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Giovedì, 25 Aprile 2024
il funerale / Venezia

L'ultimo saluto a Niccolò Ghedini, manca Berlusconi

Le esequie celebrate a Venezia. Presenti il collega Piero Longo, il vicepresidente di Forza Italia Tajani e il governatore Zaia

Mella chiesa di Santa Maraia di Sala, a Venezia, erano presenti tutti - o quasi - al funerale Niccolò Ghedini, avvocato e parlamentare di Forza Italia, morto a 62 anni il 18 agosto scorso, sconfitto dalla leucemia all'Ospedale San Raffaele di Milano. La famiglia aveva chiesto di poter celebrare le esequie in forma riservata, ma nel piccolo comune dell'hinterland veneziano sono giunti oggi 20 agosto vertici di partito e delle istituzioni, ma anche gente comune. 

Con la moglie Monica e il figlio Giuseppe, con le sorelle di Ghedini e i parenti più stretti, ad accogliere il padrone è stato portato al funerale anche uno dei suoi cani, Thor, un Terranova nero che è rimasto accucciato sul sagrato della chiesa per tutta la cerimonia.

Non si è visto il più atteso alla cerimonia, Silvio Berlusconi, che è rimasto nella residenza di Villa Certosa, in Sardegna; c'era però in rappresentanza della famiglia la figlia Marina. Alle esequie hanno presenziato il vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, la capogruppo del Senato Anna Maria Bernini, assieme alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, legata a Ghedini da lunga amicizia.

Tra le autorità erano presenti anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, e il sindaco di Padova, Sergio Giordani. Particolarmente commosso il collega di studio Piero Longo, tra i primi a giungere in chiesa.

È stato proprio Longo, dopo la Comunione, a prendere la parola dall'altare per ricordare l'amico. "Quello che doveva esser fatto, è stato fatto". Questo epitaffio giapponese lo rispecchia a pieno, perché quello che si doveva fare, lui, l'ha sempre fatto. E in questo momento direbbe "ma cosa fate ancora qui, andate a lavorare. Niccolò - ha concluso - era quello che, a parte gli affetti, era dedicato da sempre al lavoro. L'ho considerato un fratello e a volte un figlio, e auspico che lui mi abbia considerato a volte come fratello, a volte come secondo padre. A un certo punto - poi - l'ho considerato solo un grande avvocato".

Un ringraziamento è infine venuto dal figlio, Giuseppe, che ha detto poche parole "solo per vedere l'amore e il bene che ha fatto, dato e seminato mio padre, e guardando lo vedo in ognuno di voi". E nel ringraziare tutti i presenti a nome della famiglia, ha detto: "Non sarà un addio, però. Lasciare andare un uomo come mio padre è impossibile. Vi ringrazio tutti dal profondo del cuore".

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