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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Il governo M5s-Pd si farà, Conte ha fretta: ecco i tempi per la soluzione della crisi

Il premier incaricato sta preparando la lista dei ministri che comporranno il nuovo governo. Da Mattarella arriva la spinta per chiudere l'accordo tra M5s e Pd in tempi brevi

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio incaricato, è determinato a chiudere in fretta. Il colloquio di ieri con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato in fibrillazione il mondo politico, dopo le tensioni che hanno caratterizzato la giornata di venerdì. Tanto che alcuni rumors davano Conte tentato dal passo indietro. In realtà, un colloquio al Colle non è affatto un inedito durante le fasi di formazione di un governo. E chi ha avuto modo di sentire Conte parla di un premier determinato ad andare avanti e a fare in fretta. Conte ha aggiornato Mattarella sullo stato dei colloqui in atto con le forze politiche, ossia le questioni risolte e quelle ancora da appianare.

Governo, il timing di Conte: martedì o mercoledì si chiude

Nel corso dell'incontro non sarebbe emersa la manifestazione di un'esigenza del premier incaricato di ottenere 'tempi supplementari' prima di poter sciogliere la riserva. Il timing della soluzione della crisi, quindi, seguirebbe lo schema filtrato nei giorni scorsi, con lo scioglimento della riserva tra martedì e mercoledì. Conte è tornato a palazzo Chigi per riprendere con la stessa lena di prima a tessere la trattativa tra i partiti. Che non ci sia grosso spazio per allungare i tempi lo confermano anche le posizioni più distensive da parte di M5s e Pd al termine del vertice sul programma, svoltosi in un clima "concreto e costruttivo".

"Caro Beppe, cambiamo tutto": Zingaretti apre a Grillo per il "matrimonio" di governo M5s-Pd 

Le cose "stanno andando bene, sto soprattutto lavorando al programma", ha affermato oggi Conte intervenendo in collegamento alla festa de 'Il Fatto Quotidiano', sottolineando che c'è un "buon clima di lavoro" e che M5s-Pd sono "predisposti per un progetto comune". 5 Stelle e dem "sono due forze che hanno vissuto un po' da antagoniste sul piano politico. Però vedo un buon clima di lavoro. Da questo punto di vista sono convinto assolutamente che tutti siano disponibili ad accantonare il passato e a concentrarsi su questo importante progetto che riguarda l'intero Paese". E ha aggiunto: "Non sarà lunedì, forse sarà tra martedì, massimo mercoledì: secondo il cronoprogramma dobbiamo poter chiudere, quindi sciogliere la riserva, ovviamente confido positivamente".

"Definirmi dei 5 Stelle mi sembra una formula inappropriata, rimane il dato che c’è molta vicinanza, lavoro con il M5s molto bene e in particolare Luigi Di Maio mi ha designato come presidente. Questo è un dato di fatto, poi le valutazioni le lascio a tutti".

Tutti hanno ostentato una certa dose di ottimismo sulla possibilità di concludere in tempi brevi e sulla capacità di 'fare sintesi' di Conte. Che in agenda metterà anche un incontro con Leu, di cui aveva fatto distribuire durante il vertice le proposte programmatiche ricevute e che ha esplicitato una protesta per il mancato coinvolgimento in questa fase.

Il premier incaricato, che ha alleggerito la tensione concedendosi dopo il vertice con le delegazioni Pd e M5s un pranzo al sushi con il figlio in un ristorante giapponese accanto a Montecitorio, sarebbe intenzionato a sfruttare la giornata per continuare il lavoro di elaborazione, di sintesi sulla base delle proposte programmatiche dei due partiti. Pd e Movimento 5 stelle si sono dichiarati entrambi soddisfatti per il via libera ottenuto a palazzo Chigi sui punti programmatici presentati.

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Questione diversa, invece, le caselle di governo, un rebus che ancora non è stato sciolto e verosimilmente sarà sul tavolo di un incontro tra i leader. Fonti parlamentari non escludevano sabato pomeriggio la possibilità che Conte punti ad una piccola accelerazione: qualcuno ipotizza già la giornata di lunedì o, più verosimilmente, martedì. Non prima, comunque, che un incontro con il segretario dem Nicola Zingaretti e il capo politico M5s Luigi Di Maio fornisca il suggello all'eventuale intesa per la nuova maggioranza, dotata di programmi concreti e numeri solidi in Parlamento, secondo quanto si sa essere negli auspici del Colle. Incontro che potrebbe tenersi già domenica o al più tardi lunedì mattina.

"Via i vicepremier": la proposta del Pd

"Un altro contributo del Pd per sbloccare la situazione e aiutare il Governo a decollare". Lo scrive su Twitter il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, postando un tweet di Dario Franceschini con la proposta di rinunciare allo schema dei due vicepremier. "Per una volta Beppe Grillo è stato convincente. Una sfida così importante per il futuro di tutti non si blocca per un problema di 'posti'. Serve generosità. Per riuscire a andare avanti allora cominciamo a eliminare entrambi i posti da vicepremier", ha scritto Franceschini dopo il messaggio inviato ieri da Beppe Grillo. All'interno del Pd, le parole di Franceschini sono state condivise anche da Paolo Gentiloni, Andrea Marcucci e Andrea Orlando, a giudicare dai loro retweet. "La proposta di Franceschini sulla nostra rinuncia al vicepremier è un altro contributo del Pd per sbloccare la situazione e aiutare il governo a decollare", si apprende da fonti Pd. "Non era e non è un veto su persone. Ma la ricerca di un equilibrio credibile. Non siamo attaccati a poltrone", si sottolinea.


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