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Martedì, 3 Ottobre 2023
Cosa succede

Sei mesi "di corsa", poi è tutta campagna elettorale: i prossimi 12 mesi del governo Draghi

Sul tavolo ci sono dossier importanti come il caro bollette, il Pnrr, il fisco e le pensioni, ma dopo l'estate i partiti guarderanno soprattutto alle elezioni politiche 2023, quando forse nessuno dei ministri draghiani sarà candidato. Nessun "patto di legislatura", ma il premier dovrà dimostrare di non essere indebolito

Tanto rumore per nulla? Non proprio. Dopo la lunga e sfibrante (per il mondo politico, perché la varie maratone tv hanno registrato ascolti modesti) pausa per il Quirinale, il governo riparte dalla stessa formazione e dallo stesso programma. Almeno per un po'.  Ci sono emergenze vere da affrontare, del caro bollette che sta impattando sul portafoglio delle famiglie e delle imprese alle nuove regole per il Covid (con le nuove regole sul Green Pass e il superamento del sistema a colori), ma ci sono anche altri dossier caldi: il fisco, le pensioni, la concorrenza. E poi il tema del Pnrr, che Draghi sente quasi come un impegno personale. Sono tre le emergenze indicate l’altro ieri dal Capo dello Stato Sergio Mattarella al momento della rielezione: economica, sociale e sanitaria. La strategia dell'esecutivo è in divenire, perché incrocia il caos politico sotto cui rischiano di finire sepolte alcune leadership (Salvini e Conte in primis).

Cosa farà ora Draghi 

Draghi vuole resettare gli ultimi tre mesi, consumati nel progetto sfumato del Quirinale. Il premier ci credeva davvero, ma la strategia di non fare nulla e non dire nulla di concreto sul tema non ha pagato. Nessuno saprà mai se le cose sarebbero andate diversamente nel caso l'ex capo della Bce avesse preparato il terreno con i partiti in maniera più tradizionale e inclusiva. "Pesano le scorie della battaglia. Ma il presidente del Consiglio vuole giocare una nuova partita, libero dallo schema quirinalizio", scrive oggi Repubblica. "Non accetterà di fallire, né di mediare. Vuole riprendere in mano l’agenda, forte di una convinzione: in tutti i partiti della maggioranza esiste un’anima governista – grande o piccola che sia – su cui di certo fare affidamento. E l’ombrello di Sergio Mattarella sembra garantire che quello in carica sarà l’ultimo premier della legislatura". Ne sono certi tutti. Non ci sarà alcuna crisi di governo, si andrà al voto nella primavera 2023. 

Per Mario Draghi, Mattarella è il miglior epilogo possibile di questa furiosa partita quirinalizia dopo la certificazione che lui in persona non ce l'avrebbe mai fatta. Nei prossimi mesi vengono al pettine nodi politico-sociali inediti. Si svolgerà il referendum sulla giustizia: nella campagna elettorale saranno coinvolte milioni di persone. Attenzione: non c'è un anno di governo reale. Fra sei mesi, subito dopo la pausa estiva, sarà già piena campagna elettorale. Non c'è nemmeno bisogno di parlare dunque di "patto di legislatura". Non ci sono i tempi. 

Le frizioni nei partiti indeboliti

Dopo la "musata" nella sfida per imporre un nome di centrodestra al Quirinale, Matteo Salvini non aspetta altro che tornare a fare quello che gli riesce meglio: campagna elettorale. Ma a complicare il quadro c'è un dettaglio proposto da una vecchia volpe della politica italiana come l'ex ministro socialista Rino Formica: "Quasi nessuno dei ministri draghiani sarà candidato nel proprio partito (alle politiche 2023, ndr). Non Brunetta e neppure le donne di Forza Italia. Ma anche quelli del Pd rischiano tranne Orlando che ha una sua componente. Non parliamo poi di quelli della Lega…". Un forte elemento di incertezza.

Matteo Salvini vorrebbe un rimpasto, ed è probabile che lo ripeta al premier, se verrà ricevuto nei prossimi giorni. Aveva ad esempio in mente di sostituire Luciana Lamorgese con il prefetto Matteo Piantedosi. Non lo otterrà. Ma le frizioni tra Salvini e Giorgetti continuano: quest'ultimo non si è dimesso anche per non indebolire il governo: "Resta il fatto che è stanco di essere puntualmente smentito dal suo leader e di dover sostenere in Consiglio dei ministri tesi che non condivide soltanto allo scopo di non spaccare il Carroccio. Resterà soltanto se gli sarà garantito un margine di azione da via Bellerio", nota Repubblica.

Si parlerà di rimpasto ancora per giorni, come avvenuto mentre ancora era in corso la votazione che ha sancito il bis di Mattarella. Potrebbe essere la Lega ad aprire al rimescolamento, oppure i centristi di Coraggio Italia, che scalciano per entrare nel governo. Ma per Draghi finché qualcuno non glielo andrà a chiedere ufficialmente il tema non esiste.

Il Carroccio fa sapere che nei nei prossimi giorni Matteo Salvini convocherà il Consiglio Federale. All'ordine del giorno, anche una profonda riflessione sul centrodestra dopo quanto successo a proposito di Quirinale e i troppi voti mancati per la Presidente Casellati.

Se la Lega traballa, Pd e Forza Italia non allarmano e semmai promettono sponda a Draghi. Sul fronte giallorosso preoccupa piuttosto la battaglia interna al Movimento. Giuseppe Conte ha dimostrato, come e quanto Salvini, di non voler concedere al premier il Colle. Difficile che scelga la strada dello scontro in campo aperto, ma la sfida interna con Luigi Di Maio potrebbe concretizzarsi in duelli sui nodi dell’agenda e aprire crepe nell’esecutivo.

Su Elisabetta Beloni, capa del dipartimento per le informazioni di sicurezza («È mia sorella», aveva detto Di Maio per rimarcarne la vicinanza) si è consumato lo scontro più aspro dentro al Movimento, con Beppe Grillo che, venerdì sera, su Twitter segue a ruota Conte e ne lancia ufficialmente il nome («Benvenuta Signora Italia, ti aspettavamo da tempo», con l’hashtag #ElisabettaBelloni) e Di Maio che si mette di traverso («Indecoroso bruciare Belloni, non va bene il metodo»).

La leader di FdI,  Giorgia Meloni, afferma che ci penserà lei a rifondare il centrodestra, e si prepara a un anno di campagna elettorale.

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Se si andrà verso una legge elettorale più proporzionale, nella quale il peso delle coalizioni sarà attenuato, sarà una campagna elettorale più contrastata che mai. Con un eventuale sbarramento al 5 per cento, e con seggi ripartiti in maniera più aderente al reale numero di voti ottenuti, ogni partito dovrà guardare in casa propria e spingere sugli elementi e sui temi più identitari. 

Pnrr, fisco e pensioni: il piano del governo

Le imprese si aspettano segnali forti dal governo Draghi, come racconta il Sole 24 Ore: l’aumento dei prezzi sui mercati internazionali ha contribuito a far salire il conto della bolletta, ma è chiaro che l’industria l’italiana paga uno scotto altissimo anche per gli effetti nefasti di un mix energetico ancora troppo dipendente dall’estero. Gli industriali chiedono interventi strutturali. Servirà uno scostamento di bilancio. Lo chiedono un po' tutti, M5S, Lega e Pd, il dossier tornerà sui tavoli di un governo che vede decisamente rafforzato l’asse Draghi-Franco, fin qui prudentissimi sul nuovo deficit.

Il premier ha bisogno di dare un primo avvertimento, secondo la Stampa. Un primo no ai partiti: "E potrebbe darlo già nelle prossime ore, per frenare le intemperanze di Matteo Salvini. Il leghista ha chiesto un incontro a Draghi e vuole al suo fianco Giorgetti. La richiesta sarà di «un deciso intervento del governo, di almeno 30 miliardi di euro», per abbattere i costi di luce e gas. Niente di più lontano dai piani del premier. A Palazzo Chigi provano a minimizzare la proposta di Salvini, ma il senso delle risposte va sempre nella stessa direzione: ci sono già stati tre interventi ravvicinati per abbattere i costi delle bollette e 30 miliardi sono una cifra enorme, di fatto una finanziaria, che andrebbe contrattata con l'Europa".

Ci sono i 51 obiettivi da centrare nel 2021 per il Recovery Plan, il programma concordato con la Commissione europea per l’avvio di quest’anno non lascia certo spazio a esitazioni con altri 45 adempimenti da centrare da qui a giugno per non perdere i 24,1 miliardi della seconda rata. Per averli l'esecutivo dovrà mettere "in lavorazione" un lungo elenco di riforme che spazia dal fisco alla Pa, fino alla transizione ecologica, passando per le pensioni: bisognerà impostare in tempo utile per il Def di aprile 2022 le linee guida dell'attesissima riforma delle pensioni che entrerà in vigore dal 31 dicembre.

Sulla delega fiscale è facile prevedere spaccature tra i partiti su molti temi: a partire dalla riforma del catasto, che il centrodestra chiede di cancellare e il centrosinistra di mantenere o rafforzare, e divisioni ancora più profonde sulla flat tax. Il disegno di legge annuale per la concorrenza, uno dei capisaldi del Pnrr, è stato solo incardinato al Senato, prima di Natale, in commissione Industria. 

"Mario Draghi dovrà dimostrare di non essere indebolito"

Il primo Consiglio dei ministri del dopo voto per il Quirinale dovrebbe essere convocato per oggi pomeriggio: sul tavolo del governo,  oltre a leggi regionali, anche alcune misure di contenimento del Covid in scadenza: dall’obbligo di mascherine all’aperto alla chiusura delle discoteche. L'obbligo di mascherine all'aperto verrà con ogni probabilità prorogato. Poi sarà esaminata la durata della validità del green pass per chi ha tre dosi di vaccino: dovrebbe diventare indefinita.

A conti fatti, Mario Draghi dovrà dimostrare di non essere indebolito: potrà essere più autonomo e libero di camminare sulle ossa degli azionisti del governo, su questo ci sono pochi dubbi. Dopo il colloquio con Mattarella durante il quale aveva capito che si sarebbe andati verso il bis, Draghi era quasi "euforico", riferiscono sui quotidiani alcuni beniformati. Un senso di sollievo per coprire l'amarezza di non essere riuscito a conquistare il cuore dei deputati e dei senatori (sena averci mai nemmeno provato era difficile, ma nel trasloco al Colle ci sperava davvero). Fatto sta che sono state scongiurate alternative all'attuale presidente della Repubblica che i collaboratori del premier non hanno esitato a considerare più "umilianti" per il presidente del Consiglio: l'elezione di Belloni o Casini avrebbe messo in luce la sconfitta del premier. Così no. 

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