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Sabato, 20 Aprile 2024
La teoria

La strana teoria del ministro Bernini: far scappare i cervelli e poi sperare che tornino

Intervenendo alla presenza del "Progetto Turismo delle Radici" la responsabile dell'Università mette insieme una riflessione su formazione, turismo e talenti che spesso scappano all'estero ma poi non tornano

I talenti italiani? Devono andare via, fare esperienza all'estero, e poi tornare. Poi. La teoria è del ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Intervenendo alla Farnesina all'evento di presentazione del "Progetto Turismo delle Radici" finanziato dal Pnrr, ha spiegato il suo "piano" per i talenti italiani.  

"La fuga di cervelli dall'Italia non va drenata ma implementata, la vera sfida è farli tornare più forti di prima e quello che dobbiamo fare è dare loro ragioni per tornare al di là e oltre il patriottismo", le parole del ministro Bernini. Una sfida che a dirla tutta appare pericolosa visto che sempre più spesso chi ha un'alta specializzazione trova lavori più consoni e stipendi più alti all'estero e non in Italia.

bernini

Secondo gli ultimi dati Istat nel decennio 2012-2021 è espatriato dall’Italia oltre 1 milione di residenti, di cui circa un quarto in possesso della laurea. La differenza tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati è costantemente negativa e restituisce una perdita complessiva per l’intero periodo di oltre 79mila giovani laureati.  Nel 2021 c'è stata per la prima volta una battuta d’arresto del flusso dei giovani laureati verso l’estero dovuto al calo generalizzato degli espatri. Non si è ridotta, invece, la quota dei laureati sul totale dei giovani espatriati che è rimasta stabile (dal 45,6% del 2020 al 45,7% del 2021).

La necessità di "implementare" la fuga dei cervelli - salvo poi farli tornare in un futuro non meglio definito - viene posta dal ministro in relazione alla valorizzazione delle radici e del turismo. Il "Progetto Turismo delle Radici" vede coinvolti cinque ministeri e 600 Comuni per rilanciare il turismo in Italia, valorizzando i piccoli borghi ai quali gli italiani all'estero di seconda, terza e quarta generazione potranno fare ritorno per riscoprire le loro radici e la loro cultura. E diventando "ambasciatori" nei Paesi in cui vivono per convincere gli stranieri a visitare l'Italia. Il turismo delle radici "è uno snodo cruciale" per il settore, perché "si rivolge a un bacino di utenza stimato in circa 80 milioni di persone, tanti sono gli italiani di seconda e terza generazione che vivono all'estero", ha spiegato il ministro del Turismo Daniela Santanchè. L'Italia vuole fare leva anche sul sistema educativo, che può "sostenere fortemente". Da qui l'intervento del ministro Bernini, per la quale anche l'università si muove già nella direzione di essere "canale di valorizzazione delle nostre radici". Secondo Bernini "università, enti di ricerca e l'alta formazione artistica, musicale e coreutica possono aiutare l'internazionalizzazione e dare il loro contributo allo sviluppo del progetto". L'università "ha portato l'Italia nel mondo e il mondo in Italia", mentre "la ricerca, all'estero, parla italiano, quali radici più profonde di queste".

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