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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Il governo prova a congelare Imu e Iva, Monti pronto a lasciare le larghe intese

L'esecutivo Letta alle prese con Imu e Iva, entro settembre la riforma definitiva. Intanto l'ex premier attacca: "Senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione"

Gli italiani non solo non credono più nei partiti tradizionali, ma sono pronti ad abbandonare la fiducia riversata anche nel nuovo. A febbraio in tanti hanno deciso di cambiare. Gli stessi, o quasi, che a luglio sono pronti ad imboccare nuove strade, compresa quella dell’astensione (come raccontano perfettamente le ultime amministrative). Per questo molto della questione passerà tra le mani, per altro fragilissime, del governo Letta. Alle larghe intese il compito di ridare fiato a quella fiducia venuta meno durante il governo Berlusconi, la parentesi tecnica guidata da Mario Monti e il pasticcio post elettorale del Partito democratico. Da destra a sinistra, la frittata l’hanno girata in tanti, praticamente tutti. E allora c’è chi, come Enrico Letta, su invito di Napolitano, sta provando a dare la svolta.

Ci sta riuscendo? Insomma. Per adesso c’è molto ordinario e poco di straordinario. Forse perché l’esecutivo, fino alla scorsa settimana, è stato bloccato da due macigni: Imu e Iva, entrambi rimandati a settembre. Adesso a Letta e Alfano tocca cambiar marcia. Pena la tenuta stessa della maggioranza. E allora piano economico di Palazzo Chigi da qui a fine estate dovrebbe entrare nel vivo. L’Huffington Post prova a scrivere una mappa delle priorità su cui è intenzionato a misurarsi l’esecutivo da qui a settembre:

IMU -  L’imposta municipale così come è oggi è destinata a scomparire. Sul tavolo del ministero dell’Economia sono allo studio diverse possibilità. Il Pdl spinge per l’eliminazione completa della tassa sulla prima casa, ad un costo di 4 miliardi di euro. Soldi difficili da reperire. Il Pd punta ad esentare dal pagamento solo le fasce meno agiate della popolazione. Facendo aumentare, per esempio, la detrazione automatica a 500 euro a non pagare sarebbero i due terzi dei proprietari di prime case. Il costo per le casse pubbliche sarebbe di 2,5 miliardi di euro.
PENSIONI - Il cantiere, infinito, della previdenza, ha ripreso a marciare. La legge Fornero sarà rivista introducendo elementi di flessibilità. Il punto di partenza sarà la proposta di legge Damiano-Baretta, che prevede la possibilità di lasciare in anticipo il lavoro rispetto ai 66 anni della legge Fornero, ma con delle penalizzazioni. Si potrà, per esempio, andare in pensione a 62 anni con 35 di contributi (in pratica la cosiddetta quota 97) rinunciando all’8% dell’assegno. Se si aspetta un anno in più, 63 anni, la penalizzazione scende al 6%, poi al 4% a 64 anni, al 2% a 65 anni, fino ad azzerarsi a 66 anni. Per chi decide di rimanere al lavoro più tempo scatterebbe, vice versa, un sistema premiante.
STAFFETTA GENERAZIONALE -  L’altro tema sul tappeto, sempre legato alla riforma pensionistica, è quello della staffetta generazionale. È un pallino del ministro del lavoro Enrico Giovannini. In pratica i lavoratori più anziani dovrebbero, in maniera volontaria, ridurre il loro orario di lavoro (e stipendio) accontentandosi di un part time. Questo permetterebbe l’ingresso in azienda di lavoratori giovani che potrebbero essere formati da quegli stessi colleghi più esperti che hanno optato per il part time. Anche qui, però, il problema sono i costi.
ESODATI - Nella riforma autunnale delle pensioni, sarà compreso anche un capitolo esodati. Ci dovrebbe essere un piccolo allargamento della platea dei salvaguardati. Il rischio maggiore, tuttavia, sono le crisi industriali che stanno creando (e continueranno a creare) nuove platee di persone senza reddito e con la prospettiva che si allontana della pensione. Un aiuto in questo senso dovrebbe arrivare proprio dalla revisione della legge Fornero sulle pensioni.
PENSIONI D'ORO -  Il vero nodo da risolvere dei provvedimenti autunnali è quello delle risorse. Per finanziare la riforma previdenziale, il governo punta a ripescare il prelievo sulle pensioni d’oro bocciato dalla Corte Costituzionale. Per renderlo compatibile con la Carta, andrebbe esteso anche a tutti i redditi. L’ipotesi è quella di un balzello del 5% dai 90 mila euro in su, del 10% sopra i 150 mila. Così facendo, in pratica, di introdurrebbero nuove addizionali Irpef.

MONTI – Questo il piano, a grande linee, che tuttavia non sta piacendo a tutti. Renzi si lamenta dei passetti dell’amico Letta, condendo il discorso con una sorta di troppo poco. Un troppo poco che pesa, anche perché Renzi, e il suo ruolo nello scacchiare nazionale, a grandi passi, si sta avviando ad indossare i panni del ‘nemico’ più pericoloso delle larghe intese (corsa per la segreteria Pd in testa). Ma c’è un altro spauracchio per Letta, il professore Mario Monti. Spogliato dai panni del premier, il leader di Scelta civica, lancia via Facebook la bomba: “Mi sento in dovere di affermare che, senza un cambio di marcia, non riteniamo di poter contribuire a lungo a sostenere una coalizione affetta da crescente ambiguità”. Insomma, o la svolta segnata nei punti dell’Agenda di fine 2012, il manifesto del movimento politico del prof, o l’addio a questa maggioranza.

NAPOLITANO - Parole minacciose, mai smentite, e che potrebbero incendiare la piazza. E allora Giorgio Napolitano, si è messo a fare il pompiere. Il due volte Presidente della Repubblica, fin da subito, chiamato in causa dai giornalisti sul tema, ha minimizzato provando a disinnescare la mina: “Faccio molta fatica a prestare un volto minaccioso al prof. Monti che, voglio ritenere, voglia giocare solo un ruolo di stimolo”, ha detto, ai microfoni di SkyTg24, poco prima di lasciare Zagabria al termine della sua visita in Croazia. Il Capo dello Stato ha aggiunto di aver sentito “il professor Monti solo per telefono” in occasione del suo compleanno due giorni fa. E, a chi gli faceva osservare che Monti chiedeva un “patto di coalizione”, Napolitano ha risposto: “Benissimo, vedremo cosa gli risponderanno i partner della maggioranza”.

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