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Venerdì, 19 Aprile 2024
Banco di prova

Fondi contro il caro energia, nuove estrazioni di gas, riorganizzazione dei ministeri

Approvata la Nadef ovvero la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza. Spazio anche al decreto per la riorganizzazione dei dicasteri. Sui rave la premier rivendica: "Non siamo la Repubblica delle banane"

L'economia al centro del Consiglio dei ministri di oggi, 4 novembre. Punto focale del vertice è stata la Nadef ovvero la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza. La stessa presidente Meloni lo aveva anticipato ieri nel colloquio con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Al vaglio anche il decreto legge di riorganizzazione dei ministeri. 

La premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio dei ministri ha poi incontrato la stampa. Al suo fianco i ministri Matteo Piantedosi, Giancarlo Giorgetti, Gilberto Pichetto Fratin e il sottosegretario Alfredo Mantovano.

L'emendamento sblocca trivelle per il gas italiano

Anche se non figurava all'ordine del giorno è stato approvato un emendamento al decreto legge Aiuti ter che autorizza l’attivazione di nuove trivelle per estrarre il gas in zone che oggi sono escluse dalle attività di ricerca. La modifica del Pitesai, il Piano per la programmazione delle estrazioni, punta a raddoppiare la quantità di gas nazionale.

Le misure adottate sull'energia "non sono - sottolinea Meloni - solo sul piano emergenziale, non solo sul caro bollette, ma anche per permettere di essere questa nazione indipendente e autonoma. Ci sarà la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, immaginando nuove concessioni, chiedendo ai nuovi concessionari che vorrebbero accedere alle concessioni di mettere in campo da gennaio gas da destinare alle aziende energivore a un prezzo calmierato".

Meloni anticipa poi che il governo dovrà fare "dei decreti ministeriali che specificheranno meglio" ma "il prezzo così calmierato sarà valutato sulla percentuale del rapporto con l'andamento del gas e comunque con un tetto. Dovrebbe essere un prezzo molto vantaggioso. Secondo le nostre stime dicono che dovremmo coprire buona parte del fabbisogno delle aziende gasivore".

Si può estrarre idrocarburi da pozzi con "un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi", "nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia", recita il testo sulle "Misure per l'incremento della produzione di gas naturale" che costituirà l'emendamento al decreto Aiuti ter. 

Con l'emendamento sull'estrazione di gas "Potenzialmente si stima una quantità di 15mld mc sfruttabili nell'arco di 10 anni", precisa il ministro dell'Ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto.

"Liberate risorse per 30 miliardi"

"Il Consiglio dei ministri - spiega Meloni ai cronisti - era stato convocato per l'approvazione della Nadef, propedeutica alla approvazione della legge di bilancio. Riusciamo per il 2022 con questa Nadef in forza dell'extragettito e una crescita dello 0,5% in più di Pil 9,5 miliardi. Facciamo un appello al Parlamento affinchè lo approvi in tempi brevi".

"Noi - aggiunge - riusciamo per il 2022 con questa Nadef a liberare circa 9,5 miliardi che la prossima settimana vogliamo utilizzare sul caro energia. Per prorogare i provvedimenti in essere e immaginare nuove misure. Per quanto riguarda il 2023 - aggiunge - l'indebitamento programmatico al 4,5% che poi va a scendere nel 2025. E questo ci consente di liberare altri 22-23 miliardi per affrontare il caro energia. Di fatto individuiamo risorse per oltre 30 miliardi di euro per affrontare l'emergenza energetica".

"Siamo consapevoli - interviene il ministro dell'Economia Giorgetti, presente alla conferenza post Cdm - che fare previsioni a lungo termine in questo momento può essere un esercizio di pura accademia e siamo consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da più parti a livello globale ed europeo vengono evocate e che potrebbero toccare anche l'economia italiana. Ci presentiamo davanti al Parlamento con questo atteggiamento responsabile".

Perché è importante la Nadef

Il ragionamento sulla Nadef non poteva essere rimandato. La stessa Meloni ha parlato più volte di una "corsa contro il tempo". Cosa è la Nadef? Si tratta dello strumento che consente di aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico, relativamente al primo e secondo trimestre dell’anno, rispetto a quelle utilizzate per il Def. La Nadef permette di aggiornare gli obiettivi programmatici, anche "in considerazione delle eventuali raccomandazioni approvate dal Consiglio dell’Unione europea sul Patto di stabilità, o la loro articolazione, anche sulla base delle intese raggiunte con la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica".

Ricordiamo che visto l'approssimarsi delle elezioni, il governo Draghi aveva fornito solo il tendenziale, senza gli effetti delle politiche economiche. 

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La riorganizzazione dei ministeri

Il decreto relativo ai ministeri appare più "delicato" di quanto può apparire. Non si tratta solo di cambiare denominazioni, si delineano anche i confini d'azione. Basti pensare al neonato ministero del Mare affidato all'ex governatore siciliano (uomo Fdi) Nello Musumeci, che deve prendere forma. Col decreto si capiranno meglio competenze e limiti. Dalla Lega dopo l'annuncio dei ministeri da parte della premier Meloni era subito arrivata la rivendicazione per il ministero della Infrastrutture di Salvini del controllo sui porti.

Quanto alla tutela del "made in Italy" nasce una struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese, per semplificare le procedure in materia di investimenti.

Col decreto poi viene affidato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano il ruolo di autorità delegata ai servizi di informazione per la sicurezza.

La spending review dei ministeri

I ministeri sono chiamati anche a una stretta sulle spese. Viene definita dal ministro Giorgetti una misura "necessaria". "Siccome gli italiani fanno sacrifici, pagano le bollette - dice - queste sono le bollette arrivate dai ministeri da pagare, da pagare per mettere a servizio questi risparmi per mitigare e calmierare le bollette alle famiglie italiane. Ciascuno doveva qualche piccolo sacrificio di taglio di spesa: 800 milioni nel
2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025. Si tratta di una norma prevista anche dal Pnrr come 'milestone', dobbiamo rispettarle. Il ministero dell'Economia darà l'esempio assorbendo quasi la metà di questi risparmi, ciascun ministero in modo entusiasta farà la sua parte, come è giusto che sia in questo momento".

"Entro il 31 maggio di ciascun anno, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'economia e delle finanze, devono essere definiti - si legge nella relazione del dpcm sulla spending review - gli obiettivi di spesa per ciascun ministero. Tali obiettivi, riferiti al successivo triennio di programmazione, potranno essere definiti in termini di limiti di spesa, comprendendo in essi anche eventuali risorse aggiuntive rispetto a quelle previste a legislazione vigente, e di risparmi da conseguire, anche tenendo conto delle eventuali ulteriori iniziative connesse alle priorità politiche del Governo".

"Rave? Sì al dialogo ma non siamo la Repubblica delle banane"

Rispondendo ai cronisti, anche un passaggio sui rave e la discussa norma che prevede il carcere per gli organizzatori. "Se qualcuno ha idee per migliorare la norma - dice Meloni - il Parlamento esiste per questo. In sede di conversione se qualcuno pensa che si possa fare meglio, siamo disponibili ad ascoltare purchè le critiche non siano pretestuose. Ho sentito dire che noi vogliamo vietare le manifestazioni, ma non è così, è una cosa lontana dalla mia storia. Il tema non è vietare che la gente si diverta ma che ciò si faccia illegalmente. Lo Stato che vessa chi rispetta le regole e chi poi fa finta di non vedere chi non le rispetta, è finito. Non siamo - rivendica - la Repubblica delle banane. Quest'Italia è finita. Le cose si possono fare, e si possono fare rispettando le regole e le leggi dello stato italiano". 

L'accoglienza dell'Europa verso il governo Meloni

In Consiglio dei ministri la premier ha anche speso delle parole per gli incontri di ieri con i vertici Ue. Ha parlato di "Grande disponibilità al dialogo" e "accoglienza positiva". Meloni avrebbe rimarcato come la tesi secondo la quale c'è scetticismo nei confronti del Governo non ha trovato riscontri negli incontri avuti.

La sanità in Calabria

Prorogato di sei mesi, da 24 a 30, il decreto Calabria, in scadenza altrimenti il 10 novembre. Prevedeva misure urgenti per il rilancio del servizio sanitario della Regione Calabria, incluso un commissario ad acta

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