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Sabato, 20 Aprile 2024
POLITICA

Monti in bilico, Berlusconi scende in campo

Aria di crisi per il governo tecnico dopo la doppia astensione del Pdl sulla fiducia. Alfano sale al Colle, mentre il Cavaliere dice addio alle primarie

ROMA - C'è aria di crisi per il governo Monti, dopo le tribolazioni di ieri. Il Pdl sembra pronto a voler abbandonare il Professore e lo ha fatto capire con un doppio avvertimento: il partito di Berlusconi non ha votato la fiducia al decreto sviluppo al Senato e quella sugli enti locali alla Camera.

Il Cavaliere, pronto a staccare definitivamente la spina al governo, punta alle elezioni anticipate a febbraio. I fuochi della campagna elettorale sono alle porte. Secondo alcune indiscrezioni trapelate dal vertice del Pdl tenutosi ieri a Palazzo Grazioli, l'ex premier si prepara ad annunciare il ritorno in campo con un discorso in Parlamento.E oggi il segretario del Pdl Angelino Alfano, che ieri ha confermato la decisione di Berlusconi di scendere di nuovo in campo ed escluso il ricorso alla primarie, salirà al Quirinale.

MERCATI IN ANSIA PER L'ITALIA - L'improvvisa instabilità dell'Italia, però, è fonte di preoccupazione per i mercati e l'Ocse avverte di non lasciare la linea Monti. "Il recente calo degli spread dipende da due fattori. Il primo è il miglioramento del sistema di governo della zona euro". Ma l'altro fattore, avvisa Pier Carlo Padoan, capo economista dell'Ocse, "era la convizione degli investitori che in Italia, dopo il governo di Mario Monti, con o senza il suo coinvolgimento diretto, si sarebbero continuate le sue politiche. Invece si è visto che non appena c'è un ritorno di instabilità, i mercati ritrovano il nervosismo. La dice lunga sulla fragilità della situazione".

NAPOLITANO VIGILE - Il decreto crescita è passato al Senato con 127 sì, mentre alla Camera il decreto sui costi della politica ha visto 281 sì, 77 no e 170 astenuti. E mentre il Pd e l'Udc hanno definito la scelta del Pdl di non votare la fiducia all'esecutivo come "irresponsabile", si registra di fatto una accelerazione repentina verso la crisi di governo. Il premier ha fatto sapere di attendere le valutazioni del Colle subito dopo l'incontro di questa mattina tra il capo dello Stato ed Alfano. E Napolitano, dopo le prime avvisaglie, ieri ha invitato ad evitare una "convulsa conclusione della legislatura", non lasciando "andare a picco quello che non deve andare a picco".

"Noi faremo la nostra parte, purtroppo basta il Pdl da solo per creare danni al Paese" e del resto "non è pensabile che, se non c'è un chiarimento da parte del Pdl, si possa andare avanti con una situazione di ambiguità che danneggerebbe il Paese", ha affermato Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, in una intervista a "Repubblica" nella quale conferma che il Pd non ha "assolutamente" paura delle elezioni. "Siamo ben pronti al voto - spiega Franceschini - soprattutto ora che è davanti agli occhi di tutti che la destra fa prevalere l'interesse di parte e la sinistra quello del Paese".

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