Il Consiglio di presidenza del Senato ha deciso: cinque giorni di sospensione dalle sedute, con effetto immediato, ai senatori Vincenzo D'Anna e Lucio Barani, per aver compiuto gesti a sfondo sessista in aula. Uno al senatore M5s Alberto Airola, responsabile secondo il Consiglio di aver insultato alcuni esponenti del governo. Invece Barani aveva mimato il sesso orale rivolgendosi a una deputata grillina e mentre D'Anna ha indicato i propri genitali verso i banchi 5 stelle. 

La decisione è stata presa al termine di una riunione durata oltre quattro ore: "Gli episodi sono stati di tale gravità che hanno offeso persone e senatori e minato la credibilità delle istituzioni" ha dichiarato il presidente del Senato, Pietro Grasso, poco prima di annunciare le sanzioni in aula. Un vero e proprio processo, con tanto di "prove video": davanti ai senatori uno schermo sul quale sono state fatte passare le immagini della seduta della discordia. Le sanzioni sono state votate a maggioranza: è stata decisa anche una censura nei confronti del gruppo della Lega per aver sventolato soldi in aula per denunciare la supposta "compravendita dei senatori verdiniani" per ddl Boschi. Censura anche al capogruppo del M5S, Gianluca Castaldi.

Sulla decisione è già scattata la polemica: la senatrice cinquestelle Laura Bottici, dopo aver sottolineato di non aver partecipato al voto, ha ricordato che quando si trattò delle proteste grilline per lo Sblocca Italia i giorni di sospensione comminati furono 10. D'accordo anche Cinzia Bonfrisco, capogruppo dei conservatori e Riformisti al Senato: "E' stata una decisione troppo timida perché quei gesti hanno offeso le donne e gli italiani".