Ronzulli la guida del partito nella regione più importante d’Italia per Forza Italia, ma di averlo fatto senza alcuna consultazione, senza che ci fosse stato un confronto quanto meno con i vertici nazionali. Niente.

In un attimo Berlusconi richiama in panchina Salini e fa entrare Ronzulli, la quale ha commentato: "Sono un soldato nelle mani del presidente Berlusconi. Mi ha chiamato ieri sera e, da figlia dell’Arma, ho risposto: presente! Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche, abbiamo una campagna elettorale da portare avanti per le prossime elezioni amministrative e ce ne attende una ancora più importante in vista delle politiche. Sono occasioni in cui dobbiamo tutti impegnarci al massimo, perché il successo di Forza Italia è il modo migliore che abbiamo per ringraziare il Presidente Berlusconi per tutto quello che ha fatto per noi".

A gettare acqua sul fuoco ci pensa Tajani, che ha parlato di un processo fisiologico all’interno dei partiti, soprattutto dei grandi partiti, dove ci sono diverse personalità. “Il mio compito è anche quello di gestire queste dinamiche, di ascoltare chi può lamentarsi. Ma poi è sempre Berlusconi che decide. È chiaro che certe decisioni prese anche velocemente possono essere difficili da accettare, ma credo abbia senso anche fare le cose con decisione, a volte. Abbiamo tutti grande considerazione per il lavoro di Salini, ma arriva il momento in cui si può cambiare per rendere più efficace un’azione. Ditemi un partito in cui non succede".

Insomma Forza Italia è un partito con grosse divisioni e sempre più evidenti. L’antagonismo della ministra Gelmini per almeno una parte di classe dirigente del partito forzista non è una novità. Lo scorso ottobre era stata sempre lei a lanciare la bordata quando il leader azzurro, in occasione di un incontro con Meloni e Salvini nella sua residenza a Roma, aveva convocato il suo “cerchio magico” escludendo altre personalità, fra cui Gelmini appunto. "C’è una delegazione di governo con tre persone che dai sei mesi sono state tolte dai tavoli con il presidente, tolte dai tavoli con i capigruppo ed io non lo trovo giusto”. Oggi l’esclusione di Salini dal ruolo dirigenziale in Lombardia ha lo stesso sapore della mossa con cui Berlusconi, sette mesi fa, aveva escluso l’ala più liberale e governativa di Forza Italia. La reazione di Gelmini non mente. 

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