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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Maie-Italia23: i centristi per Conte che vogliono salvare Palazzo Chigi

Un gruppo di senatori si costituisce a Palazzo Madama in vista della fiducia da votare martedì. Quella potrebbe essere l'occasione per un colpo di scena. Ma mancano ancora i numeri

I nomi ci sono, i numeri no. La disperata ricerca dei voti decisivi per salvare il governo Conte al Senato martedì 19 gennaio, il giorno in cui è in programma la conta decisiva, si ferma al di sotto della quota necessaria per ottenere la maggioranza assoluta. Anzi, tecnicamente, ad oggi non arriva più a 155 ma si ferma a 151: mancano dieci senatori e non sei. Ma intanto, nel silenzio che precede le grandi occasioni, comincia a registrarsi qualche movimento dalle parti di Palazzo Madama. Verso un salvataggio sul filo di lana che comunque non garantirebbe lunga vita a Palazzo Chigi. 

Maie-Italia23: i centristi per Conte che vogliono salvare Palazzo Chigi

L''idea è quella di un gruppo centrista ispirato al Ppe. O meglio, che abbia l'imprimatur del Partito popolare europeo. Tutti gli indizi portano al partito centrista, l'Udc, che al Senato è in sodalizio con Fi: attualmente formano un gruppo unico. Ma l'Udc, racconta all'Adnkronos chi lavora in prima linea per mettere in salvo il Conte bis o dare luce al Conte ter, potrebbe nei prossimi giorni diventare 'Ppe-Udc', staccarsi dai forzisti e diventare così una nuova costola del governo guidato da Giuseppe Conte. È questa, al momento, una delle strade più battute sul fronte dei 'responsabili'. Una partita che si gioca parallelamente ad altre due, quella del Maie, la componente che oggi è diventata Maie-Italia23, e quella del Psi, che vive il difficile travaglio interno del simbolo condiviso con Matteo Renzi e la sua Iv: un distacco che suonerebbe come uno schiaffo all'ex premier. Il punto di caduta, raccontano, potrebbe essere proprio nel partito di Lorenzo Cesa -sebbene lui stesso si sia detto fermamente contrario a dare l'appoggio a Conte, le trattative vanno avanti- con un simbolo che suggerisca già dal nome la forte ispirazione europea e che possa guardare proprio a Conte per una leadership politica. Gli innesti verrebbero anche da Iv. Oltre che da Fi, dalla pattuglia dei cosiddetti fuoriusciti, e dallo stesso Psi, che potrebbe dunque confluire nel nuovo contenitore centrista per giocare una partita più ampia. 

Con una nota ad hoc, diffusa alle agenzie poco dopo le 13, è stato il senatore Riccardo Merlo ad ufficializzare la nascita a palazzo Madama della nuova componente 'Maie-Italia23' per ''offrire una prospettiva politica per il futuro, per poter costruire un percorso di rinascita e resilienza, nell'interesse dell'Italia, soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo". L'obiettivo, infatti, raccontano, è creare un 'contenitore' ora per un progetto politico di centro a lungo termine, che non si esaurisca con questa legislatura ma 'vada oltre'. Sempre con Conte come punto di riferimento. Che un giorno, chissà, potrebbe persino trovare sostanza nella 'lista del Presidente' alle prossime politiche. Un progetto "a lunga scadenza", rimarcano, non il pretesto per offrire una semplice 'stampella' per la sopravvivenza del Conte bis o la formazione di un Conte ter. "Nessuno", insomma, ''vuole fare un'operazione di scilipotismo collettivo'', dice a mezza bocca uno dei 'costruttori' al lavoro per raccogliere più adesioni possibili entro lunedì, quando Conte andrà a riferire in Parlamento sulla crisi dopo lo strappo di Iv. Una volta partiti non c'è più tempo da perdere. L'input è fare presto. Anche perché la 'controffensiva' del centrodestra, di Salvini in particolare, e di Renzi, per stoppare i 'responsabili' pronti a staccarsi è già stata lanciata. 

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L'intenzione del 'Maie-Italia 23', quindi, è gettare le basi di un soggetto politico che si collochi al centro, aperto a chiunque sia interessato (dall'Udc ai forzisti, dai pentastellati ai renziani spaventati dalla strategia kamikaze del loro leader), ma c'è la consapevolezza che si tratti di una vera e propria corsa contro il tempo, perché il rischio del flop è sempre dietro l'angolo. Per questo, raccontano, il primo step è definire statuto e programma del gruppo, formalizzarne la costituzione con almeno 10 senatori come prevede il regolamento: allo stato hanno aderito in 4, ovvero Merlo, Saverio De Bonis, Adriano Cario, e Raffaele Fantetti, presidente dell'Associazione Italia23, mentre alla Camera sono in 3 (Antonio Tasso, Andrea Cecconi e Mario Alejandro Borghesi). 

Repubblica spiega che ne mancano almeno dieci: nel pallottoliere di Palazzo Chigi ce ne stanno due o tre di Italia Viva (Nencini in primis), due di Forza Italia (si parla di Stabile e Minuto), un paio di ex grillini come Lello Ciampolillo e Mario Giarrusso.

E poi ci sarebbero tre senatori a vita che non partecipano frequentemente al voto: Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre. I tre innesti dell’Udc assicurerebbero un ulteriore puntello. Ma il rischio è quello di arrivare alla maggioranza assoluta d’un soffio o addirittura di centrare solo una maggioranza relativa. 

Il tutto potrebbe davvero assicurare la sopravvivenza a un governo di minoranza? E se sì, per quanto?

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