rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Fondi Pdl / Roma

Fiorito in carcere: "Sottratti 1,3 milioni". Una jeep e una caldaia con i soldi del partito

L'ex capogruppo in Regione è stato portato in carcere stamattina: "Appropriazione indebita" si legge nell'ordinanza. Intanto l'inchiesta si allarga e rischia di travolgere il coordinamento regionale del Partito

"Pericolo di reiterazione del reato". Con questa motivazione, indicata nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura di Roma, Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, è stato arrestato dai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza.

Da stamattina, Franco Fiorito - 'er Batman' o, come lui amava farsi chiamare, 'il federale di Anagni' - non è più un uomo libero. Troppo gravi le prove trovate nelle perquisizioni di questi giorni, perquisizioni che stanno andando avanti anche oggi e che riguardano anche la residenza romana del politico.

La richiesta di arresto è stata firmata dal pm Alberto Pioletti e dell'aggiunto Alberto Caperna. L'accusa: appropriazione di un milione e 300mila euro. Il rischio: reiterazione del reato. Una decisione, quella della procura di Roma, che sarebbe scaturita proprio dalle ultime ore fatte di perquisizioni e interrogatori.

Tra le spese choc fatte da Fiorito con i soldi dei contribuenti sottratti dalla casse del Pdl, ci sarebbe addirittura una Jeep Wrangler da 36 mila euro acquistata nei giorni in cui Roma era paralizzata dalla neve e addirittura l'acquisto della caldaia della sua casa al Circeo.

GUARDA IL VIDEO DELL'ARRESTO

L'INCHIESTA DI VITERBO. Ieri mattina Franco Fiorito - accusato anche di "calunnia e falso" - è stato interrogato per ore dal pm Massimo Siddi per un secondo filone d'inchiesta relativo a Viterbo. Ed è proprio da questa seconda 'tranche' di perquisizioni che il caso Fiorito rischia di espandersi a macchia d'olio ai vertici del Pdl regionale. Indagati con Fiorito, infatti, "per diffusione di documenti falsi" propedeutici a ottenere ingenti rimborsi a fronte di spese minori o addirittura "inesistenti" ci sono anche 'quadri' del coordinamento regionale del Pdl. In pratica, come spiegano fonti della procura, i fari sono puntanti "non solo su Fiorito" ma "su chi diffuse con l'allora capogruppo regionale le fatture gonfiate "per screditare alcuni consiglieri".

L'INTERROGATORIO. Secondo fonti della procura, sotto la lente di ingrandimento sarebbe finito un pezzo del partito, dirigenti che avrebbero contribuito a vario titolo a diffondere il dossier contenente le fatture false. In particolare alcuni componenti del coordinamento Pdl del Lazio. E nel calderone dei nomi forniti da Fiorito ai pm ecco spuntare Vincenzo Piso, Alfredo Pallone e Francesco Giro. Con tutti e tre che annunciano querele "per diffamazione" nei confronti di Fiorito.

LA FAIDA. E proprio negli uffici di Piso, in via dell'Anima, furono fatte copie delle fatture taroccate poi distribuite alla stampa. Una decisione, quella di rendere pubbliche le fatture (false) decisa in una riunione dello scorso 12 settembre nel tentativo di avviare una sorta di "operazione pulizia" e denunciare così i consiglieri spreconi. Evidentemente pochi - tra i consiglieri Pdl - hanno gradito l'operazione e ora hanno deciso di parlare. Fiorito in primis. Che avrebbe anche raccontato - durante le 5 ore di interrogatorio - come il 18 agosto scorso il suo successore come capogruppo, Battistoni, si presentò presso gli uffici di 'Batman' intimando di aprire la porta: "Sono il nuovo capogruppo" urlò Battistoni "ho diritto ad entrare". Battistoni, il suo avvocato e il suo commercialista restarono per alcune ore in ufficio e uscirono con due faldoni di carte. Senza che nessuno potesse controllare che tipo di carte, ormai sparite. Ma qualcuno sa cosa c'era in quel falcone: Batman.

La faida continua….

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fiorito in carcere: "Sottratti 1,3 milioni". Una jeep e una caldaia con i soldi del partito

Today è in caricamento