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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Governo M5s-Pd, per la maggioranza non c'è bisogno del "pallottoliere"

Il Conte bis al Senato dovrebbe poter contare al momento su 170 voti, che diventano 161 secondo i calcoli più pessimistici. Bastano e avanzano. Consultazioni, oggi il premier incaricato chiuderà con i big dei partiti: entro mercoledì dovrebbe tornare al Colle

Per Conte non mancano gli ostacoli lungo la strada che porterà, con ogni probabilità, alla nascita di un governo composto da Movimento 5 stelle, Pd e probabilmente anche Leu ed altri partiti minori presenti in parlamento. Le trattative tra i due principali partiti sono complesse e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, monitorerebbe soprattuttoo sulla scelta dei quattro ministeri chiave: Economia, Esteri, Difesa e Interno. Per il Tesoro spunta il nome di Gualtieri, eurodeputato del Pd, mentre per il Viminale c'è l'ipotesi dell'ex-capo della polizia Pansa. Agli Esteri si fa strada la pista Amendola, deputato Pd che si è occupato di esteri per il partito.

Ma totoministri a parte, i numeri della maggioranza in Senato, come vedremo, mostrano un certo margine di sicurezza.

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Per quel che riguarda Luigi Di Maio, le ipotesi ancora in campo sono due: o ministro della Difesa senza fare il vicepremier oppure lo Sviluppo economico restando vice. La formula però non convince Zingaretti, che considera Conte espressione del Movimento 5 stelle, e non premier super partes, e vorrebbe quindi che il nuovo esecutivo nascesse con un solo vicepremier proposto dal Pd. Soltanto due i nomi in ballo al momento: Orlando e Franceschini.

Conte non ha dubbi, quando, davanti ai cronisti, dopo aver incontrato il Capo dello Stato al Quirinale spiega di aver accettato con riserva l'incarico di formare un nuovo governo giallorosso M5S-Pd. "Sarà un governo per il bene dei cittadini, per modernizzare il Paese, un governo nel segno della novità" dice. Conte si presenta come il 'garante' della tenuta della nuova maggioranza, pronto ad andare avanti per dare al Paese una manovra economica che rassicuri i mercati evitando l'esercizio provvisorio di bilancio.

Ieri Conte ha avviato subito le consultazioni con le forze politiche nella sala dei busti di Montecitorio e oggi chiuderà con i big dei partiti. Incontrerà anche Fratelli d'Italia e Lega ma non i loro leader che non si presenteranno all'appuntamento. L'obiettivo di Conte, comunque, è chiudere presto la partita e già entro mercoledì della prossima settimana dovrebbe tornare al Colle per sciogliere la riserva e sottoporre a Mattarella la lista dei ministri.

Governo Pd-M5s, I numeri della maggioranza al Senato

La maggioranza che darà la fiducia al Conte bis al Senato può contare al momento su 170 voti, secondo i calcoli del Sole 24 Ore. Non sono pochi, il margine di sicurezza c'è: sono infatti in tal caso ben 30 i seggi di scarto sull'opposizione che si attesta a quota 140. Pur ammettendo che circa 10 senatori sono ancora incerti se votare la fiducia al nuovo governo, la maggioranza avrebbe 9 voti in più rispetto a quanto necessario (161 voti).

Bastano e avanzano al Conte bis i voti di 106 senatori del M5s, 51 del Pd, 10 del Misto (tra cui i 4 di Leu) e tre dalle Autonomie. All'opposizione saranno certamente i 62 senatori di Forza Italia, i 58 della Lega e i 18 di Fdi, più una manciata di senatori "sparsi". Incerto il voto di sei senatori a vita, di Emma Bonino e di tre senatori del Svp, ma di fatto ininfluente per la nascita del Conte bis.

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Gli ostacoli però sono ancora in agguato. Il Movimento Cinque Stelle sul blog ribadisce: "decidono gli iscritti". Anche i capigruppo grillini Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli sono tornati a blindare Di Maio, sottolineando che il M5S si schiera "compatto" a difesa del proprio leader. E non manca chi guarda con apprensione agli sviluppi delle ultime ore: "Una eventuale impuntatura di Di Maio sarebbe un male per tutti: arrivati a questo punto della trattativa bisogna chiudere", si è sfogato a taccuini chiusi con l'Adnkronos un deputato di peso.

Lega e Fratelli d'Italia in piazza contro Governo Pd-M5s

L'opposizione intanto si spacca. Sulla piazza, invocata solo da Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che annunciano due manifestazioni separate contro la nascente maggioranza M5S-Pd, Forza Italia non ci sta. Così come riguardo la partecipazione alle consultazioni di Conte: il 'Capitano' ha dato forfait, (manderà i sottosegretari uscenti Claudio Durigon e Lucia Borgonzoni). Idem la presidente di Fdi (che invierà i suoi capigruppo). Forza Italia, invece, ci dovrebbe andare al completo, anche se la presenza di Silvio Berlusconi non è sicura al 100 per cento.

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