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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il futuro dei pentastellati

"Giuseppe Conte capo unico del Movimento 5 stelle"

È il ruolo che Beppe Grillo vorrebbe affidare all'ex presidente del Consiglio. Il vertice all'hotel Forum di Roma per decidere il futuro del partito. I nodi del vice e la governance a 5

Oggi (forse) si deciderà il futuro del Movimento 5 stelle e il ruolo dell'ex premier Giuseppe Conte. La location del vertice voluto dal fondatore e garante Beppe Grillo con lo stato maggiore del partito per ripensare le fondamenta del Movimento e tentare di dare al gruppo una nuova guida è l'hotel Forum di Roma, nel cuore della capitale, "seconda casa" di Grillo nei suoi blitz capitolini, anche per via dell'antico legame di amicizia con il proprietario della struttura.

La riunione è cominciata intorno alle 11.30 e al tavolo siede anche l'ex presidente del Consiglio. Presenti anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il presidente della Camera Roberto Fico, il capo poltiico reggente Vito Crimi, il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, Alfonso Bonafede e Roberto Fraccaro. Assente invece Davide Casaleggio, impegnato nella sesta tappa del tour "La base incontra Rousseau". Grillo è arrivato con un casco bianco sul capo, con la visiera 'anti covid' scesa davanti al volto in stile astronauta. Il vertice si è concluso alle 15. 

Il ruolo di Giuseppe Conte nel M5s secondo Grillo

Un capo unico, sulla falsariga del ruolo esercitato da Luigi Di Maio prima e Vito Crimi poi, nei panni del reggente. Sarebbe questo, a quanto apprende l'Adnkronos, il ruolo che Beppe Grillo vorrebbe affidare a Conte. Con un mandato a termine, da rimettere poi al voto della base. In molti, a partire dal garante M5s, pensano che l'ex premier sia il nome giusto per guidare il Movimento e rilanciarlo dopo le ultime defezioni - tra cui quella pesante di Alessandro Di Battista - ed espulsioni dei dissidenti alla Camera e al Senato dopo il voto di fiducia al governo Draghi. Per conferire un incarico all'ex presidente del Consiglio i pentastellati potrebbero decidere di cambiare il loro statuto.

I nodi del vice e la governance a 5

Nel summit alcuni avrebbero sollevato la necessità di affiancare al capo politico uno o due vice, per non centralizzare troppo il "potere" nella mani di un'unica persona. Non solo. Altri, tra questi Vito Crimi, avrebbero sottolineato la necessità di non ignorare il voto della base, che ha indicato la strada di una governance a 5 al posto del capo politico, votando la modifica dello statuto in tal senso.

Uno dei possibili compromessi potrebbe essere quello di trasformare il cosiddetto comitato direttivo in una sorta di "segreteria politica" da affiancare a Conte, ammesso che l'ex premier decida di intestarsi la guida del Movimento. Ma il timore di Beppe Grillo, raccontano alcuni beninformati, è che Conte finisca per uscirne "depotenziato", e il Movimento con lui. "Non è possibile - la riflessione che avrebbe fatto il garante ai suoi - che in ogni snodo complicato debba tornare in pista lui in prima persona".

In serata il comitato di garanzia del M5s - composto da Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri - farà il punto per decidere eventuali modifiche da apportare allo statuto del Movimento. Modifiche che, spiegano autorevoli fonti, saranno rapidissime nel caso in cui Giuseppe Conte avesse accettato di intestarsi la guida del Movimento.

"Conte dice sì al nuovo progetto rifondativo"

Nel giorno del summit M5s per riscrivere la struttura del Movimento, l'ex premier "Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 stelle. Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050". Lo rendono note fonti del M5s vicine all'ex presidente del Consiglio al termine del vertice all’hotel Forum.

"Il Movimento sarà la forza trainante della transizione ecologica e digitale, poggiando però su pilastri insostituibili, quei valori originari che lo hanno sempre contraddistinto: la tutela dell’ambiente, l’importanza dell’etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi, la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita democratica attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta", concludono le stesse fonti.

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