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Giovedì, 28 Marzo 2024

Emiliano Benedetti

Giornalista

Galeazzo Bignami, il ragazzo con la svastica al braccio per “goliardia” è diventato viceministro

Una “goliardata”. Così Galeazzo Bignami, appena nominato viceministro alle infrastrutture e ai trasporti, bolla la foto che lo immortala in divisa da nazista e con una svastica al braccio. Fascia rossa, campo bianco e simbolo nazista in nero: perfetta riproduzione dello stemma hitleriano.

L'immagine, saltata fuori nel 2016, è del 2005. Era il suo addio al celibato e Bignami si è scusato più volte per quell'episodio, asserendo di avere solo 29 anni – era comunque già consigliere comunale di Alleanza Nazionale – e di provare vergogna, oltre ad accusare chi ritira fuori quella foto di strumentalizzare l'episodio per colpire il partito al quale appartiene, Fratelli d'Italia.

Bignami, avvocato bolognese di 47 anni, rieletto deputato alle ultime consultazioni, in epoca molto più recente si è reso protagonista di un altro tetro episodio: una sorta di “caccia” allo straniero. Era il 2019 ed il nostro, già deputato, pubblicò una diretta Facebook mentre, assieme al consigliere comunale Marco Lisei, girava nel quartiere Bolognina in cerca di cognomi stranieri sui campanelli delle case popolari, esponendoli alla gogna social. Stile Salvini, potremmo dire.

Il ricordo torna infatti al gennaio 2020, a quel “lei spaccia?” di Salvini a Bologna, citofonato ad una famiglia marocchina prima delle elezioni regionali: un eccesso che probabilmente gli costò parecchi voti, con la sua candidata Borgonzoni che poi perse malamente contro Bonaccini (Borgonzoni, che nel 2018 dichiarava di non leggere un libro da 3 anni, è stata appena nominata sottosegretaria alla cultura).

Meloni e l'antifascismo

Bignami ha anche più volte condannato l'antisemitismo e indicato il nazismo come “male assoluto”. Più difficile trovare condanne del fascismo. Del resto la stessa Meloni, nel discorso alla Camera per la fiducia, ha nominato la parola “antifascismo” solo una volta, connotandola di significato negativo e di fatto storpiando la Storia a suo piacimento.

"Nel nome dell'antifascismo militante ragazzi innocenti venivano uccisi a colpi di chiave inglese”, ha detto, parlando degli anni di piombo, per ricordare il brutale assassinio di Sergio Ramelli. Stop. Questo per Meloni è l'antifascismo. Nessun cenno alla Resistenza e all'antifascismo come valore fondante la nostra comunità democratica e la nostra Costituzione.

Del resto, Bignami e Meloni sono in ottima compagnia. Il presidente del Senato La Russa vanta un busto di Mussolini in casa, quello della Camera Fontana nel 2016 salutava come “amici” gli esponenti neonazisti di Alba Dorata (partito greco sciolto nel 2020 perché riconosciuto come associazione a delinquere) auspicando da loro un “apporto fondamentale” per l'Europa.

Dal sacrario dedicato a Graziani al 'parco Mussolini'

Francesco Lollobrigida, cognato di Meloni e attuale ministro dell'agricoltura, nel 2012 partecipò orgogliosamente, in qualità di assessore della giunta Polverini, all'inaugurazione del sacrario dedicato al gerarca fascista Rodolfo Graziani ad Affile, in provincia di Roma. Monumento che, a dispetto degli orrendi crimini di Graziani, è ancora al suo posto.
Il leghista Claudio Durigon, premiato da Meloni a sottosegretario al lavoro, è quello che a Latina voleva intitolare il parco 'Falcone e Borsellino' al fratello di Mussolini, Arnaldo.

Una bella carrellata, sicuramente parziale, di “goliardate”. Arrivando ai giorni scorsi, due episodi avvenuti in contemporanea la possono dir lunga. Da un lato l'impegno a sgomberare il rave party di Modena. Dall'altro le migliaia di braccia tese per i saluti fascisti a Predappio, nel centenario della marcia su Roma, bellamente consentite. Ognuno ha le sue priorità. E quelle, del resto, sono ragazzate.

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