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Giovedì, 25 Aprile 2024

Gas e luce: così le aziende stanno facendo pagare ai cittadini le loro tasse

Ad ora è solo una polemica. Ma dietro i sospetti dell'Autorità per l'energia potrebbe nascondersi un vero e proprio scandalo: la 'Robin tax' sarebbe infatti scaricata interamente sulle bollette, 'maggiorate' di 1,6 miliardi di euro.

La Robin tax è una tassa che ha preso il nome da Robin Hood. E come il motto dell'eroe inglese, il senso dell'impostsa era: togliere ai ricchi per dare ai poveri. Nel concreto, con questa tassa si puntava a tassare gli 'extraprofitti' delle imprese dell'energia evitando così di tassare gli utenti.

Ma ora il sospetto dell'Autorità dell'energia potrebbe trasformare questa tassa in un vero e proprio paradosso. Secondo l'Autorità, infatti, in molti casi le imprese soggette al tributo si starebbero 'rifacendo' del costo scaricandolo sui consumatori

Il 'prelievo' indebito sulle bollette è stato ipotizzato in 199 casi, per un totale di 1,6 miliardi di euro di incremento dei margini "dovuti all'effetto prezzo, e tali da costituire una possibile violazione del divieto di traslazione". 

Per questo le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e parlano di "una cosa gravissima e vergognosa". 

I sospetti dell'organismo presieduto da Guido Bortoni sono nero su bianco nella Relazione al Parlamento sulla Robin Tax (una 'manna' da 1,5 miliardi per le casse dello Stato nel 2011), licenziata alla fine di gennaio. L'Autorità è infatti tenuta per legge a svolgere l'attività di vigilanza sull'applicazione dell'addizionale Ires, imposta alle imprese energetiche nel giugno del 2008 e che non può essere 'traslata' sui consumatori, e quindi nè in bolletta nè, per esempio, sulla benzina e il gasolio. 

Ma nella Relazione l'Autorità evidenzia un quadro fortemente critico, in cui appare evidente che molte imprese si rifanno proprio sui consumatori. Nel corso dell'attività di vigilanza svolta lo scorso anno sui dati relativi al 2010, infatti, l'Autorità ha 'pizzicato' 199 operatori (sui 476 totali), di cui 105 appartenenti al settore dell'energia elettrica e gas e 94 a quello petrolifero, in cui "e' stata riscontrata una variazione positiva del margine di contribuzione semestrale riconducibile, almeno in parte, alla dinamica dei prezzi". 

In parole povere, come spiega l'Ansa, il sospetto "è che venga infranto proprio il divieto di traslazione, con il quale si comporta uno svantaggio economico per i consumatori finali". 

L'Autorità però non dispone di poteri sanzionatori in questo campo e pertanto si spinge a calcolare l'ammontare dei margini teoricamente accumulati facendo leva anche sull'effetto prezzo. 

Nel secondo semestre 2010 per le aziende elettriche e del gas si tratta di una somma pari a circa 0,9 miliardi di euro in più rispetto al corrispondente periodo pre-tassa, mentre per quelle petrolifere la cifra è appena più bassa e pari a circa 0,7 miliardi di euro. Sulla base di questi calcoli sui consumatori sarebbero stati riversati ben 1,6 miliardi di euro per 'rientrare' della Robin Tax.

Il mondo delle imprese, comunque, respinge le accuse al mittente. Il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, nega la traslazione in bolletta, e definisce la tassa "iniqua e probabilmente incostituzionale".

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