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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Governo Cottarelli, numeri quasi impossibili: "Se Berlusconi lo vota, addio alleanza"

Le parole del segretario della Lega dopo il fallimento dell'esecutivo gialloverde. Si va verso nuove elezioni in autunno. Maggioranza difficile per "mister spending review"

Il "governo del cambiamento" targato M5s-Lega non vedrà mai la luce. A 85 giorni dall'inizio della legislatura non c'è un esecutivo nel pieno delle sue funzioni. Dopo il veto di Mattarella a Paolo Savona, il ministro dell'Economia "preteso" da Lega e Movimento 5 stelle per la formazione del governo, potrebbe essere Carlo Cottarelli, "mister spending review", a guidare il Paese alle urne, nel giro di qualche mese. Almeno nelle intenzioni del capo dello Stato, che oggi alle 11.30 ha convocato Cottarelli al Colle.

I numeri, però, dicono che è quasi impossibile ottenere la maggioranza per un governo. Senza l'appoggio di Lega e Movimento 5 stelle difficilmente potrà esserci un esecutivo. Si va verso nuove elezioni, dopo un governo "balneare" che avrà, visti anche i numeri in Parlamento, una vita molto breve.

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Governo Cottarelli: il centrodestra si spacca

"Se Berlusconi vota il governo Cottarelli addio alleanza: la nota di ieri era la stessa di Renzi, del Pd". Matteo Salvini, a Circo Massimo su Radio Capital, mette in chiaro i rapporti con il centrodestra all'indomani del fallimento del tentativo di Giuseppe Conte di dar vita a un esecutivo gialloverde. E non esclude che la Lega possa presentarsi alleata di M5s alle elezioni.  "Il lavoro fatto assieme rimane. Vedremo - aggiunge -  valuteremo sui progetti, ma vorrei sapere che fa Berlusconi. Savona? Non uso il suo nome a vanvera ma abbiamo trovato una persona che, se volesse, potrebbe essere con noi".

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"Chi vota Cottarelli?"

"Oggi Mattarella darà l'incarico a Cottarelli, le Camere sono convocate per domani e a questo punto mi piacerebbe capire: chi lo vota Cottarelli? Chi lo sostiene?", ha continuato il leader della Lega. "Mattarella - ha continuato Salvini - non ha dato l'incarico al centrodestra, non ha voluto il governo M5s-Lega che aveva la netta maggioranza nel Paese... adesso ci manda il signor Cottarelli che ha lavorato al Fmi, uomo senza una maggioranza, sostenuto forse solo dal Pd che è stato sconfitto alle elezioni. Mi sembra una forzatura".

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Per il segretario del Carroccio il dato di fatto, adesso, è che "in Parlamento c’è una maggioranza parlamentare. Quello che non riusciamo a fare tramite un governo, proveremo a farlo in Parlamento E porteremo assieme al M5s una riforma della legge elettorale, grazie alla quale chi prende un voto in più va al governo. Me lo chiedono tutti. Ora vediamo se anche il Parlamento è a sovranità limitata o no". "Nessuno ha mai pensato all'uscita dell'euro: non era nei nostri programmi, non era nei programmi di Savona", assicura Salvini che aggiunge: "Nel programma c'era solo una revisione del sistema bancario e delle tasse". Tuttavia l'economista era "la pedina più importante di questo governo. Savona ci avrebbe garantito che in Europa ci avrebbero ascoltati di più, Giorgetti non sarebbe stato così efficace".

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Il presidente della Repubblica - con l'obiettivo di incaricarlo presidente del Consiglio di un governo "neutrale" - ha convocato per lunedì mattina Carlo Cottarelli, economista, che aveva sollevato molti dubbi sulla fattibilità del programma economico scritto nel Contratto siglato da Salvini e Di Maio. Il probabile incarico avverrà dopo che domenica è andato a vuoto quello affidato al professore Giuseppe Conte, fallimento dovuto all'indisponibilità di Lega e M5s di rinunciare a Paolo Savona come ministro dell'Economia. "A me sembra più probabile che mi chiamino nell'Inter a giocare al posto di Icardi, come centroavanti". Così poco più di due mesi fa Carlo Cottarelli rispondeva a chi gli chiedeva di commentare l'ipotesi che gli venisse affidato un incarico da premier. Ora mister spending rewiev, l'uomo che nel novembre del 2013 ottenne dal governo Letta l'incarico di mettere mano agli sprechi pubblici italiani, è stato convocato al Colle.

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Laureato a Siena e alla London School of Economics, Cottarelli, pur lavorando a Washington dal 1988 quando entrò al Fondo Monetario dopo la Banca d'Italia e una breve esperienza all'Eni, ha sempre seguito con attenzione gli affari italiani. All'Fmi infatti era direttore del dipartimento affari di bilancio dal 2008 e in questi anni più volte ha redatto e illustrato il Fiscal Monitor, ovvero il rapporto dove si analizzano i bilanci pubblici delle principali economie. Nato a Cremona nel 1954, dopo venticinque anni al Fondo Monetario e sei alla Banca d'Italia, Cottarelli ricoprì l'incarico di commissario alla spending review per il governo per un anno. Il conto dei tagli possibili arrivò a 32 miliardi. L'incarico si concluse con un corposo dossier di risparmi possibili e qualche amarezza che l'aveva portato a sottolineare più volte gli ostacoli incontrati sulla strada della revisione della spesa. Nel novembre del 2014 Cottarelli lascia e torna al Fmi su nomina del Governo Renzi, come direttore esecutivo nel board. Dal 30 ottobre 2017 è il Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano.

Sono recenti i suoi affondi sulla necessità di ridurre il debito e sul risanamento che passa per la finanza pubblica. "Dobbiamo ridurre il debito pubblico altrimenti rimarremo schiavi dei mercati", aveva sottolineato. Critiche le sue posizioni nei confronti del contratto di governo Lega-M5s. Un programma che - aveva detto pochi giorni fa - "comporta un aumento del deficit pubblico particolarmente elevato e le coperture non sono individuate in maniera chiara".
 

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